Non So Cosa Dire O Fare

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~ Episodio 3 ~







Quando bussò alla porta gli occhi della signora Jeon si posarono sul corpo di TaeHyung, non sapeva chi fosse e cosa ci potesse fare un uomo così distinto e bello all'uscio di casa sua ma riconobbe immediatamente il ragazzo che era letteralmente accasciato sul suo corpo, «Kook-ie».

La voce della madre risultò così acuta, per via della preoccupazione di cui era permeata, che JungKook alzò subito la testa per guardarla e rassicurarla con un piccolo sorriso forzato. Gli occhi della donna divennero immediatamente liquidi di oro e quelli del figlio, di quel bellissimo porpora che lei amava tanto, ma spenti. «Cosa ti è successo amore mio?»

Cosa avrebbe dovuto dirle? Lei lo conosceva bene, non poteva inventare bugie come aveva fatto con TaeHyung, oltretutto sua madre conosceva la sua stupida abitudine di prendere l'aconito per vomitare dopo aver mangiato qualcosa di proibito solo per non destare sospetti, negli estranei, riguardo al suo secondo genere, «Io. Ho. Cioè sono».

L'Alfa lo osservò sorpreso, non lo aveva mai visto così indeciso. Era in difficoltà? Forse non voleva confessare alla madre di aver messo a repentaglio la sua salute per una persona che conosceva a malapena, per non farla preoccupare? Mosso dall'empatia si sentì in dovere di intervenire, «Gli ha fatto male qualcosa che abbiamo mangiato per merenda. Signora Jeon mi scuso davvero per questo inconveniente accaduto mentre JungKook-ah era sotto la mia responsabilità», si inchinò per dimostrare il suo dispiacere ed aspettò che la donna gli dicesse qualcosa ed allontanasse l'attenzione dal figlio cosicché quest'ultimo smettesse di sentirsi in imbarazzo e di tremare, impercettibilmente, tra le sue braccia.

E JungKook rimase così sorpreso dall'intenzione del maggiore di toglierlo dai pasticci che non poté fare a meno di fissarlo, sbigottito ed incredulo. Il volto ancora più pallido di prima.

«Sono sicura, signor?», la donna si fermò per poter osservare prima suo figlio e poi lo sconosciuto che lo accompagnava.

«TaeHyung, mamma. Kim TaeHyung, lui è il mio capo», le sue guance, se fosse stato possibile, si dipinsero di un rossore ancora più accentuato di quello datogli già dalla temperatura alta del suo corpo, senza alcun motivo reale, JungKook si vergognava di presentare l'Alfa a sua madre. Chiunque altro si sarebbe vantato sentendosi fiero dei successi raggiunti, ma non lui, questo perché sapeva che Kim TaeHyung non era soltanto il suo capo e vedendoli così vicini sua madre avrebbe potuto capire.

«TaeHyung-ssi, sono sicura che tutto questo non sia successo a causa tua. Perché vi siete fermati davanti alla porta? Entrate pure, posso offrirti qualcosa da bere TaeHyung-ssi? Sei stato così gentile ad occuparti del mio bambino», si fece leggermente indietro e li lasciò passare.

JungKook scosse la testa, essere chiamato bambino davanti al suo capo non era la cosa più azzeccata che sua madre avrebbe potuto decidere di fare e lui non vedeva davvero l'ora di riuscire a far uscire quel ragazzo dalla sua, fin troppo umile, casa, «Lui è una persona molto impegnata mamma, deve andare via e poi», si guardò in giro, il soggiorno era buio e vuoto, la televisione era spenta e questo voleva dire che, oltre alla donna, non doveva esserci nessun altro in casa ma JungKook non voleva rischiare che suo padre tornasse prima che TaeHyung fosse andato via.

La signora Jeon si rattristò, aveva capito perfettamente che la ritrosia del figlio era dovuta all'imminente ritorno a casa del padre e non insistette, non poteva certo mettere in imbarazzo il figlio davanti al suo capo ma la sua attenzione venne catalizzata da un problema ancor più importante e che doveva essere affrontato subito, non appena, vedendoselo passare davanti, sentì l'inconfondibile odore di quel veleno provenire dal suo corpo.

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