~ Episodio 3 ~
Quattro, quelle erano le ore che JungKook aveva passato nel più totale silenzio, le aveva contate, osservate trascorrere mentre con molta pazienza cercava di organizzare la sua agenda facendo combaciare ogni priorità lavorativa con i suoi impegni scolastici ed agonistici. Controllò ancora una volta che la data dei giorni nei quali sarebbe stato impegnato con la squadra di nuoto fosse segnata correttamente nell'agenda e che JiMin si ricordasse del loro appuntamento per i giorni seguenti. Era già certo che gli avrebbe parlato, non voleva che il Beta si ritrovasse ancora una volta ubriaco fradicio, pentito e piangente per qualcosa alla quale nessuno dei due avrebbe potuto rimediare, ¨«Al cuor non si comanda è così che si dice, no?»¨, annuì, anche se nel suo caso il cuore non c'entrava poi molto, la Luna aveva deciso tutto, come sempre, mettendolo davanti al fatto compiuto, pieno di delusioni ed orrori ma pur sempre un fatto. ¨«Io ti voglio bene Koo»¨, quella era la terza volta che il suo Lupo, nel giro di pochissimi giorni, gli ricordava quanto affetto provava per lui e questo poteva avere un solo significato, era diventato un caso pietoso. Guardò ancora una volta l'ora e sospirando si recò nello stanzino per accendere la macchina del caffè, il trillo di una notifica attirò di nuovo la sua attenzione sul cellulare, «-1 per la merenda», HoSeok non si sarebbe unito a loro, JungKook, con lo sguardo fisso su quelle parole, si ritrovò a pensare che anche all'ora di pranzo il Beta gli era sembrato strano, non era allegro come al solito e lo aveva salutato con una freddezza che non gli era usuale, che ce l'avesse con lui proprio come gli altri? Scosse il capo, ne aveva abbastanza di nemici e di pensieri negativi che gli stavano facendo scoppiare la testa, dopo pochi istanti un altro messaggio, «Niente merenda oggi, sono molto impegnato», il moro alzò lo sguardo verso la porta ancora chiusa ed inaccessibile, «Impegnato a grattarti il culo, immagino. Tsz!»
Anche se non si aspettava chissà quali domande o accortezze riguardo alle condizioni del suo viso ed ai lividi che facevano bella mostra di sé sul collo, JungKook si era sentito ferito da tutta quella indifferenza, nei giorni passati, quando era stato male, TaeHyung era stato molto gentile con lui quindi perché adesso era tornato a fare finta che non esistesse? Con quell'Alfa le giornate erano delle continue montagne russe dalle quali l'Omega non sapeva scendere e sulle quali avrebbe vomitato volentieri. Sbuffando si diresse ancora una volta verso la macchina del caffè per fare un cappuccino per il suo capo, gli altri non sarebbero venuti ma a lui qualcosa doveva pur prepararla. Ordinò una ciambella alla cannella – il suo spirito sadico era più forte di quanto anche lui si aspettasse – e tornò alla sua scrivania ad attendere che il fattorino arrivasse.
«Posso entrare?», per fortuna questa volta il vassoio era leggero e JungKook non aveva fatto alcuna fatica a tenerlo con una mano per poter bussare e successivamente aprire la porta con quella libera, non aspettò il permesso, non stava entrando in una stanza privata e TaeHyung era da solo. Così come non si aspettava una risposta neanche l'idea di essere ringraziato gli era passata per la testa ma, invece, il gesto che fece l'Alfa, quello sì che lo sorprese: aveva appena appoggiato la tazza con il cappuccino sulla scrivania accanto al suo braccio destro quando, repentinamente, la vide finire nel cestino sporcando quello, il tavolo e parte del pavimento.
Soltanto quando sentì il tintinnio che la ceramica della tazza e del piattino avevano fatto cadendo ed urtando tra di loro , TaeHyung si era reso conto del gesto che aveva fatto, dimostrandosi ingrato e dispettoso come un bambino, «Ho mal di testa non voglio mangiare», la voce gli tremava a malapena, forse pentito per essere stato così indelicato o forse scocciato di dover dare spiegazioni per il suo nervosismo.
Gli occhi di JungKook passarono velocemente dal disastro che era diventato quel cestino al volto del suo capo che però non lo stava guardando, ¨«Cazzo. Almeno guardami in faccia mentre spari le tue cazzate»¨, strinse con forza gli occhi per impedirsi di reagire e dopo essersi preso pochi secondi per ragionare li aprì, perdendosi nell'osservare i particolari del viso dell'Alfa. TaeHyung portava gli occhiali, il che voleva dire che aveva davvero mal di testa, gli occhi erano rossi e contornati da una leggero alone violaceo, anche lui aveva dormito poco, la pelle, solitamente color miele, era pallida e le labbra secche. Lo sguardo era corrucciato e distante, stava osservando lo schermo del computer ma non era quello che stava davvero guardando. Sbuffò sonoramente e posò il piatto con la ciambella, che per fortuna era rimasta indenne, sulla scrivania lontano dalle mani dell'altro – anche se era sicuro che non avrebbe fatto lo stesso gesto una seconda volta –, prese il cestino ed uscì dalla stanza per ritornarvi due minuti dopo, in una mano teneva un piattino con sopra un bicchiere d'acqua ed una pillola e nell'altra uno strofinaccio. Posò tutto quello che aveva portato sulla scrivania e si chinò per pulire il disastro che c'era spalmato sul legno e sul pavimento, «La ciambella dovresti mangiarla per non prendere l'aspirina a stomaco vuoto», guardandolo di sottecchi tornò a fissargli la bocca, «E dovresti anche bere, hai le labbra completamente secche».
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Addicted
Fanfiction[Omegaverse] Un amore malato lo definirebbero molti Ma noi lo chiameremo Addicted. Perché? Per via dell'incoercibile bisogno che hanno uno del corpo dell'altro. Perché non si bastano mai come al corpo non basta un unico respiro. Perché sono arresi e...