~ Episodio 2 ~
Stai Male?
TaeHyung, JiMin, YoonGi e HoSeok erano riuniti nella sala comune dell'ufficio, ognuno con una tazza fumante tra le mani. Nonostante stessero per partire per affrontare uno dei momenti peggiori del loro anno lavorativo – quello dove erano costretti a partecipare alla battuta di caccia organizzata da Kim YongJoon – il clima era insolitamente rilassato, e si poteva percepire quel tipo di confidenza che nasce solo dopo anni di condivisione di esperienze, alcune delle quali al limite del surreale e che puoi compiere solo quando sei giovane come lo erano loro.
JungKook, che era appena arrivato, infreddolito e già stanco, si bloccò a metà del corridoio, dopo aver sentito la voce concitata di JiMin. Il primo pensiero era stato il peggiore, ¨«Non starà raccontando di noi due?!»¨, si chiese, aumentando il passo. Non poteva tollerare un simile tradimento, non da chi fino al giorno prima non aveva fatto altro che giurare amore. Non si palesò, ma rimase nascosto dietro lo stipite della porta, che sicuramente TaeHyung aveva lasciato aperta perché aspettava che lui arrivasse.
La voce di JiMin piano, piano, da esasperata assunse una connotazione di spensierata allegria. JungKook riusciva a immaginarsi il volto del Beta che a poco a poco si allargava in un sorriso, perché sapeva che di lì a poco avrebbero raccontato qualche episodio assurdo. Non stava parlando di lui, del morso. La sua era soltanto paranoia.
«È stato un miracolo se siamo usciti vivi quel giorno!», disse JiMin, con quel tono pieno di falsa indignazione che usava quando sapeva di stare per arrivare al meglio della storia. «Ma di sicuro, l'errore più grande è stato darti un fucile, YoonGi-ssi». Guardò il maggiore di sottecchi per controllare che non si stesse offendendo e poter continuare indisturbato con il suo racconto, «Fucile che non hai mai usato». Rise.
YoonGi, impassibile come sempre, alzò appena un sopracciglio, ma non si degnò di ribattere. Sapeva che JiMin stava per esagerare. Era il suo stile.
«Oh, vero, vero» lo incalzò HoSeok, trattenendo una risata perché sapeva bene quanto il suo amico d'infanzia fosse permaloso. «Però credevo che il nostro più grande errore fosse stato seguire Tae che ci ha fatti perdere nella foresta prima ancora di riuscire a vedere un animale». Mosse la mano come per scacciare un'immagine non voluta, «Cosa della quale gli sono stato grato visto che non sopporto veder morire quelle povere bestioline».
TaeHyung, che fino a quel momento aveva bevuto un solo sorso di caffè con aria indifferente, alzò un dito in segno di protesta. «Ehi, non ci eravamo persi. Io sapevo esattamente dove eravamo. È che nessuno di voi sapeva leggere le mappe».
«Non chiamerei "mappa" quella cartaccia che avevi stampato», intervenne YoonGi, finalmente. «Sembrava uno scarabocchio fatto da un bambino di cinque anni», notando lo sguardo indignato di TaeHyung, YoonGi si affrettò ad aggiungere qualcosa in più alla sua osservazione, «Un bambino di cinque anni, Alfa, naturalmente», disse, parandosi con le mani e con un sorriso sornione stampato sul volto. «Mia figlia avrebbe saputo farlo meglio», borbottò sottovoce.
«La cosa peggiore non furono né la mappa, né il fucile di YoonGi», continuò JiMin, ormai lanciato e quindi poco contento di aver perso il centro dell'attenzione del suo pubblico. «Il vero problema fu quando HoSeok decise di...», si grattò per un attimo il mento come se avesse dovuto cercare una parola, ma in realtà stava soltanto fomentando la curiosità di chi lo stava ascoltando, «Come dire...», fece un'altra pausa a effetto, «..."avvicinarsi" troppo a un cervo».
A quel punto, JungKook coprì la bocca per non ridere ad alta voce. TaeHyung annuì con gravità, ma i suoi occhi brillavano di divertimento.
«Sì, il momento in cui HoSeok si trasformò in uno "spaventacervi"», disse TaeHyung, ricordando il disastro. «Letteralmente. Pensava di riuscire a spaventarlo e farlo allontanare per non dovergli sparare, e invece...»
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Addicted
Fanfiction[Omegaverse] Un amore malato lo definirebbero molti Ma noi lo chiameremo Addicted. Perché? Per via dell'incoercibile bisogno che hanno uno del corpo dell'altro. Perché non si bastano mai come al corpo non basta un unico respiro. Perché sono arresi e...