Sono La Nostra Rovina

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~ Episodio 1 ~







- 27 Ottobre, martedì -




Come se una maledizione gli aleggiasse intorno alla stregua del polline in un campo di fiori in piena efflorescenza, quella mattina la giornata di JungKook era cominciata nel peggiore dei modi, la sveglia non aveva suonato – questo problema si stava presentando troppe volte ed era sicuramente giunto il momento di cambiarla o smettere di usarla e cominciare ad affidarsi al cellulare –, e non solo aveva saltato gli allenamenti per non accumulare troppo ritardo ma in un momento di distrazione era scivolato dentro il piatto della doccia procurandosi, sbattendo con il fianco destro contro il portasapone, un livido che gli avrebbe fatto molto male per il resto della giornata, certo non più dell'aver dovuto fare colazione insieme a suo padre che non aveva smesso di lamentarsi per l'imminente partenza, del fatto che sarebbe rimasto da solo e dei soldi sprecati, aveva consumato il pasto con la costante paura che l'uomo tornasse a picchiare lui o peggio sua madre, la donna la cui unica colpa era quella di averlo accolto in casa sua e di aver assecondato quell'unica bugia che aveva cambiato la vita di entrambi. Per la maggior parte del tempo restò in silenzio a ragionare sugli appuntamenti che lui e TaeHyung avevano quella mattina, la riunione al dodicesimo lo preoccupava, per la prima volta avrebbe affrontato Kim YongJoon dopo quella telefonata, dopo quell'ammissione; cosa si sarebbe aspettato adesso da lui? E se gli avesse letto in volto che avevano fatto sesso? «Kook-ah, vuoi altro riso?», se uno dei due avesse fatto trasparire quel luccichio che avevano negli occhi la sera precedente?, «Kook-ah?», quante variabili non sarebbero state sotto il suo controllo? «Tesoro non c'è più riso nella tazza».

Quando finalmente la voce di sua madre lo raggiunse, JungKook rimase ad osservare le sue mani cercando di capire quale fosse il problema, non solo le sue bacchette erano vuote ma anche il suo piatto lo era e lui stava cercando di cibarsi di aria, un piccolissimo chicco di riso che se ne stava aggrappato ad uno dei pezzi di metallo che stava cercando di portarsi alla bocca lo fece sorridere ma ci pensò la frase di suo padre a portarlo alla realtà, «Io lo dico da sempre che deve avere dei grossi problemi», gli occhi che sia la moglie che il figlio gli avevano puntato addosso avrebbero dovuto fargli capire che era il momento di smetterla e che quella frase aveva già raggiunto l'obiettivo di umiliarlo ma come sempre Jeon JinYeong non era il tipo d'uomo che faceva caso a quelle cose, «Forse è uno di quegli "idioti sapienti¹" che si vedono troppo spesso nei film».

La mano della madre si avvicinò alla sua muovendosi meccanicamente, come se oramai fosse avvezza a quel gesto dettato dall'abitudine ed al contempo dall'amore, JungKook fissò quelle falangi magre e fredde per alcuni istanti, una domanda gli affollava la mente, ¨«Tutte le persone che non si sentono amate hanno le mani fredde?»¨, l'unica cosa che rendeva madre e figlio degni di essere chiamati stupidi era la loro ostinazione a restare in quella casa a farsi maltrattare. Gli occhi lucidi che entrambi puntarono uno dentro quelli dell'altro erano una conferma sufficiente del loro pensiero comune: dove sarebbero potuti scappare due Omega senza arte né parte? «Sono mancato per troppi giorni quindi non posso arrivare tardi a lavoro», alzandosi dalla stanza JungKook strinse i denti, il livido sul fianco era sicuramente comparso, si chinò sul volto della madre per baciarlo ed uscì di casa per dirigersi alla Kim Corporation ed affrontare problemi più seri di un semplice livido o di un padre poco amorevole.

TaeHyung non si era svegliato prima del solito, rinunciare a minuti preziosi del suo sonno non era mai un'opzione che prendeva in considerazione – non se non c'erano motivi più che validi – però aveva velocizzato il momento della doccia e, a malincuore, quello della colazione per cercare di arrivare in ufficio prima del solito. La riunione che si sarebbe svolta quella mattina al dodicesimo piano era un altro degli spettacolini che suo padre amava organizzare per mettere sotto pressione tutti i settori dell'azienda e lui non faceva eccezione perché, ancor meno degli altri, voleva che si trovassero dei difetti nel suo modo di organizzare e portare a compimento i suoi lavori, così aveva deciso di arrivare prima e controllare che ogni cosa fosse stata preparata a dovere, il dubbio di non essere pronto gli era sorto perché negli ultimi giorni sia lui che il suo segretario si erano distratti con cose che non avevano a che fare con il lavoro e questo non era un bene per la buona riuscita dei suoi progetti e per gli standard che si era imposto per dimostrare a tutti di essere all'altezza di diventare il prossimo CEO della Kim Corporation.

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