Possiamo Provarci?

246 38 39
                                    

~ Episodio 3 ~










Da quando YoonGi un'ora prima lo aveva lasciato solo, a TaeHyung non era rimasto che perdersi nei suoi dubbi e nelle sue paure, JungKook non era ancora tornato e l'Alfa non riusciva a non pensare al fatto che tra i due stesse succedendo qualcosa e che l'Omega non era davvero arrabbiato con lui a causa del Beta che era rimasto nel suo ufficio ma aveva colto quell'occasione soltanto per restare da solo con JiMin; quel pensiero insistente gli stava facendo venire il mal di testa. Aveva rifiutato YoonGi ed era certo di averlo fatto per JungKook, per non indispettirlo, per non tradirlo e, ne era quasi sicuro, per non perdere la sensazione delle sue mani e del suo profumo sul corpo, allora perché l'altro non lo capiva, perché dopo un'ora non era ancora tornato da lui? Preferiva davvero stare in compagnia di JiMin? Estrasse l'ultima sigaretta gettando poi malamente nel cestino il pacchetto vuoto, nell'attesa ne aveva fumate tante, troppe, e l'aria dentro il suo ufficio si era fatta irrespirabile, ¨«Diventerai lo zimbello di tutta Seul»¨, aspirò un abbondante quantità di fumo riempiendosi la bocca, lo trattenne per alcuni secondi inspirando poi normalmente, chiuse gli occhi sentendo il sapore acre della nicotina invadergli le vie respiratorie, ¨«Finirà il lavoro che aveva cominciato MinHo»¨, con un moto di stizza schiacciò la cicca dentro il posacenere ne aveva fumata meno della metà, ogni mozzicone era quasi del tutto integro perché tutte le volte che sentiva di essere riuscito a rilassarsi la voce fastidiosa di YoonGi continuava a ricordargli che quello che lo aspettava in futuro era una lunga lenta agonia.

«Dovresti aprire almeno la finestra quando decidi di fumare così tanto», con calma JungKook si avvicinò alla scrivania per prendere il posacenere e vuotarlo quindi nel cestino, lentamente, sincerandosi di non spargere la cenere ed il cattivo odore ovunque, non più di quanto avesse già fatto TaeHyung. «Sempre che tu non voglia morire di una lenta e lunga agonia». Anche se i mozziconi erano tanti non sarebbero bastati da soli a nascondere l'odore dei feromoni dei due Lupi, quelli del Beta sì ma non quelli del suo Alfa e non per lui che li avrebbe avvertiti fin dal corridoio, non si erano appartati per fare sesso? «Comunque, so che sono soltanto le sei ma posso chiederti di tornare a casa prima? Ho l'emicrania e mi sta scoppiando la testa».

TaeHyung strabuzzò gli occhi, quelle stesse parole, legate ad un argomento diverso, stavano girando nella sua testa proprio poco prima che l'Omega mettesse piede nel suo studio, come facevano ad essere così connessi? «Dove sei stato?», cercò di non far trapelare dal tono della voce la voglia che aveva di scoprire non solo dove l'altro fosse stato ma soprattutto cosa avesse fatto e con chi ma non gli riuscì proprio per nulla perché la durezza del suo tono lo tradì ancora una volta.

«Possiamo provare a non litigare in continuazione? Per favore», JungKook avrebbe voluto dare la colpa dell'aver pronunciato quella richiesta al suo stato di salute, gli ultimi due giorni erano stati stressanti, delle vere e proprie montagne russe sulle quali lui era stato ballonzolato a destra e a sinistra e dalle quali non sarebbe sceso prima del suo ritorno dalle gare, quei tre giorni sarebbero stati forse anche peggiori e lui desiderava soltanto andare a casa e dormire per far passare quel martellante dolore alle tempie, eppure non era soltanto quello il motivo che lo aveva spinto a chiedere una tregua, la vera ragione era celata dentro il suo cuore testardo, dietro la sua freddezza e spavalderia, nascosta tra le frasi sprezzanti e le occhiatacce c'era la voglia di sentire le braccia forti del suo Alfa legate al suo corpo, il desiderio di essere protetto dalle cattiverie dette nei suoi confronti come TaeHyung aveva fatto quel pomeriggio, l'ambizione di essere scelto e per una volta essere preferito al disopra di chiunque altro senza pentimento.

Senza che lui ne fosse consapevole le labbra di TaeHyung si piegarono all'insù in un impercettibile sorriso soddisfatto e sornione, anche lui bramava quella tregua ed era oramai consapevole da ore che il suo continuo fumare non era altro che un becero modo per non pensare al corpo di quel bellissimo ragazzo che adesso lo fissava, aspettando una sua risposta, con gli occhi lucidi, rossi e contornati da un leggero alone violaceo che lasciava capire che il motivo di quel mal di testa fosse la mancanza di sonno, «Domani mattina hai lezione?», gli si avvicinò per poi stringerlo da dietro cingendolo per i fianchi, riuscendo così ad affondare il naso tra i capelli corvini, pronto persino a farsi rimproverare per quel gesto che il minore amava definire "da cani in calore".

In un altro momento JungKook avrebbe prestato attenzione a quel gesto descrivendolo come qualcosa di inquietante ed indesiderato e lo avrebbe rimproverato per non essere al corrente dei suoi orari perfettamente reperibili grazie all'agenda che scandiva i loro impegni ma entrambe le eventualità vennero messe da parte dall'Omega perché ritenute meno interessanti del calore che le braccia dell'Alfa emanavano lungo tutto il suo corpo, il torace di TaeHyung era comodo e confortevole e lui ci sarebbe rimasto volentieri per tutto il resto della serata, «No», JungKook si rigirò tra le braccia del maggiore per portare le labbra sulla pelle color miele del suo collo, «Sarò tutto tuo». Si maledì per aver pronunciato una frase così smielata, degna di chi per amore è pronto a fare qualsiasi cosa ed ancora più fastidio gli dava il sorrisino soddisfatto che il maggiore aveva stampato sul volto, «Hyung», sentì la stretta intorno ai suoi fianchi farsi più intensa, «Tuo padre mi ha telefonato per chiedermi cosa ci facevi a casa mia nei giorni passati», il calore intorno al suo corpo era sempre lo stesso ma l'abbraccio si era fatto più fievole, «Credo che ti faccia seguire». JungKook a quel punto si aspettava tutta una serie di domande e la fine prematura di quella tregua, tutte eventualità che però non si avverarono e così, quando da parte dell'altro sentì arrivare soltanto un mugugno di assenso atto a farlo continuare a parlare, tirò un sospiro di sollievo, «Gli ho detto che sei passato a trovarmi a causa della mia salute», la presa sui suoi fianchi si fece nuovamente presente e possessiva, «Dovresti stare più attento», dire quella mezza verità gli costò, ma era qualcosa che andava fatto per firmare con il sangue quella mezza tregua, per dare all'Alfa la sensazione di potersi fidare. Quello non era il paradiso, ¨«Perché?»¨, non era la vita che sognava di poter vivere un giorno, quello era l'inferno, era la triste e cruda realtà che li aspettava.

Quando era rimasto da solo, TaeHyung si era crogiolato a lungo nelle sensazioni che il corpo di JungKook stretto al suo gli avevano lasciato e la sensazione di pace che aveva provato nel sentirgli confessare quelle informazioni che riguardavano suo padre aleggiava ancora sul suo volto sotto forma di sorriso, aveva anelato per tutto il giorno quell'informazione e lui gliel'aveva data facendogli capire che non per forza la sua presenza in quell'azienda sarebbe stata deleteria, che l'Omega non era per forza una minaccia e che, con un po' di fortuna ed impegno, quello che era successo con MinHo non si sarebbe ripetuto.

JungKook era arrivato a casa prima del solito, le luci erano spente, nessuno dei due genitori era ancora tornato dal lavoro, gli odori che aveva dovuto sopportare sui mezzi pubblici, le luci forti e la stanchezza avevano fatto peggiorare il suo mal di testa, avrebbe dovuto mangiare ma il solo pensiero di ingerire del cibo gli provocava un'inspiegabile nausea che JungKook risolse evitando completamente la cena; fece una doccia veloce per togliersi via l'odore di vaniglia che gli avrebbe impedito di addormentarsi, scrisse un messaggio alla madre e si mise a letto per lasciarsi cullare dal tepore procurato dalle coperte pesanti, in pochi attimi il ricordo del suo corpo stretto tra quello dell'Alfa gli riaffiorò alla mente, le braccia di TaeHyung erano calde e se proprio doveva essere sincero, neanche la sensazione del suo respiro tra i capelli gli era dispiaciuta poi tanto.

Quei sentimenti che lentamente stavano nascendo tra i due uomini erano difficili da accettare per entrambi ma esistevano e nessuno dei due avrebbe potuto ignorarli ancora per molto, forse non sarebbero mai riusciti a farli crescere, c'erano mille eventualità che avrebbero potuto distruggere sul nascere quella piantina ma entrambi quella sera si erano addormentati contenti, per motivi diametralmente opposti, di essere riusciti a chiedere ed ottenere una piccola tregua.






Pensate che i nostri beniamini riusciranno finalmente ad andare d'accordo adesso che questa piccola tregua è stata "firmata"?

AddictedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora