Lui È Solo Di Passaggio

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~ Episodio 1 ~






- 22 Ottobre, giovedì -




La domanda che TaeHyung aveva posto a JungKook la sera precedente dove gli chiedeva se poteva baciarlo non era stata prudente, la richiesta di JungKook di incontrarsi a casa sua per poi rimanere da soli in camera da letto non era stata prudente, entrambi avevano tenuto il comportamento più rischioso per la loro sanità mentale e fisica. Grazie a quella virtù i due ragazzi avrebbero dovuto essere capaci di capire quali fossero le cose buone da compiere e su quelle malvagie da evitare eppure, quando stavano insieme, non riuscivano a fare a meno di sbagliare e farsi del male. Si volevano ma si rifiutavano e non per paura o timidezza ma perché entrambi erano convinti che andarci con i piedi di piombo li avrebbe aiutati a superare al meglio quella situazione intricata. Eppure, che spreco era quell'eccesso di prudenza per due corpi che continuavano a cercarsi?

Molti dicono che la prudenza non è mai troppa, che ci vuole coraggio per manifestarla perché spesso ti spinge a rinunciare a qualcosa che desideri e JungKook prudente lo era sempre stato, forse non da sempre e sempre, infatti non lo era stato quella notte ma gli era servito, aveva imparato la lezione e cioè che doveva ponderare bene i risultati ai quali avrebbe portato ogni sua azione e scelta, positivi o negativi che fossero. Comunque dopo aver imparato la lezione, ed alla reverenda età si ventuno anni, aveva commesso l'ennesimo errore di valutazione e questo sbaglio riguardava una delle persone più potenti e pericolose che in quel preciso momento storico dominavano la Corea del sud, Kim YongJoon. Il ragazzo quella mattina, come al solito, era uscito per correre, poco dopo che TaeHyung aveva lasciato la sua casa aveva smesso di piovere e le strade erano asciutte ma in lontananza un enorme cumulonembo campeggiava sul profilo di Namhyeon-Dong, un enorme nuvola bianca, simile alla panna montata, dalla base grigia quasi nera, carica d'acqua e fulmini che come piccole venuzze blu e bianche presagivano un possibile temporale, sovrastato da questo impressionante fenomeno naturale, JungKook si era quasi rassegnato alla giornata che aveva davanti, molto simile a quella precedente pregna di possibili successi e probabili fallimenti quando il suono del suo telefono lo bloccò poco prima di entrare in casa; il dispositivo aveva squillato soltanto due volte quando il ragazzo era riuscito a guardare lo schermo e maledirsi perché non era stato saggio, prudente, da parte sua immischiarsi con quell'uomo, «Signor Kim, buongiorno», le mani gli tremavano, dopo che aveva letto quel nome aveva rischiato addirittura di perdere il cellulare per terra mentre tentava di pigiare il piccolo simbolo verde ma non poteva esimersi dal rispondere.

«JungKook-ah, ho saputo che ieri sera mio figlio è stata a casa tua», i convenevoli erano inutili, il ragazzo non era un socio oppure un parente con i quali a malavoglia, e suo malgrado, avrebbe dovuto salutarlo con cortesia ma Jeon JungKook era un suo dipendente e non uno di quelli indispensabili perché protetto da chissà quale legge atta a tutelare le minoranze – leggi che lui odiava a prescindere perché erano a suo dire la rovina dell'economia – e non era neanche il figlio raccomandato di un odiato ma utilissimo socio che doveva sopportare per forza di cose ma era il suo nuovo burattino, un ragazzino che oramai aveva in pugno e che, se avesse fatto per bene il suo lavoro, gli sarebbe stato milioni di volte più utile di tutti quei figli di papà che nella maggior parte dei casi non sapevano fare neanche il loro lavoro, dimostrandosi completamente inutili, quindi aveva sorvolato i saluti ed era andato dritto al punto.

¨«Sono fottuto»¨, JungKook non riusciva a pensare ad altro, non gli importava che gli desse del tu, né che non lo avesse neanche salutato quello che era importante era il fatto che sapesse; aveva già il dubbio che l'uomo fosse capace di far seguire entrambi, era proprio per quello che la sera precedente non era andato a casa di TaeHyung e lo aveva invitato nella sua abitazione ma quella domanda era una conferma che non avrebbe voluto ricevere. Aveva fatto un errore, in verità non era stata colpa sua, lo aveva subito perché non poteva certo immaginare che l'uomo che aveva deciso di spiare e tradire dopo averne ottenuto la fiducia fosse il suo compagno predestinato, ¨«Stramaledetta Luna»¨, proprio dalla Luna. La Dea di coloro che possedevano il secondo genere mannaro. «Sì signore, TaeHyung è venuto a casa mia».

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