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Jimin's pov



Un ragazzo dai capelli castani se ne stava lì, a testa bassa, legato su quella sedia.
Anche lui era un lupo, potevo sentirlo dall'odore, forse un beta, ma non ne ero sicuro.

Privo di coscienza, probabilmente, non aveva la più pallida idea di che cosa stesse succedendo attorno a lui, e non era l'unico, visto che fino a pochi minuti prima nemmeno io sapevo cosa aspettarmi.

Quando Namjoon aveva iniziato a parlare, appena arrivati in questo luogo, tutt'altro che allegro e vivace, avevo pensato a tutto tranne che a questo, per davvero.

Piano piano il ragazzo iniziò a svegliarsi, guardandosi intorno spaesato, per poi venire colpito da un pugno, che proveniva da un ragazzo che conoscevo fin troppo bene, io e anche tutta la mia "famiglia", se così si poteva chiamare.

Jungkook.

Quest'ultimo iniziò a colpire ripetutamente la figura dai lineamenti maschili al centro della stanza, impossibilitato a muoversi, per colpa di quelle corde che lo rendono ben saldo alla sedia sulla quale era seduto, contro la sua volontà.

Tentai di trovare una via di fuga e di chiudere gli occhi a questa orribile scena, tentai persino di muovermi verso la vittima per liberarla, ci provai davvero con tutto me stesso, ma venni immobilizzato dall'alfa dietro di me, Namjoon, che in questo momento mi senntivo di chiamare in qualsiasi modo tranne che "fratello" : perché un fratello non faceva questo.

Jungkook non accennava a smettere di picchiare quel povero ragazzo, che effettivamente non conoscevo, ma nessuno si sarebbe meritato questo tipo di trattamento, nessuno.

Mi sentivo davvero tradito, e non solo dal mio consanguineo, ma anche dal suo fidanzato, che in tutti questi anni mi aveva sempre difeso e sempre aveva tentato di salvarmi, in qualche modo, da tutta questa crudeltà, sapendo alla perfezione quanto la odiassi.

Le lacrime avevano ormai iniziato a scendere copiosamente dai miei occhi chiari, lungo il mio viso, senza sosta.

E proprio nel momento in cui lo sguardo del ragazzo che stava venendo brutalmente picchiato incrociò il mio, raggiunsi il punto di non ritorno, potei vedere le suppliche che avrebbe voluto tentare di dire, ma che tuttavia furono bloccate da un bavaglio, che gli impediva di parlare.

«Questo è quello che succede se ci si mette contro di noi, contro di me» mi sussurrò la voce del capo branco alle mie spalle, ma non mi concentrai su di essa, bensì rimasi incollato agli occhi del ragazzo, ora ricoperto di sangue.

Quegli occhi supplicanti fecero talmente male che mi armai di quella poca fisica forza che avevo, tirando una gomitata proprio dietro di me, a Namjoon, che si portò una mano sull'occhio, esternando un gemito di dolore, lasciandomi quindi libero.

Non ci pensai due volte a scappare dalle sue grinfie, andando verso l'entrata, che speravo fosse anche l'uscita.

Diedi un forte strattone alla maniglia e riuscii ad aprirla, e appena guardai verso l'interno della stanza, due cose mi motivarono a correre lontano da quel posto: Namjoon che, incazzato, stava per venire verso di me, coi tipici occhi di chi si stava per trasformare nella propria forma di lupo, e lo sguardo del ragazzo ignoto, che stavolta, anche se pieno di dolore, mi stava urlando di andarmene, almeno io che potevo, bensì il pensiero di venire aiutato fosse sempre presente in lui.

Anche grazie a Jin, che avevo sentito aver fermato mio fratello, corsi più forte che potevo, verso una direzione a caso, l'importante era allontanarsi il più possibile da lì, anche se non sapevo esattamente lì dove.

Non pensai più a nulla, spensi il cervello, pensando solo a muovere il più velocemente possibile le mie gambe, che sentivo bruciare come due pezzi di legno incandescenti.

𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora