Il Gioco È La Medicina Più Grande

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~ Episodio 1 ~

- 18 Ottobre, domenica -

Finalmente JungKook si sentiva meglio, stiracchiandosi mentre si liberava dalle coperte non aveva sentito nessun dolore addominale, la sensazione che fino alla sera precedente aveva in gola, come se avesse avuto un deserto di sabbia dentro, era passata e persino il mal di testa era sparito, quasi gli dispiaceva l'idea di prendere la solita pillola che gli serviva per nascondere il suo odore perché per alcune ore sarebbe tornato a sentirsi intontito, assonnato, quelle dannate medicine lo rendevano distratto e poco produttivo ma non c'era niente che poteva fare, doveva prenderle e lo avrebbe fatto. Si distrasse da quel pensiero quando si rese conto che aveva qualcosa di duro che si scontrava contro la sua guancia, tirò fuori l'oggetto rendendosi conto che fosse il suo cellulare, «Cazzo! Mi sono addormentato mentre ero al telefono con TaeHyung», subito lo assalì la consapevolezza che il maggiore avesse potuto sentirlo russare o peggio, parlare nel sonno, si augurò soltanto di non aver detto qualcosa di compromettente. ¨«Non sarebbe poi così male. Fai rumori carini e, sei bello quando dormi»¨, JungKook strinse i pugni e si alzò in fretta, «Vaffanculo! Carini il cazzo», frugò nel suo zaino con compulsione, doveva zittire quella voce che non voleva altro che avvicinarlo a lui ma questo non poteva permetterselo e come sempre ingoiò quella piccola pillola dorata, Oro, come il colore degli occhi delle donne Omega, Oro come quegli occhi che lui non avrebbe avuto mai perché la Luna sapeva divertirsi con i suoi figli, tessendo trame degne delle tre Parche, ragnatele fittissime atte ad intrappolare la bella farfalla che era JungKook.

La ingoiò senza neanche cercare l'acqua e si diresse in bagno per fare quella doccia che lo avrebbe in parte aiutato ad attutire lo stordimento, ma prima afferrò il cellulare, cercò quel contatto che oramai conosceva a memoria e digitò il suo messaggio. Era rimasto sotto l'acqua per troppo tempo, a farglielo capire era stato il forte rumore che le nocche di suo padre facevano sbattendo ritmicamente sulla porta della sua stanza, «Credi che l'acqua sia gratis? Ti stiamo aspettando per fare colazione se vuoi degnarci della tua presenza», chiuse subito il miscelatore dell'acqua ed uscì dalla doccia, rischiando di scivolare sopra una macchia di sapone mentre cercava di asciugarsi in fretta per non recare ulteriore fastidio, era stato un problema fin troppo grande per loro fin dall'inizio.

Scese, con i capelli ancora umidi ed una tuta indosso, la prima cosa che aveva trovato a portata di mano, l'unica che gli avrebbe permesso di non ritardare oltre. «Si veste sempre come se non avesse altro che tute nell'armadio. La gente penserà che non possiamo permetterci di comprargli vestiti decenti. Quel tuo amico ieri, si vede che è un ragazzo di buona famiglia, nonostante indossasse un paio di jeans era elegante e di classe». La moglie scosse la testa, faceva bene suo figlio a scappare la mattina, ad uscire e correre sereno per le strade del quartiere senza che nessuno potesse giudicarlo e ferirlo. Il suo bambino gentile e sensibile ma bugiardo.

«Volevo soltanto fare in fretta», lo disse con un filo di voce, perché sapeva che giustificarsi era inutile e perché sapeva che non gli avrebbe creduto. Non lo faceva mai.

«Sei un bugiardo patologico, JungKook-ah», lo offese senza neanche guardarlo in viso, non lo faceva mai e comunque non ci sarebbe mai riuscito, «Ti vesti sempre in quel modo».

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