Un Giardino a New York

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7 – 16 giugno 2015

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Quel lunedì sera Reyna andò nella camera di Percy verso mezzanotte, pensando che, come le altre volte, lui sarebbe tornato; e l'avrebbe trovata lì ad aspettarlo.

Passarono le ore, ma lui non arrivò. Alle 4 di mattina si arrese e tornò nella propria camera.

Percy aveva avuto altre amanti negli ultimi mesi, e lei ne era al corrente, anzi, lo aveva spronato a divertirsi e fare nuove esperienze. Spariva, magari per un pranzo o una cena, o una serata intera; ma tornava sempre di notte.

Perché dormire tutta la notte con qualcuno, e lei lo sapeva bene, aveva un significato.

Quella mattina Percy non si vide neanche a colazione. Arrivò verso le 9, col sorriso stampato in volto, e iniziò a parlare dell'ordine del giorno nella sala riunioni, come se niente fosse.

Reyna lo scrutava con la mascella rigida <<Da domani a venerdì abbiamo una serie di incontri con Senato e magistrati per decidere l'allocazione di fondi per opere pubbliche, istruzione e sanità. Ogni sera, inoltre, avremo ospiti a cena. Dobbiamo dimostrare che l'attentato non ci ha affatto destabilizzato.>> era seria e fredda.

<<Ottimo! Va bene... tu cosa ne pensi? Quale strategia dovremmo avere? Dovremmo prima essere d'accordo io e te per sostenerci meglio durante le riunioni, penso.>>

Si confrontarono tutta la mattina e abbozzarono alcune proposte da fare durante le riunioni dei giorni seguenti.

Il pomeriggio, Percy andò al Campo Giove dove aveva continuato a impartire alcune lezioni di combattimento alle legioni un paio di volte a settimana.

Non avrebbe dovuto, il suo ruolo di Console era già molto impegnativo; ma lui aveva insistito, lo trovava molto importante e non ci avrebbe rinunciato per niente al mondo, non dopo l'attacco dell'Hydra: si diceva che se, grazie alle sue lezioni, anche solo un ragazzo fosse migliorato al punto da salvarsi la vita in difficoltà, allora ne sarebbe valsa la pena.

Inoltre, avendo avuto l'idea di istituire una nuova coorte che avrebbe seguito in prima persona, voleva supervisionare le attività delle coorti già da subito per capire quali fossero i punti da migliorare.

Ma la sua mente quel giorno vagava altrove, ricordandosi i momenti passati con Calypso e sperando di rivederla presto.

Quella sera era già in programma una prima cena con i magistrati, ma nulla gli vietava, dopo cena, di andare da Calypso per trascorrere la notte con lei, tornando presto la mattina in tempo per il meeting in Senato.

Presenziò alla cena, serio e impeccabile nel ruolo di Console che ormai gli calzava a pennello, e fu anche quasi del tutto immune alle frecciatine di Damien riguardo ad Annabeth.

Reyna, invece, era ancora più rigida del solito. Appena anche Frank se ne fu andato verso mezzanotte, Percy si diresse verso i suoi appartamenti per cambiarsi e chiamare Blackjack dal balcone della stanza.

Mentre si preparava, Reyna lo raggiunse.

<<Ehi... Speravo di restare un po' con te stasera e parlare, magari..>> si avvicinò a lui e gli accarezzò il petto nudo mentre stava per mettersi una t-shirt casual.

Percy fece una piccola risatina, ma si ritrasse piano dal suo tocco continuando a vestirsi <<Mi dispiace, no, non stasera...>>.

Lei rimase disorientata da quel suo rifiuto, visto che meno di 48 ore prima erano stati a letto insieme. <<Oh... Stai uscendo?>>

<<Sì, infatti...>> rispose distratto allacciandosi la cintura.

<<Capisco... Magari domani sera?>> chiese speranzosa e curiosa di capire se lui avesse piani estesi anche ad altre sere.

Percy Jackson - Lα Nυσʋα Eɾα (in corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora