Segreti E Bugie

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~ Episodio 2 ~

- 16 Ottobre, venerdì -

Le telefonate di TaeHyung non erano l'unica sorpresa che JungKook aveva ricevuto durante quei suoi due giorni di malattia, quello precedente, il venerdì, dopo aver saputo da TaeHyung che il suo segretario non sarebbe stato presente in ufficio per questioni di salute, JiMin si era premurato di farsi dare il numero di cellulare dall'amico per telefonargli e sincerarsi così del suo stato. Dal loro capo aveva scoperto dell'allergia che il più giovane aveva verso il cioccolato e non solo lo aveva rimproverato per averlo mangiato comunque, lo aveva persino riempito di insulti ma la frase che però aveva colpito JungKook fu un'altra, «Non hai bisogno di questi estremismi per convincere TaeHyung a fidarsi di te». Anche se quelle parole avrebbero dovuto confortarlo, era per questo che JiMin gliele aveva dette, in verità nascondevano un segreto che poi tanto celato non era, l'Alfa non si fidava di lui ed anche gli altri ne erano a conoscenza e JungKook non era certo che ci fosse un modo per far sì che quel sentimento di fiducia potesse nascere tra di loro. Quella telefonata comunque non gli era bastata perché sentendo la voce del suo interlocutore ancora fievole e sofferente, dopo il lavoro JiMin era andato a trovarlo; erano già le sette di sera ed il padre di JungKook stava facendo la doccia così la visita non era durata molto, proprio quest'ultimo aveva fatto in modo che quell'incontro non accadesse.

«Sembri moribondo», l'aspetto di JungKook non era poi così diverso dal solito, JiMin ormai era abituato al pallore della sua pelle, che lui avrebbe definito candida, alle leggere occhiaie per non parlare poi dei vari segni oppure di quel taglio sul labbro che sembrava non guarire mai, in pratica fin dal primo giorno che lo aveva incontrato quel ragazzo era sempre stato un mosaico di lividi, ma il Beta aveva voluto esagerare con quella constatazione per sdrammatizzare un po', o forse drammatizzare fino a rendere ridicola la sua stessa frase.

«E tu sembri divertente hyung, ma in verità non lo sei», JungKook si morse il labbro in soggezione perché sapeva perfettamente che avrebbe dovuto far accomodare il suo ospite e che restare in piedi fuori dalla porta era maleducazione ma fargli mettere piede dentro quella casa avrebbe voluto dire fargli fare un passo dentro la sua vita e successivamente dentro i suoi segreti, «Ti farei entrare ma siamo a tavola e mio padre», disse imbarazzato per la bugia, indicando l'interno all'interno dell'abitazione.

JiMin lo interruppe prontamente cercando di far passare il turbamento che era evidente dall'atteggiamento goffo che il più giovane aveva assunto, «Non devi spiegarmi niente JungKook-ah. È colpa mia, non mi sarei dovuto presentare a casa tua senza chiedertelo e per di più all'ora di cena», mentre gli parlava il sorriso non aveva mai abbandonato il suo volto, non voleva metterlo a disagio – di imbarazzo bastava già il suo.

Il moro gli fu grato di aver interrotto la sua frase, il suo sproloquio che sarebbe sicuramente sfociato in una serie di balbettamenti tentennanti e bugie, perché cosa avrebbe potuto dirgli, che suo padre era un tipo all'antica? Che vedendolo si sarebbe arrabbiato fino a picchiarlo non appena il suo ospite avesse varcato la porta per andare via? No, non avrebbe voluto dire niente di tutto questo, gli occhi di JiMin trasparivano già fin troppa pietà nei confronti di un ragazzino che aveva mangiato una fetta di torta al cioccolato, pur essendone allergico, solo per far colpo sul suo capo e la sua ricca madre.

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