Ho Capito

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~ Episodio 3 ~






TaeHyung aveva provato ad ignorarlo ma il continuo squillare del suo telefono ormai aveva interrotto quel momento eccitante e strano al contempo. Era successo un'altra volta, per pochissimi istanti quegli occhi erano diventati di un bellissimo porpora acceso e lui aveva perso di nuovo il controllo. Che JungKook fosse a conoscenza della sua identità era facile da credere, essere il figlio di uno dei CEO più famosi della Corea lo esponeva alla curiosità della gente comune e dei media e poi lui stesso si era messo in mostra partecipando a molti shooting fotografici e rilasciando interviste, allora perché non aveva messo in atto il suo piano fin dall'inizio? In fondo lavorava già per suo padre, avrebbe potuto sedurlo facilmente visto che in quel momento, non dubitando di lui, le sue difese erano completamente abbassate. Jeon JungKook era un enigma continuo per TaeHyung, persino la risposta alla sua domanda lo aveva lasciato a bocca aperta, "Il tuo segretario personale", era la parola personale ad averlo sorpreso? Cosa c'era di personale tra loro? Cosa li spingeva uno tra le braccia dell'altro? TaeHyung doveva, voleva, sapere.

"Chi sei tu?", quella domanda, alla quale JungKook non avrebbe potuto rispondere con sincerità, gli era piaciuta perché al contrario di ciò che tutti gli chiedevano solitamente, "Cosa sei tu?", lo faceva sentire accettato, molte volte nella sua vita sentendosi porgere quella domanda aveva pianto convinto che la sua condizione lo ponesse al di sotto degli altri, alla stregua di un oggetto o peggio, un animale. Era forse questo lato di TaeHyung che gli impediva di finirlo, sapeva che se solo avesse insisto, se solo avesse fatto un passo in più, l'Alfa sarebbe caduto nella sua trappola ma JungKook non si voleva approfittare di un ragazzo che cercava soltanto di difendersi, che era odioso solo in risposta all'odio che gli veniva prospettato. No, Jeon JungKook non era un vigliacco che si approfittava delle debolezze altrui.

La telefonata era durata a lungo, la sua fidanzata era sempre entusiasta di raccontargli dei suoi acquisti, degli appuntamenti che aveva organizzato per potersi vedere con lui e di quanto le sue amiche e conoscenti fossero gelose della sua bellezza, della sua posizione sociale e del suo bellissimo fidanzato purosangue. TaeHyung avrebbe di gran lunga preferito affrontare due, o anche tre, riunioni consecutive nell'ufficio di suo padre pur di non dover restare in silenzio, annuendo di tanto in tanto con cadenza regolare, ad ascoltare quella voce odiosa e quegli inutili sproloqui, il ragazzo non riusciva a capire cosa c'era di così difficile da afferrare nel concetto che lui era un uomo d'affari impegnato che non poteva passare il suo tempo ad ascoltare il farneticare di una donna viziata che non aveva nulla di meglio da fare nella sua vita che vantarsi della sua fortuna. Sorte, che tra l'altro, non si era neanche meritata.

Sentiva il telefono sulla scrivania di JungKook suonare di continuo, gli appuntamenti con i soci, con gli acquirenti e con i venditori aumentavano esponenzialmente con l'avvicinarsi della fine dell'anno, lunare ed aziendale. Sicuramente il segretario avrebbe dovuto apportare molte modifiche alla sua agenda quindi, dopo essere riuscito a terminare quella telefonata sgradevole ed indesiderata si era spostato di stanza per lasciare l'oggetto nelle mani del ragazzo.

JungKook la prese guardando il maggiore con disappunto, se si fosse deciso ad usare la sua agenda elettronica avrebbe potuto apportare i cambiamenti appuntandoli una sola volta nel suo dispositivo senza che l'altro si fosse dovuto presentare al suo cospetto ma era inutile recriminare su quella cosa perché TaeHyung era stato chiaro a riguardo. «Devo chiamare gli hyung per la merenda?», il maggiore sorrise voltandosi senza rispondere, JungKook lo prese come uno scherno, era quello che facevano tutti i giorni quando gli impegni lavorativi di tutti glielo permettevano, glielo aveva spiegato quel giorno stesso, ma c'era davvero bisogno di deriderlo per affermare un concetto che solo per l'Alfa era ovvio?

Dietro quella risata però c'era ben altro, TaeHyung aveva riso all'idea che, benché lui non lo avesse ancora completamente accettato, JungKook si sentisse già così perfettamente inserito nel gruppo da chiamare gli altri suoi hyung e forse di tutta quella confidenza ne era addirittura geloso, ma questo non lo avrebbe mai ammesso neanche a sé stesso.

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