~ Episodio 1 ~
- 03 Novembre, martedì -
Nonostante la sera precedente gli ci erano volute delle ore prima che il suo stomaco e la sua testa smettessero di infastidirlo impedendogli di prendere sonno, quella mattina JungKook si era svegliato presto; il suo intento era quello di uscire per andare a fare l'abituale corsa mattutina e proprio con in testa quell'obbiettivo aveva indossato una tuta oramai vecchiotta ma comoda che lui non mancava mai di infilare dentro la valigia quando partiva ma proprio quando si era deciso ad affacciarsi al balcone per controllare che le condizioni meteo non fossero avverse una forte fitta allo stomaco lo aveva costretto a chiudersi in bagno per quasi mezz'ora. Aver vomitato lo aveva aiutato a non finire in ospedale ma aspettare più di un'ora prima di farlo aveva dato modo al suo corpo di assimilare buona parte di ciò che aveva mangiato ed era quindi logico che si sentisse ancora male; per fortuna la sua presenza a Busan non era necessaria per aiutare gli altri con il loro lavoro, lui non aveva le competenze per scegliere bottoni o giudicare abiti quindi avrebbe potuto riposarsi anche durante la giornata.
Dopo la disavventura avuta in bagno aveva deciso di mettere da parte la sua malsana idea di correre con il rischio di doversi acquattare in qualche angolo della città preso di sorpresa da un mal di pancia improvviso; fece la doccia – velocemente, dato che condivideva il bagno con altre due persone –, indossò un jeans ed un maglione, tutto sui toni del blu, pensando che potessero andare più che bene per il tono informale di quel viaggio ed uscì dalla stanza pronto per affrontare quella giornata con entusiasmo anche se era cominciata decisamente male, in sartoria non avrebbe dovuto fare molto, HoSeok e TaeHyung si sarebbero occupati degli abiti, YoonGi avrebbe occupato il suo tempo cercando i bottoni che ancora mancavano all'appello, dei padroni di casa non si sarebbe dovuto preoccupare perché sembravano molto gentili e discreti e lui avrebbe dovuto soltanto far fronte alla sua leggera indisposizione. Era convinto che niente avrebbe potuto impedirgli di affrontare al meglio quella giornata, sarebbe bastato evitare di parlare con TaeHyung di quello che era successo la sera precedente in bagno ed invece ogni progetto di trascorrere in tranquillità le ore successive svanì nel momento in cui varcò la porta della sua stanza ed i suoi occhi incontrarono la figura di Min YoonGi che uscivano dalla camera da letto dell'Alfa, il suo Alfa. Il timido «Buongiorno» che gli uscì a stento dalla bocca venne ripagato con una smorfia di supponenza, sfida e scherno che ebbe sull'Omega proprio l'effetto che il Beta aveva desiderato: farlo infiammare di gelosia.
Scese così in fretta le scale che quasi rischiò di precipitare giù mancando un paio di scalini e quando entrò nella sala da pranzo non si sorprese nel trovare soltanto i signori Kim intenti a ridere mentre facevano colazione, li salutò con il rispetto e poi rimase in piedi aspettando che qualcuno gli indicasse dove accomodarsi – la sera precedente era stato facile scegliere la sua sedia visto che, arrivando per ultimo, gli altri, TaeHyung, avevano scelto per lui –, «JungKook-ah, buongiorno. Accomodati pure», sovrastando con la sua voce cristallina il tentativo di saluto che il marito aveva provato a ricambiare, la donna indicò al suo giovane ospite il posto dove si sarebbe dovuto sedere, proprio alla sua sinistra, «Come puoi ben vedere non è sceso ancora nessuno..», gli avvicinò la caraffa del caffè facendogli cenno di servirsi senza problemi, «..e non c'è bisogno che aspetti quei pelandroni», subito dopo afferrò il piccolo coltello che giaceva ai bordi del piatto e tagliò una fetta di torta alle mele per adagiarla sul piattino del suo ospite.
Per JungKook fu naturale osservare, per qualche secondo di troppo, il dolce che la donna aveva posato davanti a lui, prima di rivolgere il suo sguardo alla ciambella al cioccolato poco distante dal suo posto alla quale mancava soltanto una fetta, quella presa dal marito, dall'Alfa: lei sapeva. Forse non ne aveva la certezza perché i suoi occhi viola quelle poche volte che venivano guardati lasciavano più domande che risposte ma JungKook aveva il dubbio che lei sapesse, altrimenti perché non offrire ad un ospite uno dei dolci più amati dagli ibridi di rango superiore al suo? Decise di ignorare quelle domande e con esse i grattacapo che ne sarebbero potuti conseguire, del resto era abituato a fuggire dai problemi perché affrontarli non aveva soltanto il lato positivo di risolverli ma soprattutto quello di subirne le conseguenze a lungo termine. Ammettere di essere un Omega sarebbe stato come gettare un enorme sasso in un lago, quelle che di solito sarebbero state delle piccole onde concentriche nel suo caso si sarebbero trasformate in uno tsunami che lo avrebbe travolto irrimediabilmente; certo, non lanciare affatto il sasso avrebbe voluto dire perdere le infinite possibilità positive – se ce ne fossero state – che la vita avrebbe potuto avere in serbo per lui ma non farlo lo avrebbe protetto dai problemi e dalla sofferenza, almeno così avrebbe dovuto essere perché invece JungKook, nonostante l'immobilità, non aveva fatto altro che affrontare ingiustizie e difficoltà su ogni piano della sua vita. La voce chiassosa dei suoi colleghi e le risate, cristallina una e greve e baritonale l'altra, dei nonni di TaeHyung che si erano uniti a quell'atteggiamento gioviale che aveva riempito in pochi secondi la stanza, lo avevano tirato fuori bruscamente dai suoi pensieri facendoli diventare altro, perché lui era l'unico ad aver mantenuto la sua espressione corrucciata? Perché doveva comportarsi sempre come il solito 'pesce fuor d'acqua'? Cosa c'era di bello nell'essere il diverso? Indubbiamente c'era qualcosa che non andava in lui.
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Addicted
Fanfiction[Omegaverse] Un amore malato lo definirebbero molti Ma noi lo chiameremo Addicted. Perché? Per via dell'incoercibile bisogno che hanno uno del corpo dell'altro. Perché non si bastano mai come al corpo non basta un unico respiro. Perché sono arresi e...