♡ 19 ♡

910 65 14
                                    


Yoongi's pov


Ero appena arrivato davanti all'indirizzo datomi da Jimin, ossia davanti a una palazzo a tre piano ricoperto di vetrate, che però non ne permettevano la completa vista dell'interno, data la loro caratteristica leggermente oscurante.

Stavo attualmente aspettando l'omega per il nostro secondo appuntamento, che -ad essere del tutto onesto- aspettavo con ansia, anche perché pensai si fosse capito ormai che mi piacesse Jimin, no?

Non sapevo cosa fare, dopotutto non era una situazione rosea: ero un criminale, certo, non avevo mai ucciso nessuno, né spacciavo personalmente, ma ne ero pur sempre a capo.

Jimin mi era quello che tutti avrebbero definito come "bravo ragazzo", dubitavo avrebbe mai voluto a che fare con uno come me.

Stavo per prendere in mano il cellulare e controllare se il ragazzo dagli occhi azzurri mi avesse scritto, quando due manine piccole mi presero per la vita da dietro, facendomi prendere un mezzo infarto: «Booooo!» urlò con la sua voce acuta.

«Fallo un'altra volta e giuro che ti strangolo» lo minacciai girandomi verso di lui, che ridacchiò abbracciandomi: avrei dovuto baciarlo? Cioè, lo avrei voluto, ma potevo? Intorno a noi non c'erano neanche troppe persone in realtà, e quelle presenti erano troppo occupate per badare a noi, non che mi interessasse del giudizio altrui, ma non sapevo se fosse lo stesso per Jimin.

Lui si alzò la testa sempre col suo splendido sorriso stampato sul viso, e mi guardò da sotto le folte ciglia scure «Posso baciarti, Hyung?» domandò, con le guance rosse, sorprendendomi e facendomi sorridere, per poi annuire, e dopo pochi istanti sentii le sue labbra morbide che premevano sulle mie creando un contatto del tutto casto e senza malizia: dolce, in breve.

Quando ci staccammo del tutto mi domandò come stessi, tutto rosso in volto, non era un tesoro?
«Tutto bene, sono solo curioso di vedere questa mostra, tu invece?» chiesi poi di rimando, lanciando una veloce occhiata all'edificio dietro di noi.

Lui fece spallucce: «Ho passato due giorni a occuparmi delle piante in giardino, sai, ho potato i bonsai e ad alcuni ho cambiato il vaso, quindi è stato piuttosto stancante» raccontò mentre entravamo nell'edificio, dirigendoci verso la stanza che ospitava l'inizio della mostra.

«Ti piace l'arte contemporanea?» domandò curioso, mentre eravamo davanti alla prima opera, realizzata in acciaio «Non me ne intendo molto, però sì, la trovo particolarmente interessante».

Lui sembrò rallegrarsi, annuendo e spostandosi verso la scultura successiva: un'onda realizzata con del vetro viola, almeno pensai fosse vetro.
«Sai, a me piace molto l'impressionismo, ma anche il cubismo non mi dispiace: ma penso che tutta l'arte sia bella a modo suo» commentò assorto nell'osservazione della piccola scultura.

«Personalmente preferisco l'arte che ho davanti agli occhi» gli sussurrai, sia per non disturbare le altre poche persone che stavano osservando le opere, sia per non rendere la nostra conversazione pubblica; lui fece una faccia confusa: «Che intendi? L'onda viola?» domandò infatti.

Io sorrisi mostrandogli i miei denti bianchi e anche un po' delle mie gengive «No, parlo di te» gli confessai guardandolo negli occhi.

Lui non appena realizzò che mi stessi riferendo a lui, arrossì, abbassando lo sguardo, come a volersi nascondere, probabilmente imbarazzato da quello che gli avevo pensa detto: «Anche tu sei bello, Yoongs».

«Yoongs? Mi piace» ridacchiai avvolgendogli la vita sottile con un braccio, muovendoci verso un quadro poco più avanti «Vedi quest'anfora rotta viola?» chiese poi, indicando il soggetto principale del dipinto. Io annuii fissando quest'ultimo.

𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora