Percy ed Annabeth sono finalmente a Nuova Roma pronti per vivere la loro vita insieme. Ma il destino beffardo ha un piano diverso per il semidio più potente mai esistito.
... Siete pronti all'epico epilogo della saga?
Questa storia è pensata per ess...
Percy si svegliò nel cuore della notte in preda al panico. Spaventato, ma lucido, istintivamente prese il cellulare dal proprio comodino e sgattaiolò fuori sul proprio terrazzo senza svegliare la fidanzata.
Iperventilava e sudava, ma riuscì a comporre la sequenza rapida per chiamare uno dei suoi numeri preferiti in caso di emergenza. Il suo unico numero preferito, per qualsiasi emergenza.
Prima di chiamare, però, ebbe di nuovo un flash di quell'incubo. E si bloccò, ricordando tutti gli altri raccapriccianti incubi avuti in passato, in cui vedeva morire le persone amate senza poterle salvare...
E d'un tratto pensò "Piuttosto di quelle alternative, meglio questa."
Se provava ad opporsi al proprio destino, come ben sapeva, potevano esserci conseguenze tremende. E stavolta non ne voleva. Quel destino, forse, lo poteva accettare ormai.
Quell'improvvisa epifania lo calmò istantaneamente.
Ritornò a respirare normalmente. Fissò per qualche istante il numero già compilato di Annabeth. Ribloccò lo schermo e poggiò il cellulare sul parapetto del terrazzo.
Non voleva coinvolgere nessuno. Se quella era la fine l'avrebbe affrontata da solo, a testa alta, senza danneggiare nessun altro.
E rimase su quel terrazzo, in attesa dell'alba, che quel giorno gli sembrò straordinaria.
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<<Ehi, Percy? Percy? Ma mi ascolti!?>>
Il ragazzo si riscosse e tornò presente <<Sì, scusa... mi ero un attimo... imbambolato...>> mormorò stropicciandosi le labbra con un dito.
<<Lo vedo! È tutta la colazione che ti perdi nei tuoi pensieri!>> lo rimproverò Dorothea un po' risentita.
<<Scusami, sono solo... stanco...>> scelse quell'ultima parola con più cura di quanto sembrasse. Non era solo una stanchezza fisica. Era qualcosa di più profondo.
<<Hai dormito poco anche stanotte? Non era migliorato un po' il sonno?>>
<<Sì ma... più di 3 o 4 ore non riesco comunque a dormire...>>
<<Ma è troppo poco! Fai tanti incubi, vero? Vuoi parlarne?>> chiese preoccupata.
<<No. È solo stress. Tranquilla.>> la rassicurò sorridendo e riservandole una tenera carezza sulla guancia. Lei sorrise di rimando.
Stavano facendo colazione sul terrazzo, approfittando della bella giornata pre-estiva che si prospettava.
Dorothea tornò a gustarsi il proprio caffelatte. Ormai conosceva abbastanza bene Percy da sapere che insistendo lo avrebbe infastidito senza ricavarne nulla.
<<A breve devo scappare, ho un sacco di lezioni oggi e dopo ho anche gli allenamenti... ma stasera ci vediamo, vero?>>