Non Essere Stupido

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~ Episodio 2 ~








«Sei sicuro di stare bene?», avevano lasciato il locale da pochi minuti e TaeHyung aveva posto quella domanda già due volte.

«Ti ho già risposto di si. Cazzo TaeHyung-ssi, puoi smettere di chiedermelo per favore? Mi fai sentire in imbarazzo», stava mentendo, si sentiva uno schifo e non vedeva l'ora di arrivare in ufficio per potersi chiudere in uno dei bagni dell'azienda senza essere scoperto, «Non sono un ragazzino che ha bisogno della mamma che sta lì a controllarlo», ogni parola che usciva dalla sua bocca era una bugia e JungKook, per non farsi scoprire, cercava in ogni modo di non incontrare i suoi occhi.

«Un adulto responsabile non si sarebbe avvelenato con una stupida torta al cioccolato», non lo aveva detto per prenderlo in giro, era arrabbiato perché JungKook aveva rischiato la sua salute per non offendere sua madre mentre lui continuava a trattarlo con sospetto e diffidenza.

Trenta minuti era tutto il tempo che gli era servito – e non era stato neanche poco – per calmare la nausea, il mal di stomaco e per darsi una parvenza di stabilità e salute, non aveva voglia di sentirsi fare ancora una volta quella stessa domanda dal suo capo, né da chiunque altro.

¨«Cosa stai facendo?»¨, quella voce dentro la sua testa sembrava troppo vicina e vera, «Cosa stai facendo?», JungKook sbatté più volte gli occhi, non aveva fatto in tempo ad ingoiare quelle maledette pillole che già si sentiva rimbambito.

«Hyung?», la voce gli tremava un po' ma era il minimo che poteva aspettarsi dopo aver preso l'ennesima dose di pillole in una sola mattinata e dopo aver passato mezz'ora a svuotarsi lo stomaco. Si sentiva già stanco, aveva una voglia matta di dormire – e perché no, anche di piangere.

«JungKook-ah, lo so che continui a dirmi che stai bene e che ti sarai anche rotto di sentirti fare la stessa domanda ma se devo essere sincero sembri uno straccio. Vuoi andare a casa? Oggi non ho molte riunioni», anche se il ragazzo lo stava guardando, sembrava spaesato, come se non capisse del tutto ciò che gli stava dicendo.

«Come non hai molte riunioni? C'è la video conferenza con i cinesi e tuo padre ha riunito tutti i capi reparto», se non era importante quella riunione allora JungKook non aveva capito nulla di ciò che era veramente degno di nota in quel lavoro. «Comunque non ti devi preoccupare, ho avuto un attimo di debolezza ma è tutto apposto», non avrebbe mai permesso al suo secondo genere di prevaricare la sua volontà.

Ci aveva messo un po' per convincere TaeHyung a lasciarlo lavorare per quel giorno ed anche se ogni trenta minuti doveva scappare fuori dall'ufficio per usare un bagno, in qualche modo era riuscito ad arrivare all'ora di pranzo senza far capire niente all'altro ragazzo. Anche in questa occasione era stato furbo, con il telefono interno aveva avvisato l'Alfa che sarebbe andato a comprarsi qualcosa da mangiare fuori dall'azienda ed era sparito per quell'ora di pausa che gli era concessa, nascondendosi in una piazza poco distante dove vi erano panchine sulle quali sedersi ed alberi sotto i quali rilassarsi e calmare il suo malessere.

«Sei da solo anche oggi?», JiMin gli sorrideva con quel suo fare angelico che però nascondeva tutt'altro, «Non ti ho mai visto così tanto in questa mensa come da quando hai un nuovo segretario. Se non ti conoscessi penserei che lo stai cercando», forse il Beta aveva esagerato perché lo sguardo del suo miglior amico lo aveva fulminato, togliendogli ogni volontà di scherzare e parlare.

«JiMin-ah, non capisco se ti diverte l'idea di farmi saltare i nervi o se stai progettando di perdere il tuo miglior amico», parlandogli non lo aveva neanche guardato in faccia – se non per quell'unico sguardo raggelante – perché, nonostante lui paventasse il contrario, non riusciva a smettere di guardarsi intorno per constatare la presenza, o assenza, di JungKook. Non avrebbe dovuto pranzare anche lui? Che avesse preso un altro di quegli immangiabili tramezzini dalle macchinette?

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