So Cosa Stai Per Fare

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~ Episodio 2 ~







«Siediti!», gli aveva intimato con una voce che non sembrava neanche la sua, assertiva, impostata e calda. Sexy l'avrebbe descritta TaeHyung che senza pensarci neanche per un momento obbedì sedendosi sul divanetto che girava tutto intorno al tavolo della piccola stanza adibita a cucinino e ritrovo suo e dei suoi amici.

JungKook lo fissò per qualche istante come se non sapesse cosa fare, come se stesse per dubitare della sua decisione di dare piacere al suo capo proprio come lui aveva fatto giorni prima sulla scrivania del suo ufficio e forse lo fissò per un secondo di troppo perché l'altro parlò spazientito, «Rimani lì fermo a guardarmi?»

JungKook, per un motivo all'Alfa sconosciuto, sorrise, cosa gli stava passando per la testa? Voleva che il più giovane si sbrigasse a dargli piacere ma aveva deciso di lasciargli carta bianca e così rimase ad aspettare che facesse la prima mossa, «Mai! Che non si dica che Jeon JungKook non è capace di far venire un ragazzino con un pompino veloce e super eccitante», e quell'accenno di sorriso si ampliò ancora di più quando la stessa identica smorfia comparve sul volto dell'altro.

«Sei un egocentrico del cazzo».

Quella frase bastò per far scattare qualcosa nella mente di JungKook, lui si ricordava ciò che apparteneva alla sfera del loro reciproco interagire. Si inginocchiò davanti alle gambe di TaeHyung che quando lo vide muoversi le aprì meccanicamente, senza neanche pensarci, per dare libero accesso al suo inguine che già reclamava attenzioni, «Sembri impaziente».

«Lo saresti anche tu se stessi qui ad aspettare che un dannato ragaz...», sospirò sentendo le mani di JungKook spingere con forza, troppa forza, sulla patta dei suoi pantaloni, «...ad aspettare che uno stronzo si decida a soddisfarti».

TaeHyung faceva sesso quasi tutti i giorni e, a giudicare dal tempo che lui ed il Beta trascorrevano dentro l'ufficio, YoonGi doveva soddisfarlo sicuramente per più di una sola volta, eppure quando si trovava in compagnia di JungKook non riusciva a non sentirsi eccitato e se tra loro due non ci fosse stata l'ombra di suo padre sicuramente avrebbero già fatto sesso più e più volte.

«Io non sono come il cagnolino Beta che ti scopi nel tuo ufficio», non lo guardò in volto pronunciando quelle parole, le aveva usate solo per dileggiarlo ma quello era anche un modo per dimostrare che il suo rapporto con il collega di lavoro gli dava fastidio, altrimenti non lo avrebbe tirato in ballo.

«Perché parli di lui adesso? Succhiamelo e dimostrami che sei meglio di lui», aveva aspettato fin troppo e per nervosismo e frustrazione portò una mano tra i capelli del più giovane per tirarlo verso di sé.

«Succhiamelo, succhiamelo. Sai dire solo questo?», finalmente lo guardò in viso, lo stava sfidando e lui avrebbe accettato la sfida, «Sei noioso e tieni a posto quelle mani del cazzo», gli diede un piccolo buffetto sulle mani per intimargli di lasciare la presa e subito dopo ritornò alla sua immobilità.

TaeHyung adagiò le mani sulla pelle soffice del divanetto continuando a fissare l'altro per studiarne i movimenti ma JungKook sembrava non avere nessuna intenzione di muoversi – non come avrebbe voluto lui almeno –, quando l'altro si decise a fare qualcosa lo guardò mentre si sedeva sulle sue cosce senza mai slegare il legame, indissolubile, che sembrava essersi creato tra i loro occhi, «Cazzo JungKook-ah, che stai facendo? Avevi detto che non avevamo tempo».

JungKook sorrise, era vero che non avevano tempo ma adesso non gli importava, l'unica cosa che contava era farlo sovreccitare e subito dopo soddisfarlo in modo tale che quando l'Alfa si fosse ritrovato tra le cosce di YoonGi non avrebbe potuto fare a meno di ripensare a lui, «Sbottonati la camicia», pronunciò quelle poche parole facendo scorrere lentamente l'indice sul petto del maggiore ma quando le mani di TaeHyung si mossero troppo velocemente perché voleva che quella tortura finisse in fretta, lui lo fermò indispettito, «Lentamente. Fammi vedere quelle belle dita che slacciano i bottoni uno ad uno con pazienza e meticolosità», si leccò il labbro inferiore per istigarlo – eccitarlo –, «Fammi desiderare quello che nascondi sotto quel sottile pezzo di stoffa, hyung».

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