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~ Episodio 1 ~

- 06 Novembre, venerdì -

Avere una questione in sospeso era qualcosa che TaeHyung odiava da sempre ma ancora peggio per l'Alfa era non riuscire a chiarire quella stessa questione per colpe che non potevano essere imputate a lui.

Quando si era svegliato quella mattina aveva fatto fatica a mettere a fuoco l'ambiente intorno a lui, quello che però era stato semplice come bere un bicchiere d'acqua era stato ricordare tutto quello che era accaduto la sera precedente, la stanza da letto era la sua ed era buia, segno che suo fratello non solo lo aveva portato a casa ma che aveva avuto anche l'accortezza di chiudere le tende per non essere disturbato dalla luce del sole all'alba comunque a dargli fastidio ci aveva pensato il suono della sveglia che non aveva fatto altro che peggiorare il dolore pulsante che sentiva alla testa – che durante tutta la giornata non era passato nonostante lui avesse preso degli antidolorifici ma forse aver bevuto così tanto non era stato una buona mossa – per non parlare del dolore che sentiva allo zigomo ed al naso che, da quando aveva aperto gli occhi, era stato la causa principale del suo malumore ed anche adesso che stava pranzando, nonostante lo avesse reso invisibile ad occhi indiscreti grazie al trucco coprente, si faceva sentire rendendogli difficile la masticazione e la presenza della sua commensale. Chissà quanto era peggiorato rispetto a quella mattina?

Con non poco sforzo aveva allungato un braccio verso il comodino per spegnere la sveglia del cellulare e dopo essersi assicurato che quel suono infernale aveva smesso di martellargli il cervello si era portato lo schermo davanti agli occhi scoprendo a suo malincuore che non c'erano messaggi di alcun genere, soprattutto non ve ne erano da parte del suo segretario – o almeno sperava che ancora lo fosse –, sarebbe andato in ufficio? Avrebbe lavorato soltanto per mezza giornata a causa degli impegni universitari oppure avrebbe disertato completamente il suo tirocinio a causa di quello che era successo la sera precedente? In tal caso ne avrebbe avuto tutto il diritto.

Si era alzato a malavoglia, se fosse stato solo il responsabile del piano e non il figlio del presidente avrebbe sicuramente chiamato per comunicare la sua assenza – e visti i risvolti che la giornata aveva preso, adesso che stava masticando a fatica del cibo che non avrebbe neanche voluto mangiare ne era ancora più convinto – ma restarsene a casa per leccarsi le ferite e sonnecchiare non era qualcosa che Kim TaeHyung, futuro erede della Kim Corporation, avrebbe potuto permettersi e quindi, sbuffando, si era diretto verso il bagno per fare quella doccia che forse lo avrebbe riportato con il corpo e con la testa sul pianeta terra perché fin da quando aveva aperto gli occhi l'unica persona e l'unico nome che aveva riempito ogni suo pensiero era Jeon JungKook, un nome che persisteva ad imprigionarlo in una spirale di continui errori, fallimenti e dolore, tutte cose alle quali l'Alfa non sapeva come rimediare; la prima cosa che avrebbe dovuto fare era chiedere scusa, ma delle semplici giustificazioni sarebbero bastata?

Quella mattina JungKook aveva lottato con sé stesso per alzarsi dal letto, ¨«Basta!»¨, non era ancora completamente sveglio eppure nella sua mente aveva continuato ad inveire contro il suono della sveglia che, con quel frinire fastidioso, voleva tirarlo fuori dal mondo dei sogni, ¨«Ti prego basta»¨. Sapeva che dal momento in cui l'allarme avrebbe cominciato a ripetersi lui avrebbe avuto soltanto cinque minuti per convincere il suo corpo ad alzarsi ma aveva provato ad ignorare con tutto sé stesso quella consapevolezza. La sera precedente, preso dall'euforia di essere riuscito a rientrare senza farsi scoprire dal padre, si era lasciato convincere dalle sue buone abitudini a non eliminare la sveglia che suonava all'alba per permettergli di andare a correre ma quando era arrivato il momento di rispettare la decisione di comportarsi da bravo atleta se ne era pentito, rendendosi conto che a portarlo a prendere quella decisione era stata più la voglia di non lasciarsi influenzare dai capricci del suo Alfa che non dalla razionalità.

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