Piani Machiavellici

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Hola, qui la vostra autrice preferita (spero) che vi parla!
Per dimostrarvi quanto mi senta in colpa per avervi abbandonato per così tanti mesi, e farmi un pochino perdonare promettendovi di provare ad essere più costante nel pubblicare (se le muse mi concederanno l'ispirazione) eccovi un altro bel capitolo.

Ci tengo a presentarlo stavolta, perché è importante per alcune dinamiche psicologiche prima dei prossimi sviluppi... e perché ritengo modestamente di essere riuscita a sfruttare alcuni buchi di trama di Zio Rick (ahah!).

Ma magari mi sbaglio, quindi... leggete e commentate per dirmi cosa ne pensate, grazie! <3


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[24 novembre 2016, giovedì notte]

<<Leo? Leo... dai, alzati. Torniamo a Palazzo.>> disse il ragazzo in tono premuroso.

<<Vattene, Percy. Lasciami stare.>> gracchiò il semidio con la voce rotta dal pianto e dal nervosismo. Era seduto sulla riva di quel lago tanto odiato.

I quattro ragazzi erano arrivati al cottage ormai da oltre mezzora. Nessuno era presente.

Leo aveva ispezionato e rivoltato l'intero cantiere in cerca di una qualche prova, qualsiasi cosa, che potesse dimostrare l'esistenza di Sisto, ma come poteva? Cosa avrebbe convinto gli altri della sua sanità mentale?

Gli altri tre lo avevano lasciato fare, avvolti nei loro cappotti, osservandolo curiosi e corrucciati, qualcuno già certo dell'esito di quella ricerca.

Il figlio di Efesto si era impanicato sempre di più, incredulo di quella situazione. Non era possibile, era tutto scolpito nella sua memoria molto nitidamente. Ma se tre tra i semidei più potenti in vita dubitavano di lui, la voce della ragione gli diceva che doveva essere come sostenevano loro. No?

Arresosi, aveva camminato fino al lago, e lì era crollato a terra, in uno stato di angoscia e sconforto.

<<Non va bene. Non va bene affatto.>> aveva mormorato Reyna preoccupata.

Annabeth non aveva commentato, ma era molto cupa in volto. Percy, invece, aveva preso le difese di Leo <<Questo non dimostra nulla. Il vecchio potrebbe essere sceso in città, non trovarlo qui ora e non avere elementi che confermino... la sua... esistenza diciamo, beh non significa nulla! A meno che non vogliate cercare le sue impronte digitali o tracce di DNA!>> concluse sarcastico.

<<Sei serio? Guardalo, nemmeno lui ci crede più. Non è strano che nessuno abbia mai visto questo Sisto? O che non sappia nemmeno come rintracciarlo?>>

<<Non erano così in confidenza, probabilmente...>> aveva ipotizzato Percy.

Ma Reyna era irremovibile <<Scommetto che se chiamassi Frank e chiedessi di controllare l'ultimo censimento, il nome Sisto None non comparirebbe! Anzi... ora torniamo a Palazzo, e facciamo proprio questo. E controlliamo anche gli atti di vendita di questo appezzamento... sono sicura che nessuno l'abbia comprato!>>

Percy non aveva proseguito quello che pensava essere un dibattito a senso unico, e si era incamminato verso Leo per dimostrargli sostegno e proporgli di tornare a palazzo. Ma Leo voleva restare solo.

<<Senti, adesso credo tu abbia bisogno di stare con noi... per parlare, e chiarirti le idee. Poi domani potremo riprendere a cercare Sisto insieme.>> propose calmo.

Il figlio di Efesto ridacchiò scettico <<Pff, ma dai! Sarò pazzo ma non stupido. Reyna mi guarda come se non aspettasse altro che ributtarmi in gattabuia. E tu... tu sei fin troppo gentile, non dovresti. Non lo merito, da te. Non c'è bisogno che tu finga.>>

Percy Jackson - Lα Nυσʋα Eɾα (in corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora