Noi

278 33 66
                                    

~ Episodio 1 ~







- 02 Novembre, lunedì -



La stanza era piena di un profumo strano, diverso dal solito tuttavia non estraneo, come se quell'odore famigliare indossato da una pelle diversa potesse improvvisamente divenire alieno, nemico.

Da oramai qualche minuto JungKook stava provando a sgranchirsi le gambe eppure non era riuscito a muoverle, a muoversi, si sentiva intorpidito come se fosse rimasto rinchiuso in una gabbia fin troppo piccola per contenere il suo corpo adulto. Dal principio aveva avvertito delle piccole carezze sul capo, dita gentili che gli vezzeggiavano le ciocche spettinate e teneva gli occhi chiusi perché era convinto che le mani che lo stavano sfiorando con gentilezza fossero quelle del suo Alfa ma quando aveva percepito qualcosa scorrergli lungo i piedi e la schiena una sorta di consapevolezza gli si era materializzata nella mente fino a mutare in angoscia: le mani erano diventate troppe per appartenete ad un sol uomo.

Fu quando prese coscienza di quel macabro particolare che JungKook capì di non essere sveglio ma prigioniero di un sogno vigile, uno di quelli dove nonostante il mal capitato è consapevole di essere intrappolato nel mondo onirico non riesce a venirne fuori. «Dio sei così profumato», quella voce sgradevole gli arrivò dritta all'orecchio e l'alito che sapeva di birra gli sbloccò un ricordo che lo fece rabbrividire: JungKook odiava la birra.

«Sei così profumato JungKook-ie», la odiava, odiava quella bevanda come odiava il tappeto blu della sua stanza e l'odore dei semi di finocchio ed odiava sé stesso per essere stato debole un tempo e per esserlo ancora nonostante i suoi ventuno anni, i suoi successi sportivi, scolastici e lavorativi.

¨«Svegliati Koo»¨, non era una richiesta difficile da eseguire, avrebbe dovuto soltanto aprire gli occhi ma era sicuramente un'azione impossibile per lui da compiere, se avesse aperto gli occhi se lo sarebbe ritrovato di nuovo lì accanto? JungKook non era sicuro di voler conoscere la risposta a quella domanda quindi, per cercare di difendersi, strinse con ancora più forza le palpebre, così fitte da vedere soltanto uno strano pulviscolo biancastro in mezzo al buio più assoluto, così tanto strette da sentire dolore, così tanto da convincersi che non sarebbe riuscito ad aprirle mai più.

E ci era riuscito – era stato bravo –, aveva tenuto gli occhi serrati, eppure il suo personale Incubo¹ era ancora lì, presente ed inquietante, ne era certo perché riusciva a sentire ancora quelle mani sfiorarlo, così per tirarsi fuori da quel sogno angosciante provò a rifugiarsi nei ricorsi della notte precedente quando, dopo la piccola escursione in terrazza, lui e TaeHyung erano tornati in camera da letto, l'Alfa lo aveva baciato ancora ed aveva continuato a farlo mentre si lasciava possedere per la seconda volta – non era il primo che gli aveva dato la sua verginità, JinYoung lo era stato ma quello non era la circostanza giusta per pensare ad altri uomini, no, quello era il momento di svegliarsi.

¨«Svegliati Koo!»¨, non era un comando difficile da eseguire, avrebbe dovuto solo aprire gli occhi ma come avrebbe potuto farlo se per proteggersi aveva dovuto tenerli chiusi, incollati? Come avrebbe potuto farlo se era il suo stesso cervello a rifiutarsi di far muovere anche soltanto un mignolo?

«Sei così profumato Kook-ah», era sua, quella voce era sua, JungKook sarebbe stato capace di riconoscerla tra un milione di altre, come avrebbe saputo fare con quella del suo Alfa ma quello non era il momento di pensare al suo compagno anzi avrebbe voluto tenerlo fuori da tutto quel marciume; ¨«Se tengo gli occhi chiusi andrà via, vero?»¨, strinse di nuovo le palpebre, alle quali poco prima aveva dato un attimo di tregua, ancora più forte, rivolgendosi a nessuno o forse al suo compagno di sempre, ¨«Se tengo gli occhi chiusi penserà che sto dormendo ed andrà via, vero?»¨, i denti stringevano il labbro inferiore per non mugolare di paura, come quando era piccolo e se ne stava immobile ed in silenzio eppure quelle mani disgustose erano ancora lì, ¨«Se tengo gli occhi chiusi penserà che sto dormendo ed andrà via, vero?»¨, continuò a ripetere quella domanda come se stesse recitando un incantesimo che lo avrebbe potuto allontanare dai mostri nascosti nel buio della stanza ma non era certo di poter ricevere una risposta positiva perché qualche volta quel sortilegio, come tutte le magie, risultava fallace.

AddictedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora