~ Episodio 2 ~
Era ancora incredulo per il fatto di aver ottenuto il lavoro, per il discorso che il suo nuovo capo gli aveva fatto e per la reazione che aveva avuto lui a quel discorso. Fare ciò che gli era stato chiesto agli occhi di molti sarebbe potuto sembrare spregevole ma 'Un uomo fa ciò che deve', lui stesso lo aveva detto.
Gli era stata data un'ora di pausa per mangiare qualcosa alle macchinette che si trovavano nella sala mensa dell'edificio e poi si sarebbero rivisti nell'ufficio dell'uomo per conoscere e farsi conoscere dal figlio del CEO che lavorava nella società del padre da due anni, cioè da quando aveva finito l'università. Gestiva il settore design dell'azienda dal settimo piano dell'edificio, quello che JungKook aveva ottenuto era un lavoro molto ambito perché Kim TaeHyung, oltre ad essere un figlio di papà ed un privilegiato, negli anni aveva dimostrato di essere molto portato per il suo lavoro, un genio che vedeva oltre gli stereotipi aziendali di suo padre. Era sua infatti l'idea innovativa di utilizzare stoffe preziose che solitamente venivano usate soltanto per i kimono, per produrre capi eleganti che le donne e gli uomini dell'alta società avrebbero potuto indossare nelle occasioni di gala, idea che si era dimostrata vincente e che aveva dato al giovane imprenditore la speranza concreta di poter un giorno prendere le redini della società.
JungKook aveva scelto di mangiare uno snack dolce preso dalle macchinette e di bere un latte alla banana, una delle sue bibite preferite che spesso però evitava di consumare all'università perché tutti lo deridevano visto che, secondo gli altri, era un drink da bambini. Seduto su una panca della mensa passò una buona mezz'ora pensando e ripensando a come tutte quelle novità avrebbero cambiato la sua vita, avrebbe dovuto riorganizzare i suoi impegni, il suo modo di studiare e rinunciare al suo tempo libero ma ne sarebbe valsa la pena. Già si immaginava il discorso di sua madre che lo avrebbe esortato a pensarci bene, a non stancarsi troppo ed anche se sapeva che la donna che lo aveva cresciuto avesse ragione non poteva accontentarla, non poteva ripensarci perché aveva preso un impegno e perché quel lavoro avrebbe cambiato la sua vita.
E JungKook neanche poteva immaginare quanto vera sarebbe stata questa cosa.
Mancavano poco più di venti minuti quando JungKook decise di andare in bagno, lavarsi i denti e darsi una sistemata per incontrare il suo nuovo capo, entrando rimase sorpreso, non che i bagni dell'università fossero sporchi, maleodoranti o tenuti male, erano pur sempre i servizi igenici di uno degli atenei più importanti della Corea ma mai si sarebbe aspettato un simile ordine e gusto nel bagno di un'azienda commerciale, il verde dominava tutte le pareti ed il pavimento mentre i lavandini spiccavano di un bianco abbagliante.
Sorrise di sé stesso per essere rimasto per più di un minuto ad ammirare le piastrelle di un bagno e subito dopo poggiò lo zaino su quella superficie candida per tirarne fuori lo spazzolino ed una delle asciugamano che usava per lo sport. Era in soggezione, se qualcuno lo avesse visto, con quei capelli e con addosso una semplice tuta di bassa qualità lo avrebbe sicuramente cacciato perché era chiaro che non lavorasse lì infatti si bloccò sul posto quando sentì aprirsi una delle porte dei servizi igenici; diede una sbirciata attraverso lo specchio e quando vide l'immagine che vi era riflessa rimase paralizzato.
Un bellissimo ragazzo dai capelli neri, il viso squadrato e perfetto, gli occhi grandi e felini e le labbra voluttuose lo stava fissando come se fosse una preda rara e preziosa.
Kim TaeHyung se lo stava mangiando con gli occhi.
Entrambi i ragazzi rimasero immobili a studiarsi oltre quella superficie riflettente continuando a desiderarsi in silenzio.
STAI LEGGENDO
Addicted
Fanfiction[Omegaverse] Un amore malato lo definirebbero molti Ma noi lo chiameremo Addicted. Perché? Per via dell'incoercibile bisogno che hanno uno del corpo dell'altro. Perché non si bastano mai come al corpo non basta un unico respiro. Perché sono arresi e...