Non Ce L'Ho Con Te

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~ Episodio 3 ~

Non Ce L'Ho Con Te







Non appena JungKook tornò alla sua scrivania, l'assenza di TaeHyung non lo sorprese particolarmente. Non gli sarebbe sembrato strano neanche se, al suo ritorno, TaeHyung non avesse voluto né parlargli né vederlo. La prima cosa che fece fu dirigersi verso la cabina armadio: doveva indossare qualcosa che coprisse la ferita sul collo. Prese un dolcevita nero, già indossato in passato, e dopo aver sistemato il colletto diverse di volte davanti allo specchio, tornò alla scrivania. Si guardò intorno, sentendosi estraniato. Da quanto tempo non andava a lezione? Quando era diventato inutile in quell'ufficio? E da quanto il signor Kim aveva smesso di tenerlo sotto controllo?

Era talmente assorto nelle novità che avevano travolto il suo corpo, che quasi si dimenticò di essere un semplice studente squattrinato, coinvolto in una missione segreta per distruggere la credibilità del figlio di un potente uomo d'affari. Una fitta alla spalla lo riportò bruscamente alla realtà: si era reso conto di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo. Aveva appena allungato la mano per controllare la ferita, quando sentì qualcuno entrare: TaeHyung.

«Sei tornato?!» La voce di TaeHyung era dura, carica di rabbia.

«Potrei chiederti lo stesso» JungKook sapeva bene di non poterlo fare, non era certo lui il capo, ma nulla gli avrebbe impedito di rispondere con fierezza, nonostante si aspettasse una risposta altrettanto tagliente.

«Potresti, se fossi tu il capo», ribatté TaeHyung, ignorando l'espressione infastidita di JungKook. «JiMin è stato di nuovo qui?» La domanda non aveva un vero scopo, ma l'odore del Beta permeava l'aria. Avevano approfittato della sua assenza? Si erano baciati di nuovo? Avevano mai smesso di farlo?

«Sei stato da YoonGi?» domandò JungKook, sempre pronto a rispondere a una domanda con un'altra. Non era un'abitudine che avesse mai perso, e in quel momento gli parve la cosa più giusta da fare: sentiva chiaramente il profumo di lavanda sul corpo dell'Alfa, nonostante quello fosse a diversi metri di distanza.

Invece di rispondere, TaeHyung pose fine alla distanza che lo separava dall'Omega avvicinandosi ai suoi capelli per annusarne il profumo. Lavanda. «E tu sei stato con JiMin».

JungKook si agitò, cercando istintivamente di sistemare il colletto del dolcevita. Se TaeHyung avesse notato il segno, si sarebbe sicuramente infuriato. Quella "E" suonava come un'ammissione, e la sua allusione era chiara: TaeHyung era convinto che tra lui e JiMin ci fosse qualcosa di romantico, proprio come lo pensava il Beta in senso opposto.

Perché tutti sembravano convinti che fosse uno dai facili sentimenti?

«Vaffanculo...», sibilò JungKook, spingendo TaeHyung con violenza, tanta da fargli perdere quasi l'equilibrio. «...io però JiMin non me lo sono scopato. Stronzo!», disse prima di chiudersi in bagno, non abbastanza in fretta da evitare l'insulto di TaeHyung.

«Puttana!»

Anche se si era ripromesso di non farlo, TaeHyung aveva usato ancora una volta quella parola. Sapeva che chiamare puttana qualcuno per la sua libertà sessuale era ingiusto, ma come poteva accettare quella situazione quando si trattava del suo Omega? Non poteva ingannarlo: aveva visto tutto e non gli era sfuggita l'alchimia tra loro. TaeHyung stava ancora combattendo contro i suoi pensieri, quando il suono del telefono lo distrasse dai rumori che provenivano dal bagno. Quando riconobbe la voce dall'altra parte della linea, strinse i pugni ma trattenne la rabbia. «Papà?»

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