Sei Pazzo?

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~ Episodio 1 ~



Sei Pazzo?







- 09 Novembre, lunedì -



Capita certe volte che, nonostante ci si addormenti presto e completamente rilassati, durante la notte le cose cambino. Ci si comincia a svegliare per le cose più banali: la pipì, la sete, un rumore fuori dalla finestra che non avevamo mai percepito, l'improvviso caldo oppure, al contrario, un freddo che non ti da modo di riaddormentarti, una paura insensata o, peggio, una reale. Questo era successo a JungKook. Dopo aver ricevuto la telefonata da parte di TaeHyung - complice la sonnolenza che le pillole per diminuire gli effetti del calore gli causavano - si era addormentato senza alcun problema ancor prima che le immaginarie lancette dell'orologio segnassero le undici. Ira, dopo l'iniziale insistenza, non aveva più toccato l'argomento del compagno, lasciandolo riposare. Eppure, adesso che stava cercando di aprire gli occhi, non si sentiva affatto riposato, come se avesse solo tenuto gli occhi stretti e chiusi, fingendo di dormire.

Quando finalmente era riuscito ad aprire gli occhi, che sembravano incollati come se non volessero aprirsi al mondo che gli si sarebbe parato davanti una volta uscito da quel letto perché tutto sarebbe stato nuovo per lui e per l'Omega che era adesso, lo schermo del suo cellulare segnava le otto, e davanti a quella constatazione, gli occhi di JungKook non avrebbero potuto sgranarsi più di così. La sveglia non aveva suonato alle cinque come al solito e sua madre non lo aveva svegliato, perché? Si alzò di scatto, ma le gambe gli cedettero immediatamente facendolo ricadere seduto sul materasso. Aveva dormito per nove ore di fila eppure si sentiva spossato. Allo stesso tempo il suo membro era eretto ed il suo sedere continuava a produrre liquidi. Eccitazione e stanchezza serpeggiavano nello stesso corpo in un miscuglio fastidioso e stressante: doveva immediatamente prendere le sue pillole.

La prima tappa era mettersi in piedi. Le gambe gli tremavano e non era sicuro di riuscire ad arrivare al bagno, ma doveva sbrigarsi, altrimenti sarebbe arrivato in ritardo. «Cazzo! Il lavoro, devo fare una puntura, le pasticche non basteranno», fu quella consapevolezza a far cambiare i suoi programmi, e per farlo avrebbe avuto bisogno di sua madre. Prese il cellulare e, ignorando la notifica che fino a quel momento non aveva notato, mandò un messaggio alla madre dicendole di avere bisogno di lei per i soppressori. Fu quasi sollevato di non dover percorrere i pochi passi che lo separavano dal bagno, e a dimostrarlo fu il tonfo che fece tornando a sedersi.

Da quando aveva ricevuto il messaggio a quando HyeJin aveva bussato alla porta della camera da letto del figlio erano passati poco più di quattro minuti. La colazione era già pronta e il marito era uscito di casa già da più di mezz'ora. Anche se JungKook le aveva chiesto di raggiungerlo, lei bussò comunque alla porta perché suo figlio non aveva più dieci anni e non era neanche un adolescente che andava controllato. Era un uomo, un adulto fatto e finito che adesso, con il calore, aveva raggiunto anche la sua maturità come Lupo. «Kook-ie, cosa ci fai ancora in pigiama? Non devi andare a scuola?» Lo osservò per qualche istante. Era sudato, con i capelli appiccicati al volto, le coperte disordinate fino a toccare il pavimento e le lenzuola erano sporche, bagnate.

Lui la fissò come se non fosse davvero in grado di comprendere la domanda che gli era stata posta. Quando aveva aperto gli occhi, si era reso conto di non essere completamente lucido, ma adesso, appena dieci-dodici minuti dopo, tutto era peggiorato. Aveva gli occhi velati e appannati, i suoni gli arrivavano ovattati e le sue parti intime non solo erano un disastro di umori, ma gli facevano male. Nonostante questo, avrebbe dovuto prepararsi per uscire ed affrontare una giornata di lavoro insieme al suo Alfa, cercando di non impazzire.

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