Il Compleanno della Bella Addormentata

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[21 dicembre 2016, mercoledì mattina]

I due amici restarono sulla collinetta vicino al cottage per almeno mezzora, ammirando le primissime luci dell'alba e la città incolume.

Troppo stanchi per un qualsiasi discorso, apprezzarono il reciproco silenzio mentre riprendevano le energie.

Percy era distrutto. Aveva freddo e sentiva dolori ovunque. Unica nota positiva, con l'acqua gelida gli si era anestetizzata la scottatura sulla spalla. La sua mente era totalmente vuota, troppo esausta anche solo per autocommiserarsi.

Leo, invece, si sentiva più vivo che mai. Era provato, ma vigile ed eccitato. Appoggiato con le mani sull'erba, e si godeva ogni sensazione, ogni goccia di rugiada, ogni formicolio, ogni imperfezione del terreno. Era bellissimo. E si chiedeva chi gli avesse concesso quella grazia.

Poi, d'un tratto, il suo pensiero tornò alla realtà quando udì la voce di Annabeth dal walkie talkie:

<<Ragazzi? Ragazzi? Ci aggiornate? Come state? E la diga?>>

<<Ehi, Annie, catastrofe scampata, per ora. Potrebbero esserci allagamenti in valle, ma meglio dell'alternativa.>>

La ragazza rispose <<Okay. Aggiorno Reyna. Sarà da convocare il Senato e intervenire strutturalmente il prima possibile... chissà che stavolta non mi diano retta!>> commentò aspra, per poi aggiungere in tono premuroso <<Ma voi state bene? E Percy?>>

Leo guardò l'amico, che gli fece un cenno stanco col mento <<Stiamo bene, sì. E Frank?>>

<<Che ha Frank?>> si interessò subito Percy accigliandosi.

Leo spiegò velocemente l'accaduto mentre Annabeth li aggiornava <<Stabile, ha molte ossa rotte, ma mentre cadeva ha avuto la lucidità di trasformarsi in farfalla e non schiantarsi troppo violentemente! È forte, si riprenderà, ora sta riposando.>>

Percy si alzò in piedi barcollando, ma risoluto <<Voglio andare a trovarlo!>>

L'amico annuì, e proseguì la conversazione con l'amica <<Altri feriti gravi? Quella ragazza... Dorothea?>> chiese sapendo che Percy aveva a cuore la sua incolumità.

Difatti, il figlio di Poseidone aggrottò la fronte e si diresse velocemente verso Blackjack, mentre la figlia di Athena rispondeva <<Non so di preciso, la stanno visitando, era svenuta e aveva la testa sporca di sangue. Purtroppo, ci sono state delle perdite, seppur esigue...>> concluse mesta.

<<Dai, Leo, andiamo!>> lo chiamò Percy mettendogli fretta per salire in groppa.

I due volarono velocemente verso l'ospedale. Blackjack atterrò a pochi metri dell'ingresso principale.

Stavano per varcare la soglia, ma Percy si bloccò.

<<Che fai? Non entri?>> chiese Leo.

L'altro tirò le labbra in una smorfia, e con tono ambiguo disse <<Nah, passo dal retro... Non sono ridotto bene, meglio non farmi vedere così da tutti i Legionari presenti... non avrei nemmeno dovuto essere presente allo scontro, no? Ma tu entra, vai!>> lo esortò, e gli fece un occhiolino, per poi allontanarsi e cercare un ingresso secondario.

Leo scosse la testa confuso, ed entrò. Subito tutti i presenti si voltarono a guardarlo, smettendo di fare qualsiasi cosa stessero facendo e iniziando a mormorare. Imbarazzato, si schiarì la voce e attraversò l'atrio diretto alla reception per chiedere dove avrebbe trovato Frank, ma non riuscì nemmeno ad arrivarci che qualcuno iniziò ad applaudire, e poi altri si unirono, finché tutti non furono intenti a rendergli omaggio.

Percy Jackson - Lα Nυσʋα Eɾα (in corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora