~ Episodio 1 ~
- 29 Ottobre, giovedì -
Per la prima volta dopo moltissimo tempo, JungKook aveva dormito più di otto ore e si era svegliato molto prima che la sveglia suonasse, avrebbe potuto rimanere ancora un po' tra le coperte a crogiolarsi nel tepore che il suo corpo aveva creato in quelle ore, eppure con un gesto atletico si era alzato, aveva indossato una delle tante tute che riempivano il suo armadio e, dopo aver preso le amate ed odiate pillole, era uscito di casa per cominciare l'allenamento mattutino che quel giorno sarebbe durato più a lungo. In tutti gli anni nei quali aveva praticato sport, soprattutto quando era più giovane, molte volte alzarsi al mattino per correre oppure per andare agli allenamenti gli era pesato tanto, aveva persino pianto pur di convincere la madre di lasciarlo dormire ma con il tempo aveva imparato a sue spese che senza sacrificio, con il fisico che si ritrovava a causa del suo secondo genere, difficilmente avrebbe raggiunto i suoi obiettivi e così giorno dopo giorno e lacrima dopo lacrima aveva disciplinato il suo corpo e la sua mente e quindi anche se non appena aveva varcato la porta l'aria fredda del mattino gli aveva provocato mille brividi, aveva comunque inforcato le sue cuffie e corso verso la salita che quella mattina avrebbe percorso almeno tre volte.
Il leggero rossore che JungKook aveva sulle guance e l'impercettibile sorriso che gli adornava le labbra, erano ancora impressi nella mente di TaeHyung quando quella mattina si era svegliato, persino la sensazione dell'Omega stretto tra le sue braccia era così vivida da togliergli il fiato, ed era proprio a causa di quei ricordi che, dopo mezz'ora da quando la sua sveglia aveva suonato, l'Alfa era ancora comodamente steso sotto le sue coperte intento a perdersi in quelle sensazioni che sembravano, con sua grande gioia, non volerlo abbandonare. Quello che lo aveva spinto a non dare di matto davanti a JungKook quando era tornato in ufficio dopo più di un'ora di assenza – ora che aveva trascorso con JiMin – non gli era ancora chiaro, avrebbero potuto chiamarla tregua ma TaeHyung sapeva che c'era di più, una volontà che andava oltre il danno di immagine di cui parlava YoonGi, ben oltre il suo orgoglio di Alfa ferito da quell'atteggiamento irriverente che JungKook usava nei suoi confronti, lui lo avrebbe identificato più come un desiderio irrazionale che lo spingeva a volerlo vedere, toccare, baciare e persino odiare quando sul corpo dell'altro scorgeva quei segni ai quali non sapeva dare una spiegazione che non implicasse la gelosia.
Quando alle otto e mezza in punto era entrato nell'ufficio del suo capo, JungKook era rimasto sorpreso nel trovarlo buio e vuoto proprio come era successo il giorno precedente, diede subito uno sguardo all'agendina elettronica per controllare che non ci fosse qualche notifica che gli era passata inosservata, con la quale TaeHyung lo informava del suo ritardo ma niente del genere era presente sul dispositivo, scosse la testa un po' infastidito per quella situazione e poi decise di mandare un messaggio all'uomo per accertarsi che non fosse successo nessun imprevisto.
Era uscito di casa così tanto in ritardo che, pur di fare colazione, aveva indossato la prima cosa facile e comoda che gli era passata per le mani, una tuta che naturalmente non aveva niente di indecoroso perché apparteneva ad un marchio molto famoso e costoso ma che però era poco adatto alla giornata di lavoro che lo aspettava, aveva già programmato di precipitarsi dritto nella sua cabina armadio non appena fosse arrivato nel suo ufficio ma subito una telefonata lo aveva costretto a recuperare la borsa e rispondere alla chiamata nonostante dal nome che aveva visto campeggiare sullo schermo avrebbe preferito ignorarla, infatti era la sua futura fidanzata che, per l'ennesima volta, lo implorava di portarla con sé nell'imminente viaggio d'affari che avrebbe fatto a Busan così da farle finalmente conoscere i suoi nonni materni; ancora una volta glielo aveva negato e, ancora una volta, avevano litigato con conseguente peggioramento dell'umore dell'Alfa che adesso sentiva di nuovo la voglia di fumarsi un altro pacchetto intero di sigarette. Aveva appena indossato un paio di pantaloni casual quando il telefonino aveva attirato nuovamente la sua attenzione, sospirò sperando che non fosse ShinHye e si rilassò quando lesse il messaggio da parte del suo segretario, «Io sono arrivato ma tu non ci sei», e subito dopo un altro che lo fece sorridere, «Tutto apposto?», si stava preoccupando per lui?
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Addicted
Fanfiction[Omegaverse] Un amore malato lo definirebbero molti Ma noi lo chiameremo Addicted. Perché? Per via dell'incoercibile bisogno che hanno uno del corpo dell'altro. Perché non si bastano mai come al corpo non basta un unico respiro. Perché sono arresi e...