Aiuto

637 60 54
                                    

SONO VIVA!!! Scusatemi, ero bloccata e impegnata.
Ma eccoci qui, buona lettura e... ormai che ve lo dico a fare, un like e un commentino sono d'obbligo! Ciao!!!



[venerdì 27 maggio 2016]

Per Leo fu un'altra giornata noiosa, al Campo Giove.

Percy impartì le proprie lezioni solo teoricamente, senza dare dimostrazioni fisiche, e i ragazzi eseguirono senza opporsi.

Leo, sempre in disparte ad osservare con cipiglio curioso, si chiese per quanto tempo quel teatrino potesse continuare: possibile che nessuno di quei ragazzi si accorgesse del pessimo stato fisico del proprio istruttore? O nessuno trovava strano che si esimesse dal partecipare attivamente alle esercitazioni?

Forse, si disse Leo, quelli non erano i soldati più svegli della Legione, dopotutto!

Ma la questione gli interessava ben poco. L'importante era tenerlo in vita quel che bastava per dimostrare che bravo bodyguard lui fosse, e tanti saluti!

E, soprattutto, non vedeva l'ora di godersi la serata in programma: aveva anche già mandato un messaggio alla diretta interessata, onde evitare di presentarsi a casa sua come improvviso ospite non gradito. Quello sì sarebbe stato imbarazzante, e di situazioni imbarazzanti lui ne aveva già collezionate abbastanza!

Finite le esercitazioni, Leo e Percy tornarono verso il palazzo consolare con la solita carrozza molto anacronistica, e il figlio di Efesto, al suo solito, non si poté trattenere dal lamentarsi <<Ouch, tutto questo sobbalzare non fa per niente bene alla mia spina dorsale! Nessuno ha mai sentito parlare di ammortizzatori?! Potrei insegnare qualcosina a chi ha progettato questa macchina per le torture...>>

Ma Percy sembrava ben poco interessato ai suoi sproloqui. Teneva due dita poggiate alle labbra, e con espressione cupa e pensierosa fissava il nulla scorrere fuori dal finestrino.

Leo lo osservò qualche istante, prendendo nota di tutti quei dettagli che trovava tristemente cambiati nel ragazzo.

Non poteva fare a meno di ricordare quando erano stati dei ragazzini, uniti insieme nella Profezia dei Sette e in molte altre avventure, prima che strani intrecci sentimentali e rancori covati in silenzio li mettessero l'uno contro l'altro, e si dispiacque nel constatare quanto quel ragazzo, un tempo allegro e con la battuta pungente pronta, fosse cambiato.

Magari, non fosse stata per la latente invidia nei suoi confronti, sarebbero andati molto d'accordo, sempre a scambiarsi battutacce sarcastiche e a progettare qualche scherzo insieme... Si pentì un po' di non aver approfittato di quell'affinità, quando avrebbero potuto. In un'altra vita, forse, Percy Jackson sarebbe potuto essere il suo migliore amico.

Ma quella compassione scemò quando, arrivati a palazzo, vide di nuovo Percy trattato coi guanti di velluto, perché era Console, o un grande eroe, o dio sceso in terra, o chi cavolo se ne fregava... ma non poteva proprio sopportarla tutta quella deferenza.

E si ricordò del tutto di odiarlo quando Percy, dopo essere stato brevemente nelle stanze di Reyna, probabilmente per l'ennesima litigata, tornò nelle proprie, dove Leo lo attendeva sul divano con già l'xBox accesa...

<<Che diavolo ci fai qui?>> chiese sprezzante iniziando a spogliarsi con smania dalla propria finta armatura.

Leo si guardò intorno fingendosi confuso, e con innocenza rispose <<Ehm, sono il tuo bodyguard, la tua ombra... Devo stare dove stai tu per assicurarmi che tu sopravviva... ricordi!?>>

<<Puoi anche farti un po' di più i cazzi tuoi quando siamo qui a palazzo, non mi ammazzerò spogliandomi o dormendo!>>

<<Non ne sarei tanto sicuro... Potresti anche soffocarti con la tua bava!>> mormorò ironico Leo, e quella fu la proverbiale goccia di troppo.

Percy Jackson - Lα Nυσʋα Eɾα (in corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora