Tormenta

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Ma ciao a tutti, semidee e semidei! Visto che siamo ancora chiusi in casa in vacanza, ho pensato di regalarvi un nuovo capitolo!

Come sempre, attendo i vostri commenti, e il like se vi piace!



14 dicembre 2015

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Dorothea si alzò dopo poche ore per attaccare il turno alle 6:30, come sempre. Stava dormendo meno di 3 ore a notte, e la stanchezza iniziava a farsi sentire sul serio. Ma quei soldi le servivano, se voleva trovarsi un posto migliore in cui vivere con almeno la corrente e l'acqua calda!

Si mise a sedere sul letto, ancora avvolta nella coperta che la scaldava in quel freddo scantinato, e si voltò alla propria destra. Vide Percy profondamente addormentato, col respiro pesante e una strana posizione delle braccia sul cuscino e le gambe storte fuori dal divanetto, e di nuovo la bava ad un angolo della bocca.

Ridacchiò nel vederlo, e fu felice che fosse lì. Ma non glielo avrebbe mai detto in un momento di lucidità.

Si alzò cercando di non fare rumore, e iniziò a spogliarsi per potersi preparare.

Ma il semidio, abituato a reagire al minimo segnale di pericolo, non stava dormendo serenamente trovandosi lontano da casa, e si svegliò appena la ragazza ebbe posato il piede sul pavimento. Tuttavia, decise di non disturbarla, e, suo malgrado, la osservò mentre si rivestiva.

Si era sempre sforzato di non vederla sotto un punto di vista sessuale, ma doveva ammettere che fosse molto attraente, e si perse qualche minuto a fissarla. Poi si vergognò di ciò che stava facendo, e si voltò sul fianco opposto fingendo di dormire, per non avere più la tentazione di guardarla.

Quando fu sicuro che fosse vestita e quasi pronta ad uscire, finse di svegliarsi, e si propose di accompagnarla a lavoro.

Lei sorrise e accettò la sua proposta di buon grado. Se non altro, rispetto a 24 ore prima, il clima tra i due si era disteso, e non si abbaiavano più addosso l'un l'altro come cani rabbiosi.

<<Aspetta, non puoi continuare ad andare in giro con quel giubbotto di pelle!>> lo rimproverò lei, e andò verso il sottoscala, dove un vecchio armadio di legno scolorito prendeva polvere. Lo aprì, e iniziò a rovistare tra i sacchi appesi. Ne estrasse uno e lo aprì <<Eccolo!>> per tirarne fuori un pesante giubbotto adatto a quei climi rigidi <<Tieni, dovrebbe starti!>>

Percy lo squadrò poco convinto, ma gli sembrava maleducato rifiutare un dono, anche se puzzava terribilmente di naftalina...

<<Uhm, mi è un po' stretto di spalle...>> commentò.

<<Beh, sì, mio nonno aveva molta più pancia di te, e decisamente meno muscoli! Beh, almeno non morirai di freddo!>>

Avrebbe voluto ricordarle che, in fondo, per quanto sentisse freddo, non soffriva le temperature rigide come una persona normale, ma la ragazza sembrava molto fiera di sé; quindi accettò di indossare quel giubbotto per farla felice.

Non fu poi una scelta sbagliata, visto che, appena aperte le porte dello scantinato verso l'esterno, i due furono travolti da una folata di vento con tanto di neve. Aveva iniziato a nevicare nelle ultime due ore, e aveva tutta l'aria di voler diventare una bufera di neve coi fiocchi, in tutti i sensi!

<<Meno male che ti sei svegliato per accompagnarmi, altrimenti sarei arrivata tra un'ora!>> ammise la ragazza tremando. Aveva di nuovo i suoi shorts altezza inguine con quegli stivali al ginocchio.

Percy Jackson - Lα Nυσʋα Eɾα (in corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora