Fa Che Non Sia La Realtà

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~ Episodio 2 ~







Era in ritardo, in fortissimo ritardo perché, a causa di un Beta ubriaco che aveva deciso di schiacciare il bottone per la fermata d'emergenza, la corsa del treno di JungKook era rimasta ferma in mezzo ad un tunnel sotterraneo per più di un'ora rallentando così tutte le linee, cancellando completamente ogni sua possibilità di arrivare in orario sul posto di lavoro. Aveva provato, invano, a telefonare ma sotto terra era quasi impossibile riuscire a prendere la connessione e la linea ed anche se questa situazione da sola sarebbe potuta bastare ad aumentare la sua ansia, il panico che si era scatenato tra le Omega intrappolate dentro le cabine in compagnia di Alfa e Beta sconosciuti non avevano fatto altro che peggiorare la situazione. L'odore di paura e sofferenza che permeava prima i corpi di quelle donne e dopo l'intero abitacolo lo stavano mettendo profondamente a disagio, riusciva a comprendere quel terrore, lo aveva provato innumerevoli volte sulla stessa pelle, solo che lo riteneva esagerato in quel frangente; i vagoni erano pieni di persone, tutte concentrate sui risultati disastrosi che quell'inconveniente avrebbe procurato alla routine della loro giornata – nessuno gli avrebbe restituito il tempo che avevano perso –, quindi nessuno le avrebbe aggredite, sicuramente non lui. Allora perché non la smettevano di espandere quel loro profumo vomitevole?

Quando le porte del treno si erano aperte era corso fuori dal mezzo e subito dopo dalla stazione come se fosse inseguito da un branco di cani selvaggi pronti a sbranarlo, aveva inciampato su un paio di persone che lo avevano insultato ma non si era fermato, aveva chiesto scusa continuando a correre a perdifiato fino a quando l'aria fresca non lo aveva colpito dritto sul viso permettendogli finalmente di tornare a respirare ossigeno che non sapesse di un qualche bouquet di fiori. Prese immediatamente in mano il cellulare e scosse la testa sentendo le notifiche che si susseguivano componendo una probabile marcia funebre su quella giornata e forse sul suo intero lavoro, «Questa volta TaeHyung mi ucciderà, cazzo!», le notifiche dove l'Alfa gli chiedeva spiegazioni sul suo ritardo erano innumerevoli per non parlare delle chiamate perse che erano proprio smesse dieci minuti prima.

Aveva fatto in modo che tutto andasse per il meglio, dopo le lezioni era persino riuscito a scappare dalle grinfie di quella "Scimmia" ammaestrata che era YugYeom che lo avrebbe sicuramente portato da JinYoung ma comunque adesso si ritrovava nei guai. Premette il contatto di TaeHyung per far partire la chiamata, non era davvero convinto di volerlo sentire urlare ma non poteva esimersi dal contattarlo, quando dopo il terzo squillo nessuno rispose tirò un sospiro, non di sollievo perché oramai era certo che a breve avrebbe avuto a che fare con un Alfa alterato e così nervoso da non voler neanche rispondere al cellulare, ¨«C'è davvero bisogno di incazzarsi in questo modo. Io ce la metto tutta per»¨, ripose il telefono in tasca, spingendolo malamente a causa della rabbia e, stizzito, riprese a camminare, non avrebbe permesso che una cosa così banale gli rovinasse la giornata, ¨«Beh vaffanculo!»¨

Cercò di correre ancora più in fretta, la strada che avrebbe dovuto percorrere a piedi, dalla fermata della Metropolitana fino alla Kim Corporation non era poi molta, soprattutto per un ragazzo atletico come JungKook ma lo infastidiva comunque l'idea di essere sotto pressione, di doversi dimostrare sempre all'altezza anche quando non era palesemente colpa sua ciò che gli accadeva intorno e odiava l'idea di sudare perché TaeHyung lo avrebbe costretto ad indossare uno dei suoi strambi capi di abbigliamento. Entrò in fretta dentro l'edificio salutando ed inchinandosi con fare composto davanti ai ragazzi ed alle ragazze che si occupavano dell'accoglienza non fermandosi neanche quando sentì pronunciare il suo nome, se solo si fosse preso la briga di ascoltare cosa quei ragazzi avessero da dirgli avrebbe avuto la possibilità di prepararsi a ciò che si sarebbe trovato davanti da lì a pochi minuti.

JungKook aveva sentito le urla del suo capo fin da quando era uscito dall'ascensore, notando, a fargli eco, la voce di YoonGi che sembrava anch'esso nervoso e quella di JiMin che, con un tono altrettanto alto perché aveva dovuto adeguarsi al volume degli altri due per farsi sentire, cercava di limitare i danni facendoli calmare e riportarli all'ordine, cosa era successo?

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