Non Me Lo Merito

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~ Episodio 2 ~







Durante le ultime tre fermate per sua fortuna era riuscito a sedersi il che era stato un bene per le sue membra martoriate ma che gli aveva reso difficile abbandonare quella poltroncina scomoda una volta che era arrivato a destinazione, quando aveva sentito il rumore delle porte che si aprivano aveva avuto paura di aver perso ancora una volta la sua fermata perché si era assopito ma così non era stato, prima di arrivare mancavano ancora dieci minuti; controllò per l'ennesima volta il contenuto del suo zaino, era certo di aver preso un'altra pillola prima di uscire dall'università ma preferì contarle per averne al certezza – la vicinanza e le interazioni sessuali con gli Alfa ne indebolivano di molto l'effetto e non poteva rischiare di stare tutto il pomeriggio accanto ai suoi colleghi facendoli impazzire con l'odore dei suoi feromoni da Omega. Correndo, perché soltanto quello avrebbe potuto fare per non arrivare con un ritardo imperdonabile, uscì dalla stazione prendendo la strada più veloce che lo avrebbe condotto dritto in agenzia – al momento opportuno avrebbe pensato a come attraversare senza l'ausilio delle strisce pedonali.

Guardare fuori dalla finestra del suo ufficio era diventata per TaeHyung un'azione utile ad esorcizzare il nervosismo e visto che quella giornata gliene aveva procurato molto e l'uomo non era per nulla certo che né il suo umore né tantomeno quel giovedì avrebbero avuto modo di migliorare; ed era quello che stava facendo proprio mentre JungKook stava tentando di attraversare la strada senza usare le strisce pedonali – rischiando più volte di farsi investire dalle automobili –, se ne stava davanti a quel vetro che lo nascondeva al mondo permettendogli però di spiarlo. «Idiota», sussurrò quel piccolo insulto come se qualcuno avesse potuto sentirlo per poi scuotere la testa con un sorriso sghembo stampato sul volto, soltanto dopo averlo visto passare indenne dalla parte opposta della strada si scostò dalla finestra per non farsi trovare nell'atto di spiarlo – JungKook lo avrebbe pensato sicuramente. Aspettò di sentirlo entrare dalla porta principale seduto alla sua scrivania, era agitato e nervoso e si poteva notare dalle dita della mano sinistra che continuava a far battere ritmicamente sul legno e dal gesto automatico che la destra compiva portando alla bocca la sigaretta che stava continuando a fumare per cercare di mandare via quelle sensazioni ingombranti che gli stavano intossicando il cervello ed il cuore; nella testa aveva un solo imperativo: non litigare con il suo Omega. Ci sarebbe riuscito?

Aveva il computer acceso, sullo schermo campeggiava la pagina del motore di ricerca che era solito usare, non vi aveva scritto ancora nulla e non era sua intenzione farlo, il suo scopo era solo quello di sembrare impegnato, occupato a fare qualsiasi altra cosa che non aspettare il suo Omega. Quanto ci avrebbe messo ad arrivare alla porta principale, due, tre minuti? Gettò fuori dalla bocca il fumo che aveva accumulato e poi aspirò ancora una volta dalla sigaretta, era la terza da quando aveva finito di pranzare ed aveva già voglia di accenderne un'altra; giunto davanti alla sua scrivania avrebbe appoggiato lo zaino – chissà cosa ci teneva dentro quello zaino che sembrava sempre così pieno e pesante – subito dopo avrebbe appeso la giacca sull'appendiabiti all'entrata e dopo? Sarebbe andato da lui? No, forse avrebbe usato il bagno, non aveva fatto in tempo ad assimilare quel pensiero che sentì la maniglia abbassarsi, fece un respiro profondo cercando di ricordarsi quale fosse il suo vero intento di quella giornata: non litigare con JungKook e scusarsi con lui.

¨«Saluta cordialmente TaeHyung»¨, fu la frase che non fece in tempo a pronunciare perché venne sommerso dalle parole del suo segretario che parlando senza sosta stava cercando di spiegargli quale fosse il motivo di quel ritardo, ¨«È così goffo mentre tenta di giustificarsi che sembra più carino del solito»¨, e TaeHyung ci aveva provato ad ascoltarlo, a porre attenzione a quel fiume di parole quasi insensate, ci aveva provato fino a quando però non aveva cominciato ad osservarlo e quel "però" fu l'inizio di tutto, della ascesa della sua rabbia e della ripida caduta nella quale sarebbe finito il loro rapporto al termine di quella lunga, lunghissima giornata infernale.

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