Non Sempre Tutto Va Come Deve Andare

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~ Episodio 2 ~







Mezzogiorno era arrivato in fretta, TaeHyung e JungKook avevano preparato il necessario per la riunione, tra di loro c'era un'atmosfera tesa e piena di imbarazzo, e mentre uno si ostinava a pensare che fosse per via del rifiuto datogli quella mattina, l'altro invece era consapevole di non riuscire a restare accanto all'Alfa a causa del suo odore e del motivo per il quale il maggiore puzzava maledettamente di Beta. A TaeHyung era premuto ricordare al suo segretario, che in presenza di suo padre nessun dipendente si sedeva, parlava o prendeva iniziative di alcun genere, «Ricordati cosa è successo con il tè», gli aveva detto con un leggero sorriso sul volto ma la seconda cosa che gli era premuto ricordare era stata che alla riunione avrebbe partecipato di nuovo il signor Chung con il suo segretario, «Non commetterò di nuovo lo stesso errore. Te l'ho detto che non ho nessun interesse per quel ragazzo e che la mia era soltanto una ripicca».

TaeHyung si era cambiato, indossando un completo blu, elegante e molto formale, anche quella era una richiesta implicita del vademecum del bravo imprenditore che suo padre adorava imporre silenziosamente ai suoi dipendenti, «Con l'esempio TaeHyung-ie. Con l'esempio si forgiano le menti», era la frase che soleva dirgli fin da quando era piccolo; quando JungKook lo aveva visto in abiti così eleganti, si era subito preoccupato del proprio aspetto.

«Devo cambiarmi anch'io?», l'Alfa lo aveva squadrato dalla testa ai piedi, avrebbe potuto dire di no solo per fare un dispetto a suo padre ma di metterlo nei guai non gli andava a genio, soprattutto dopo che il minore si era preso la briga di procurargli il limone per il tè durante una riunione ufficiale di suoi padre. Sorrise di nuovo a quel ricordo ed entrò nella cabina armadio per cercare qualcosa di casual ma più elegante di un paio di jeans strappati che, senza alcun dubbio, gli stavano bene ma che non erano appropriati per il posto che era stato scelto per pranzare. JungKook lo seguì capendo che la risposta fosse affermativa e lo osservò mentre sceglieva accuratamente qualcosa da fargli indossare.

Gli porse un pantalone a sigaretta ed una camicia dal colletto alla coreana neri ed una giacca a sfondo nero ma decorata con peonie fucsia e crisantemi stilizzati ricamati con fili d'oro, JungKook pensò che solo quella doveva valere più dell'auto di suo padre, «Hyung, vuoi davvero darmi quella giacca? E se te la rovinassi?»

Lo fissò divertito per qualche minuto, era davvero preoccupato per un misero indumento che lui avrebbe potuto ricomprare o farsi cucire, visto che quello era un capo della sua collezione, con un semplice schioccare di dita? A volte TaeHyung era convinto che JungKook non fosse davvero consapevole delle persone e dell'azienda per le quali lavorava adesso, «Intanto, quello è un blazer e non una giacca. Non starò qui ad insegnarti le differenze perché sarebbe solo uno spreco di tempo, secondo non pranzerai neanche, mio padre è convinto che far mangiare i propri dipendenti durante l'orario di lavoro sia un segno di debolezza, quindi se non ti chiuderai di nuovo in un bagno a scopare non dovrebbero esserci problemi e terzo», smise di parlare di colpo, e si bloccò a guardare JungKook mentre si spogliava davanti a lui senza alcun problema.

«Non c'è niente che tu non abbia già visto. Quindi non guardarmi in quel modo», non sapeva neanche lui il motivo per cui lo aveva fatto, forse perché tutto quel parlare di improbabili giacche ed inferiorità dei dipendenti lo aveva solo infastidito ma la verità era che JungKook non sopportava quel continuo rimarcare che il maggiore stava facendo riguardo a quello che era successo con DoHyun, il segretario del signor Chung. Aveva già detto più volte che quella situazione non si sarebbe ripresentata e voleva essere creduto, così si era spogliato lì davanti a lui soltanto per farlo smettere di parlare. Non si stupì quando gli occhi del suo capo cominciarono a vagare su tutto il suo corpo soffermandosi a lungo sulle cosce nude e toniche fino a quando non fu costretto a spostare lo sguardo solo perché lui aveva indossato i pantaloni.

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