È La Tua Nuova Puttana?

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~ Episodio 2 ~








JungKook si era lavato lentamente, aveva lasciato scorrere, a lungo, l'acqua calda sul suo corpo più per non dover uscire da quel bagno ed affrontare TaeHyung che per l'effettiva necessità di pulirsi, dopotutto si era fatto la doccia quella mattina. Aveva impiegato tempo anche ad asciugarsi e vestirsi, il fatto che il maggiore gli avesse procurato addirittura dei vestiti prima di entrare in bagno ed usare il suo corpo per inseguire il piacere effimero dell'orgasmo, dimostrava chiaramente quanto fastidio gli desse la sola idea, tra l'altro non confermata, che lui quella mattina si fosse divertito con un altro uomo. Si guardò allo specchio per darsi un ultima occhiata prima di indossare il dolcevita verde petrolio il cui colore gli aveva fatto storcere il naso, quando si accorse del sangue che colava dal segno dei denti che l'Alfa aveva aperto di nuovo sulla sua spalla, cercò la cassetta del pronto-soccorso e dopo aver disinfettato le piccole ferite ci mise sopra un cerotto per non sporcare l'indumento che gli era stato prestato.

Una domanda gli passo per la mente: TaeHyung sapeva?

Uscì dal bagno gettando uno sguardo verso l'ufficio del maggiore, la porta era chiusa, nessuno dei due aveva pranzato e mentre lui non ne sentiva la mancanza era convinto che l'Alfa invece fosse affamato ma che non si sarebbe mai concesso quella pausa perché avrebbe significato parlare con lui, si allontanò giusto il tempo di scendere a comprare qualcosa da mangiare nel locale che si trovava proprio sotto il loro stabile e, facendo più in fretta di quanto avesse potuto immaginare e sperare, tornò nel suo ufficio. Una volta giunto davanti alla porta dietro la quale si trovava TaeHyung ebbe un ripensamento, improvvisamente la sua idea gli sembrò ridicola, perché aveva comprato del cibo per qualcuno che lo aveva trattato con tanta superficialità?

¨«Perché noi sappiamo cosa significa essere sopraffatti»¨.

Aveva ancora il braccio alzato indeciso sul da farsi, essere o non essere, bussare o non bussare, quando la porta si aprì improvvisamente davanti ai suoi occhi presentandogli la figura dell'Alfa che lo guardava sorpreso, «Avevo bisogno del bagno. Ti serve qualcosa?», TaeHyung non aveva fatto neanche in tempo a finire quella frase piena di piccole bugie ed imbarazzo che, posando gli occhi in basso, si era reso subito conto dell'intento del minore. «Quello è per me?»

La domanda era risultata subito ridicola alle sue stesse orecchie, stava bussando alla porta del suo ufficio era logico pensare che ciò che aveva in mano fosse per lui. JungKook annuì, era quasi imbarazzato per il suo gesto, i suoi dannati geni continuavano a spingerlo ad essere accomodante, a prendersi cura di chi faceva parte della sua cerchia di conoscenze, a preoccuparsi. «Se non ti dispiace puoi lasciarlo sulla mia scrivania, io vado in bagno», il più giovane seguì le istruzioni dategli e lasciò il vassoio sul tavolo proprio accanto al mouse che spostandosi fece illuminare lo schermo, JungKook venne attirato dalle innumerevoli immagini di occhi color porpora che lo fissavano come a supplicarlo. Staccò le mani dal vassoio e si allontanò in fretta. Kim TaeHyung stava facendo delle ricerche su di lui. Kim TaeHyung sapeva?

Non gli aveva detto altro, non lo aveva ringraziato e non lo aveva coinvolto in nessuna attività, TaeHyung era semplicemente uscito dal bagno per poi chiudersi nuovamente all'interno del suo ufficio, JungKook aveva risposto alle telefonate, preso appuntamenti arbitrari, limitandosi a riempire gli spazi vuoti, pochi ma ancora disponibili, all'interno dell'agenda del maggiore, ed aveva usato il resto del tempo per sistemare ancora i suoi appunti, dopotutto soltanto il giorno prima gli aveva dato il suo permesso per usare i tempi morti a suo piacimento per studiare. La tranquillità che c'era intorno a lui, strano a dirsi, non lo aiutava, a casa era abituato alla musica che, ad un certo punto della sua vita, era diventata un'abitudine per non sentire le urla del padre, ed in biblioteca, nonostante tutti cercassero di mantenere il silenzio c'era sempre un certo bisbiglio, dovuto a quelli, tanti, che leggevano sotto voce per memorizzare meglio e ad altri, pochi, che fregandosene delle regole, parlottavano con un amico, un collega oppure un fidanzato, che era confortante.

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