~ Episodio 2 ~
Eraclito afferma che è impossibile bagnarsi due volte nello stesso fiume, perché dopo la prima volta, sia il fiume, nel suo perenne defluire, sia l'uomo, nel suo perenne mutamento, non sono più gli stessi. Cambiano come lo fa ogni cosa intorno a noi, perché il solo scorrere del tempo influisce su ogni cosa: tutte le creature vegetali avvizziscono, il cibo deperisce e gli esseri umani maturano ed invecchiano. Eppure a JungKook era sempre parso che il corso della sua vita non mutasse mai, continuando a portare, sulle rive di quel fiume che era la sua vita, sempre la solita ed ormai ben nota sfortuna. Ciononostante quello che preoccupava di più l'Omega, era l'incertezza. Come si sarebbe dovuto comportare adesso? E come si sarebbero comportati gli altri con lui? TaeHyung con lui.
Mentre tornavano dall'ambulatorio medico, la mente di JungKook, persa in quei pensieri filosofici, era quindi ancora più confusa. Adesso che i farmaci avevano fatto il loro completo corso e l'effetto di questi stava cominciando a diminuire il caldo, la sudorazione e l'eccitazione – anche se con una minima intensità –, si sentiva meglio eppure le informazioni che aveva letto negli opuscoli di cui la dottoressa lo aveva saturato, lo stavano confondendo ancor più dei sintomi del calore. Non era lucido e il risultato di quel caos era che cominciava a vedere tutto negativamente, senza nessuna via d'uscita e nessuna soluzione all'orizzonte.
Il primo opuscolo che la dottoressa gli aveva consegnato, che parlava del calore ed al quale lui aveva dato soltanto uno sguardo fugace, diceva chiaramente che dopo il calore – il periodo durante il quale il corpo si preparava per far fecondare l'ovulo –, ne sarebbe susseguita l'espulsione: le mestruazioni. Il suo odore sarebbe cambiato di nuovo diventando più ferroso e TaeHyung, che avrebbe di sicuro sentito l'essenza odorosa del sangue sul suo corpo, lo avrebbe odiato perché quello era l'odore del mancato concepimento. JungKook si sentiva in trappola, non avrebbe potuto rinchiudersi in casa due settimane di fila per nascondere il suo segreto.
Non appena avevano parcheggiato, JungKook si precipitò di corsa fuori dall'auto, di solito si sarebbe fermato ad aspettare sua madre e, camminando spalla a spalla con lei, avrebbero percorso insieme quei pochi metri che li separavano dal portone. Lei sicuramente avrebbe provato a rincuorarlo promettendogli che per pranzo gli avrebbe preparato il suo piatto preferito e lui le avrebbe sorriso perché quando sua madre cucinava per tirarlo su di morale, era ancora più capace di farlo sentire amato davvero. Invece aveva dovuto correre via a causa di un conato di vomito che lo costrinse a chiudersi in bagno per più di dieci minuti a vomitare oramai il nulla, i succhi gastrici che gli facevano bruciare la gola.
Sua madre, preoccupata per quella inspiegabile fuga, lo aveva seguito a ruota, preoccupata. Purtroppo però, dopo qualche supplica e qualche parola pronunciata con fin troppa veemenza, era stata costretta a lasciarlo da solo e dedicarsi alla cucina: presto il marito sarebbe tornato a casa per pranzare e lei non aveva proprio voglia di ascoltare altre lamentele verso il figlio.
Dopo aver rigettato anche l'anima dentro quella tazza del bagno – spossato come non si era mai sentito neanche dopo ore di nuoto e di allenamenti –, JungKook si era sdraiato sul letto e, con gli abiti che aveva indossato il giorno prima a fargli da cuscino, si era addormentato senza neanche mangiare. Sua madre, trovandolo assopito, aveva provato a svegliarlo per pranzare, ma quando aveva visto che il figlio non accennava neanche a dare un minimo segno di volersi alzare, lo aveva lasciato dormire senza disturbarlo. Avrebbe avuto modo di mangiare più tardi ed anche con più tranquillità una volta che il marito fosse nuovamente uscito per giocare con i suoi amici, portandosi dietro le sue maldicenze ed i suoi insulti.
Anche per TaeHyung il rientro a casa non era stato dei migliori. Era certo che il dopo sbornia non poteva più essere il motivo per il quale si sentiva così fiacco e fuori forma, ma non aveva nessuna idea di quale potesse essere il malore che lo aveva spinto a rigettare ogni cosa che aveva mangiato senza aspettare di raggiungere la tranquillità del bagno di casa sua. Aveva riposato a sufficienza – anzi aveva dormito fin troppo – ed anche se ogni tanto l'immagine degli eventi di due giorni prima gli erano tornati in mente, tormentandolo, si era rilassato per tutto il giorno e per di più non aveva mangiato così tanto da sentirsi stomacare dal cibo. L'idea di dover iniziare la settimana con una visita medica era un'eventualità che non avrebbe voluto si verificasse.
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Addicted
Fanfiction[Omegaverse] Un amore malato lo definirebbero molti Ma noi lo chiameremo Addicted. Perché? Per via dell'incoercibile bisogno che hanno uno del corpo dell'altro. Perché non si bastano mai come al corpo non basta un unico respiro. Perché sono arresi e...