Caccia alla Bandiera Romana

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[lunedì 26 settembre 2016]

Ci vollero sei giorni di lavoro ininterrotto per mettere in piedi quell'immane e folle piano.

Ma al settimo giorno, tutto fu pronto, e Percy vide che era cosa buona!

Si svegliò quella mattina di fine settembre sentendosi più riposato che mai rispetto alle ultime settimane. Certo, non avere più quei ricorrenti incubi da semidio aiutava molto a conciliare il sonno.

In effetti, dallo scontro col Leviatano, aveva passato dei sonni quasi totalmente bui, se non per qualche sporadico sogno del tutto mortale e poco significativo.

Senza rimuginare troppo su ciò che questo poteva significare, si alzò, eccitato e impaziente, e si diresse al Campo Giove di buonora per sorprendere tutte le Coorti col proprio annuncio.

Insieme a lui c'era Leo, che lo aveva aiutato in quella pazzia, supportandolo e aggiungendo a quel progetto qualche pizzico di ingegneria, meccanica ed elettronica come solo lui poteva fare.

Mentre venivano portati al Campo, il figlio di Efesto armeggiava con un aggeggio particolare, attento a non usare troppa pressione con le dita metalliche per non romperlo. Ormai era diventato piuttosto abile nonostante la menomazione subita.

<<L'hai finito?>> chiese Percy curioso ad un certo punto.

<<Ci sono quasi... quasi... Oh, ecco... così dovrebbe funzionare ad ampio raggio...>> spiegò Leo.

<<Coprirà l'intera arena di gioco?>>

<<Ma certo, non ti fidi di me!?>>

<<No. Ma comunque mi fido delle tue doti!>> ribatté Percy con un tono decisamente più amichevole rispetto a quello che di solito riservava al suo bodyguard. Leo non rispose, ma le sue labbra, per un momento, si incresparono in un sorriso.

Reyna era già al Campo e presiedeva l'adunata con le braccia incrociate dietro la schiena e il suo classico sguardo fiero e regale.

La carrozza si fermò poco distante da lei, e i due ragazzi scesero in un batter d'occhio senza troppi preamboli ufficiali. Percy si sistemò il mantello per evitare rimproveri dalla collega, e si schiarì la voce avvicinandosi a lei per un buongiorno piuttosto glaciale <<Hmm-hmm... Reyna...>>

<<Percy...>> rispose lei senza guardarlo, poi chiese a bassa voce <<Che ci fai qui? Dovresti restare a palazzo...>> sottolineò con un filo di acidità.

<<Pensavo di avere ancora il diritto di oltrepassare i confini di quel palazzo, quando mi va...>> ribatté lui.

<<A tuo rischio e pericolo...>> commentò lei facendo spallucce per dimostrare poco interesse verso la sorte del ragazzo.

Percy pensò che quello era il massimo dell'approvazione che poteva ottenere dalla ragazza per essersene uscito dalla propria gabbia dorata, e non replicò.

<<Devo fare un annuncio.>> dichiarò dopo qualche secondo di silenzio. Reyna gli lanciò un'occhiataccia mentre, senza attendere il permesso, lo vedeva slanciarsi verso i ragazzi della Settima Coorte sfregandosi le mani. E non poté nemmeno bloccarlo, onde evitare di sembrare in disaccordo davanti a tutti.

<<Buongiorno ragazzi!>> esclamò gioviale.

<<Ave, Console Jackson!>> replicarono in coro, come dei perfetti soldatini istruiti, e non trattenendo qualche sguardo speranzoso nel vedere il loro ex maestro. Forse era tornato per riprendere in mano l'addestramento della Settima Coorte? Magari! Reyna era, se possibile, anche più severa ed esigente di lui, e i ragazzi lo avevano scoperto a loro spese...

Percy Jackson - Lα Nυσʋα Eɾα (in corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora