~ Episodio 1 ~
- 17 Ottobre, sabato -
Come da abitudine la sveglia quella mattina aveva suonato alle cinque e mezza anche se il venerdì, tra le tante cose, JungKook aveva informato il suo allenatore che non avrebbe partecipato ai soliti allenamenti del fine settimana a causa del suo precario stato di salute. L'uomo non era stato contento di quella notizia, JungKook era la sua arma vincente, quello che faceva la differenza, colui su cui contare quando le speranze sembravano essere del tutto svanite ma proprio per le stesse ragioni aveva acconsentito a quel giorno di riposo forzato; non voleva certo causargli qualche danno peggiore facendogli perdere altri allenamenti. Quando JungKook si soffermava a pensarci non poteva fare a meno di sorridere all'idea che tutta la sua squadra, e perfino il prestigio sportivo dell'intera università, dipendesse da uno come lui, da uno che, se solo fossero stati a conoscenza del suo secondo genere, avrebbero forse cacciato dall'ateneo.
Aver mangiato per due giorni di seguito degli alimenti potenzialmente dannosi per il suo organismo non era stata una delle idee migliori che avesse mai preso nella sua vita ma finalmente cominciava a sentirsi meglio, la febbre, i dolori addominali ed il leggero tremolio agli arti erano svaniti ma aveva ancora un po' di nausea motivo per il quale sua madre aveva continuato a costringerlo a bere quella disgustosa tisana alle erbe amare – anzi amarissime – ma JungKook era sicuro che per l'inizio della settimana sarebbe stato in grado di tornare a lezione ed a lavoro.
Sua madre continuava a stargli addosso non capacitandosi del perché non si fosse ancora ripreso ma lei non era al corrente del fatto che il ragazzo avesse mangiato per ben due volte del cibo che gli era vietato e che anche la seconda volta avesse usato l'aconito per riuscire a liberarsi lo stomaco da quel dannato tramezzino. TaeHyung era stato gentile ad imporsi con la madre per non lasciargli mangiare la torta ma JungKook, pur essendo sicuro che se gli avesse detto di non poter mangiare neanche quello stupido panino non avrebbe fatto storie, anzi, avendolo visto stare molto male sarebbe stato felice di quella confessione, tutta quella sincerità non se la poteva permettere e come al solito aveva fatto finta di niente peggiorando così la sua salute perché aveva paura che l'Alfa potesse scoprire il suo segreto. TaeHyung non era stupido, un'intolleranza alimentare in comune con le donne con il secondo genere Omega era una coincidenza, due, avrebbero causato la scintilla per instillare in lui il dubbio e quel dubbio avrebbe portato il suo capo ad indagare, cercare ed alla fine scoprire. TaeHyung era stato gentile e lui lo aveva ripagato nel peggior modo possibile ma il suo segreto era molto più importante della riconoscenza verso uno sconosciuto.
Anche se la sveglia aveva suonato lui non aveva nessuna intenzione di alzarsi, era ancora un po' indolenzito ed il tepore delle coperte era difficile da abbandonare, non aveva mai avuto tutto quel tempo per poltrire perché solitamente aprire gli occhi voleva dire cominciare una routine che si sarebbe conclusa soltanto a tarda sera con lui completamente esausto, steso in quello stesso letto, intento a raccontare a sua madre tutte le cose che aveva fatto, i problemi che aveva risolto, le cose che aveva imparato, sorridendo anche quando non aveva molto per cui sorridere, anche quando non c'erano motivi per farlo perché era stato preso in giro tutto il giorno, anche quando tutti quelli che gli stavano intorno si erano divertiti a dileggiarlo perché lui non era della loro stessa risma. Persino il giorno in cui TaeHyung lo aveva chiamato stupido e ritardato aveva sorriso raccontando a sua madre di quel Beta strambo e colorato che gli sorrideva come se lo conoscesse da anni e che sembrava voler fare amicizia con lui, gli aveva raccontato dei vestiti bizzarri che gli vedeva indossare e anche quando quella Omega, la parrucchiera, lo aveva sedotto lui glielo aveva raccontato – tralasciando naturalmente il fatto che fosse sposata – perché quella era una vittoria e perché per quanto gli era possibile JungKook cercava sempre di espiare i suoi peccati con la sincerità, anche se questa sarebbe potuta risultare più imbarazzante della verità. Sua madre gli aveva sorriso scompigliandogli i capelli per poi ricordargli di usare tutte le precauzioni del caso menzionandogli la sua giovane età ed i suoi obiettivi che non dovevano essere messi in pericolo dal divertimento dato da fugaci momenti di piacere.
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Addicted
Fanfiction[Omegaverse] Un amore malato lo definirebbero molti Ma noi lo chiameremo Addicted. Perché? Per via dell'incoercibile bisogno che hanno uno del corpo dell'altro. Perché non si bastano mai come al corpo non basta un unico respiro. Perché sono arresi e...