Prigionia

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Il semidio fu portato in una prigione sotterranea, un pozzo oscuro nelle profondità marine, dal quale si sviluppavano diverse celle scavate nella roccia.

Le sbarre delle celle erano di bronzo celeste, incrostate da millenni di coralli e militi, e incantate: potevano essere aperte solo per volere di Poseidone in persona, o di un membro della famiglia reale designato come erede, ovvero Tritone. In poche parole, Percy non sarebbe mai uscito da quella prigione.

L'unica fonte di luce derivava da alcune enormi perle galleggianti, che riflettevano un bagliore spettrale lungo quella gola verticale su cui si aprivano le varie celle.

Il ragazzo rimase solo, apparentemente senza nemmeno delle guardie, con tutto il tempo per rimuginare sugli ultimi avvenimenti, e sui suoi gravi errori. Si chiese se suo fratello Tyson fosse riuscito a sfuggire alla furia sadica del loro fratellastro traditore, ma, per quel che ne sapeva, poteva essere stato ucciso ancora quando lui si trovava in Sardegna, e, essendo un mostro, in quel momento si trovava negli abissi del Tartaro, e chissà quando l'avrebbe rivisto. Si guardò intorno, e notando l'esigua grandezza delle celle e il fatto che fossero tutte disabitate, si rese conto che non erano state pensate per una lunga permanenza, quindi capì che non sarebbe rimasto prigioniero a lungo.

Dopo giorni di totale solitudine, mentre era assorto nei suoi sconfortanti pensieri, qualcuno discese in quel baratro e si avvicinò alle sbarre della sua cella:

<<Percy...>> mormorò piano la ragazza con tono sommesso.

Percy continuò a fissare il muro della sua cella senza degnare la giovane di uno sguardo <<Vattene Bentesicima. Hai già fatto abbastanza.>>

<<Mi dispiace, non avrei voluto...>>

<<Non avresti voluto? Cosa? Mentire? Prendermi in giro? Riferire a Tritone i miei piani e le mie strategie cosicché potesse a sua volta riferirle ai nemici? Scommetto che hai anche letto i miei appunti privati... Mi fidavo di te...>> rispose con rabbia.

La ragazza strinse le labbra e assunse un'espressione contrita <<Mi dispiace davvero, non avevo scelta!>>

<<Cazzate! C'è sempre una scelta. Chi sostiene il contrario è solo un codardo...>> si voltò a guardarla in cagnesco <<E tu non solo sei una codarda, sei anche un'infima traditrice. Come hai potuto!? Pensavo tenessi a Poseidone, ho visto come ti prendi cura di lui, non stavi fingendo! E invece hai sostenuto Tritone per tutto questo tempo, quell'assassino... è colpa tua se così tanti sono morti in questa guerra e se Leucotea e Delfino stanno venendo torturati! E chissà quanti altri stanno soffrendo per le tue azioni...>>

Bentesicima scosse la testa con le lacrime agli occhi <<Non sapevo si sarebbe spinto a tanto! Quando sei partito per parlare con Proteo l'ho avvisato... e lui ha temuto che avresti capito tutto se il vecchio profeta ti avesse rivelato qualcosa, quindi si è accordato con Taumante e ha inscenato un nuovo attacco alla città per crearsi un diversivo, e al tuo ritorno ha convocato i luogotenenti e ha detto loro che eri tu la spia... Brizo ci ha creduto, ma Delfino, Leucotea, Briareo e Tyson no, così li ha fatti arrestare subito in gran segreto per alto tradimento... e... >>

Percy si agitò allarmato e la interruppe <<Tyson è ancora vivo!? È qui prigioniero?>>

<<No... Solo Briareo è imprigionato, non è stato torturato perché Tritone porta rispetto per l'ultimo dei Centimani, e vuole convincerlo a passare dalla sua parte. Tyson invece è riuscito ad evitare la cattura ed è fuggito... Penso sia venuto a cercarti sulla via del ritorno... Per quello Tritone ti ha dato una scorta quando sei andato a cercare i luogotenenti, pensava che Tyson ti avrebbe raggiunto per avvertirti dell'accaduto e darti man forte... voleva toglierti di mezzo prima che si riunisse a te.>>

Percy Jackson - Lα Nυσʋα Eɾα (in corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora