Sei Un Fottuto Bambino

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~ Episodio 1 ~






- 26 Ottobre, lunedì -




Arrivare in orario in ufficio quella mattina non era stato semplice, JungKook aveva dovuto rinunciare alla corsa per poter fare colazione prima di uscire di casa, l'ora e un quarto che lo separava dal luogo del lavoro non sarebbe diminuita soltanto per farlo riposare un po' di più o per dargli modo di allenarsi e quindi aveva dovuto, per forza, rinunciare a qualcosa e visto che sua madre non gli avrebbe mai permesso di saltare un pasto la decisione era stata facile da prendere: niente allenamento mattutino e colazione veloce che non lo aveva neanche sfamato a dovere. Più volte, sia la sera precedente – prima di riuscire ad addormentarsi – che quella mattina, si era chiesto cosa fosse potuto accadere di così importante ed improvviso da richiedere quella riunione speciale, sicuramente riguardava soltanto il loro ufficio perché JiMin di quell'evento improvviso non ne sapeva nulla visto che a lui non era arrivato nessun messaggio, che fosse successo qualcosa con suo padre? Durante il fine settimana TaeHyung avrebbe potuto andare a casa dei suoi genitori e tra una parola e l'altra causare un litigio che avrebbe potuto portare il signor Kim a dire qualcosa di troppo, smascherando così il ruolo che lui aveva all'interno dell'ufficio del figlio? JungKook cercò di ripassare tutte le cose che aveva fatto negli ultimi giorni, che non erano state poi troppe visto che ancora non aveva molta libertà di movimento e che l'Alfa continuava a tenerlo distante, aveva potuto commettere un errore? Soltanto chi non fa nulla non sbaglia nulla e poi quale errore talmente grande avrebbe potuto commettere rispondendo semplicemente al telefono ed organizzando un'agenda? Che fosse davvero soltanto una vendetta per come era finita la giornata del venerdì? Quella era un'eventualità che non voleva prendere in considerazione perché neanche un bambino avrebbe mai fatto una cosa del genere.

Mancavano ancora molti minuti alle sette ed anche se era abbastanza in anticipo, JungKook aveva comunque cominciato a correre perché non appena era uscito dalla Metropolitana il freddo della mattina lo aveva colto di sorpresa facendolo rabbrividire, nella sua testa le maledizioni e gli insulti verso il suo capo continuavano a susseguirsi senza sosta ma in silenzio, per non sembrare un pazzo che inveiva da solo contro il nulla. Anche se sarebbe potuta sembrare un'azione incoerente si era fermato al "Paul Bassett" che si trovava proprio accanto all'entrata per comprare un cappuccino d'asporto e qualcosa di dolce visto che senza alcun dubbio il suo capo non era riuscito a fare la colazione abbondante alla quale era abituato, visto che al cibo preferiva di gran lunga il sonno. Arrivato alla ricezione il sorriso gentile dei ragazzi e delle ragazze atti all'accettazione dei clienti lo aveva accolto riempiendolo di domande sulla sua presenza in azienda, nessuno di loro era a conoscenza di una qualsiasi riunione a quell'ora e da un certo punto di vista quella notizia era rassicurante perché voleva dire che in quell'evento non vi era coinvolto il signor Kim.

Dentro l'ufficio tutte le luci erano spente, quel particolare non fece ben pensare l'Omega che era già pronto a ricevere una brutta sorpresa, sistemò lo zaino sulla sua poltrona per poi entrare direttamente nello studio di TaeHyung che, come si aspettava, era vuoto, accese qualche luce, i computer e sistemò la colazione che aveva comprato – se fosse stato necessario l'avrebbe riscaldata al suo arrivo – e dopo si diresse alla sua scrivania e per non sprecare tempo si mise a controllare il lavoro che avrebbero dovuto affrontare per quella giornata, non avevano appuntamenti esterni questo voleva dire che avrebbe avuto molto tempo per organizzare ogni cosa durante la giornata così si mise a ripassare alcuni appunti dell'università. JungKook era così assorto nei suoi schemi di economia che a malapena si era accorto dei messaggi che continuavano ad arrivare al suo cellulare, «Buongiorno JungKook-ie», era JiMin, in quei due giorni aveva preso a chiamarlo con quel vezzeggiativo, perché oramai potevano, a detta sua, considerarsi amici. «Com'è andata con la tua riunione speciale?», quella domanda mise l'Omega sul chi vive, che ore erano? Toccò di nuovo lo schermo del telefono per farlo illuminare e controllare l'orario, erano quasi le otto e di TaeHyung non c'era neanche l'ombra ed a quel punto l'idea di essere stato preso in giro era divenuta una realtà ma, come se non gli fosse possibile accettare un simile comportamento, cercò il numero del suo capo nel cellulare per provare a contattarlo e sincerarsi che non gli fosse successo nulla.

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