~ Episodio 3 ~
Il viaggio per tornare in albergo era stato silenzioso, la signora Jeon era seduta accanto a TaeHyung che aveva deciso di guidare – alla fine avevano concordato con JiMin di partire con l'auto dell'Alfa perché era più nuova e comoda anche se secondo il biondo piuttosto vistosa – mentre JungKook se ne stava seduto con la fronte poggiata sul vetro e lo sguardo puntato sulla strada; sembrava esausto ed ogni tanto il Beta gli faceva una carezza sulla spalla come per ricordargli che lui era lì e che oltre ad impegnarsi per le gare non si sarebbe dovuto preoccupare di nulla. Anche l'Alfa sbirciava i suoi movimenti dallo specchietto retrovisore ma distoglieva subito lo sguardo quando si accorgeva delle carezze che il suo miglior amico elargiva al più giovane, ritrovandosi a pensare che avrebbe dovuto evitare di guidare per sedersi accanto a lui ma sarebbe stato giusto negare a JungKook quel sostegno? Lui avrebbe fatto lo stesso? TaeHyung era sicuro che al posto di JiMin, vedendo l'atteggiamento scostante del suo compagno si sarebbe chiuso a riccio anche lui, voltandosi dalla parte opposta ad osservare il mondo scorrere.
JungKook sentiva le dita calde di JiMin scivolare sulla pelle delle sue mani gelide con delicatezza, senza disturbarlo ma ricordandogli che non era solo; riflesso nel vetro dell'auto lo vedeva guardarlo di sottecchi per sincerarsi che fosse tutto apposto ed in quei momenti si pentiva di aver invitato TaeHyung nella loro stanza, forse il Beta avrebbe voluto condividere questo viaggio soltanto con lui ma quando ripensava ai sentimenti che quello gli aveva confessato di provare, e che non poteva corrispondere, conveniva con sé stesso che invece quella che aveva preso era stata la decisione migliore anche se, ¨«Anche se sei un coglione a pensare che andrà tutto bene stando nella stessa stanza con il tuo Alfa, JungKook»¨. Sospirò e si voltò per la prima volta per guardare i suoi compagni di viaggio, JiMin se ne accorse subito e gli sorrise ricevendo da parte sua quel solito ghigno imbarazzato, fissò la nuca di TaeHyung, nonostante avesse da poco tagliato i capelli, alcune ciocche nere la coprivano rendendola sexy, da accarezzare, e se non avesse fatto forza su sé stesso JungKook avrebbe alzato il braccio per toccarlo commettendo un errore irreparabile davanti a sua madre ed al Beta. Guardò anche lei, vista da dietro gli sembrava tranquilla ma aveva la mano stretta intorno al maniglione dello sportello e quello era un chiaro segno che non si fidava completamente della guida dell'Alfa, «Siamo quasi arrivati mamma», la donna, sentendo la voce dolce e preoccupata del figlio, si voltò subito per sorridergli e lui ricambiò, come sempre e come poteva.
La signora Jeon non fu l'unica a voltarsi verso JungKook, anche TaeHyung sentendo finalmente la sua voce lo fissò per un attimo – doveva pur sempre stare attento alla strada –, «Sì, stiamo arrivando. Il tuo allenatore ha almeno l'intelligenza di non farvi dormire troppo lontano».
TaeHyung sembrava arrabbiato, perché non poteva sorridergli anche lui come avevano fatto gli altri? Perché con lui doveva essere tutto sempre così difficile? Sospirò e tornò a guardare fuori.
«E dicci 'grande e potente Oz', dove hai notato la stupidità di quell'uomo?», rideva come sempre JiMin, perché le sue intenzioni non erano mai cattive, solo che ad un viaggio immerso nel composto silenzio ne avrebbe preferito sempre uno trascorso in allegria.
«Ad esempio..», la voce era ferma ed impostata come se TaeHyung avesse dovuto enunciare una verità scientifica, «..avrebbe dovuto far nuotare JungKook per ultimo, o al massimo al centro della staffetta e non all'inizio», l'Alfa sembrava quasi indignato come se quell'incompetente di un Beta avesse fatto un torto a lui stesso, «Se non avesse accumulato tutto quel vantaggio quegli idioti dei suoi compagni gli avrebbero fatto perdere la staffetta dei cento metri».
TaeHyung non se ne accorse e forse non lo aveva fatto nessuno all'interno dell'abitacolo ma gli occhi di JungKook per un piccolo istante avevano brillato di porpora, per il suo cervello era soltanto il segno che non appena fosse arrivato in albergo avrebbe dovuto prendere la seconda pillola ma il suo cuore sapeva molto bene che quello che provava era orgoglio, perché il suo Alfa anche se non aveva detto nulla e non gli aveva fatto nessun complimento lo aveva guardato assistendo con interesse alle sue gare.
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Addicted
Fanfiction[Omegaverse] Un amore malato lo definirebbero molti Ma noi lo chiameremo Addicted. Perché? Per via dell'incoercibile bisogno che hanno uno del corpo dell'altro. Perché non si bastano mai come al corpo non basta un unico respiro. Perché sono arresi e...