Gigli e Rose

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[giovedì, 26 gennaio 2017]

Percy si risvegliò riposato e rilassato.

Si stiracchiò per bene allungando braccia e gambe ed emettendo un verso di estasi, poi sbadigliò.

Boccheggiò un paio di volte per la bocca impastata guardandosi intorno confuso. Per qualche istante, non si era ricordato di essersi addormentato nella sua vecchia casa dove aveva vissuto con Annabeth, e si sentì smarrito. Dopodiché sorrise, spontaneamente.

Si alzò barcollando con ancora la coperta avvolta intorno a sé, e rimase qualche secondo impalato davanti al divano a fissare Annabeth.

Ancora una volta, gli sembrò una gatta scarmigliata e beata. La Bibbia era a terra, evidentemente cadutale dalle mani quando era crollata addormentata. Ebbe l'impulso di accarezzarla, o addirittura baciarla. Si trattenne, ovviamente.

Si snebbiò la mente scuotendo la testa, e si diresse in bagno. Dopo aver espletato i propri bisogni fisiologici, si diede una sciacquata bella prolungata in faccia per svegliarsi del tutto. Poi, l'occhio gli cadde sul ripiano del lavandino, dove notò lo spazzolino da denti di Annabeth, e un secondo spazzolino non gradito.

Grugnì. Decise di usare una dose di collutorio versandoselo direttamente in bocca senza posare le labbra sulla bottiglietta.

E mentre gorgogliava, notò sui ripiani anche altri prodotti per l'igiene maschile e un paio di profumi. Curiosò prendendoli in mano e studiandoli, denigrandoli mentalmente e prendendo nota di non comprarli mai e poi mai. Ma proprio mai. Sputò nel lavandino. Ripose l'ultimo flacone sbuffando, e uscì dal bagno.

Annabeth dormiva ancora. Guardò l'ora per la prima volta, erano solo le 6 di mattina. Pensò di preparare delle uova per entrambi. All'occhio di bue, come le preferiva lei. Dopodiché scaldò del latte per poter preparare due cappuccini.

Annabeth si svegliò sentendo il rumore del latte schiumato e il profumo di pane tostato. Raggiunse il ragazzo in cucina, un po' stordita. Percy si voltò a guardarla, e si sorrisero.

<<Dormito bene?>> gli chiese sedendosi al bancone della penisola. Lui annuì, e le servì le uova in un piatto con una fetta di pane, e subito dopo le passò anche il cappuccino.

<<Wow, potrei assumerti come maggiordomo...>> commentò compiaciuta.

Percy fece un sorriso sghembo inarcando un sopracciglio <<Mi hai già avuto per più di 5 anni come schiavo, ma non ti andavo bene...>> sibilò.

La ragazza gli lanciò un'occhiataccia mentre addentava la fetta di pane <<Questa era pessima.>>

<<Ancora troppo presto per il mio sarcasmo pungente?>>

<<No.>> ribatté lei, e si schiarì la voce preparandosi per una delle sue puntualizzazioni <<È che hai usato impropriamente il termine schiavo. Io non ti davo vitto e alloggio, dovevi procurartelo da solo lavorando altrove... Quindi, tecnicamente, tu pagavi per stare qui a farti "schiavizzare" da me, nel tuo tempo libero...>>

<<Uhm. Quindi, tecnicamente, pagavo per stare con te, per svago. Penso ci sia un termine per questo...>>

<<Non osare!>> lo ammonì con un dito alzato mentre iniziavano a ridere.

Parlarono allegri del più e del meno finendo la colazione, poi entrambi si resero conto di dover iniziare le proprie routine quotidiane.

<<Devo prepararmi e scappare in università, ho una lezione fondamentale alle 9. Poi dovrò andare allo studio per consegnare il progetto di una fontana... che banalità!>> sbuffò.

Percy Jackson - Lα Nυσʋα Eɾα (in corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora