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Jin's pov


Partorire era stato strano.

Doloroso sicuramente, ma non come me lo ero immaginato.

Sicuramente non era stata una sensazione piacevole, tutt'altro, ma ogni goccia di sudore, lacrime e spinte vennero ripagate dalla gioia che riempiva gli occhi nel vedere il proprio figlio appena nato, o in questo caso, figlia.

La piccola Soyeon era nata il tredici agosto a mezzanotte e due minuti, sana come un pesce.

Aveva la pelle leggermente olivastra di Namjoon, mentre i pochi capelli che le ricoprivano il capo erano decisamente i miei, più scuri di quelli del mio fidanzato.

Avevo pianto come una fontana, lo ammisi, ma nemmeno Nam era stato da meno, anzi, non appena la aveva presa in braccio, ancora avvolta nella coperta, si era messo a singhiozzare più forte di quando aveva il singhiozzo cronico.

Pensai di aver veramente assaporato la vera felicità in quel momento, quella che nessuno avrebbe mai potuto togliermi o sminuire, perché anche se non l'avessi mai più avuto, il ricordo sarebbe stato talmente forte da non poter mai sparire, anche se fossero accadute le peggiori cose.

Quel sentimento non sarebbe andato mai e poi mai cancellato dal mio cuore e cervello, mai.

«Namjoon-ah, passami la piccola» sorrisi allungando le braccia verso di lui, che avanzò verso di me e mi da Soyeon, per poi lasciarmi un bacio dolce sulla fronte, ancora sudata.

Con la punta del dito iniziai ad accarezzare il volto liscio e leggermente rosso della piccola, sorridendo sempre di più alla sua vista.

Avevo appena capito cosa si provasse a stare in pace con se stessi, davvero.

«È così... perfetta» mormorai, alternando lo sguardo da lei al mio compagno, con la stessa identica espressione felice in volto.

Ma poi un infermiere ci disse di doverla portare nella culla insieme agli altri neonati, e di dover portare me a riposare nella stanza di prima, e così fece, ma venimmo fermati da Jungkook, Jimin e il suo fidanzato, o quello che speravo fosse tornato ad esserlo, perché se così non dovesse essere stato giurai di spaccare il culo a entrambi.

«Jin-Hyung! Come stai?» domandò il magenta con uno sguardo quasi preoccupato, mentre io sorrisi annuendo: «Ragazzi, sto benissimo, sono solo stanco morto».

«E Soyeon?» domandò sta volta Suga, guadagnandosi uno sguardo assassino dal padre della bambina, il quale si ricompose dopo una mia gomitata, debole ma pur sempre una gomitata.

«È bellissima, adesso riposa nella culla insieme agli altri bambini, se volete potete andare a vederl-»

«Chim e Kook possono, tu non sei nessuno per vedere mia figlia» disse Namjoon con tono graffiante a Suga, il quale sospirò esausto.

Mi aspettavo sarebbe scoppiata una discussione infinita tra i due, ma invece fu Jimin a chiudere la questione in meno di un minuto, lasciando tutti a bocca aperta.

«Lui è il mio ragazzo, può vedere Soyeon quanto vuole, smettila di comportarti come un bambino rancoroso per il cazzo e siigli riconoscente! È stato lui a convincermi a farmi ricoverare finché non starò bene, e mettiti bene in testa che non ho intenzione di assecondarti mai più, quindi fattene una ragione e accettaci, o almeno lascialo in pace, lui insieme a Taehyung e Hoseok. Non vuoi accettarlo? Va benissimo: sbattimi fuori dal branco, se vuoi perdere un fratello è la tua occasione di farlo»

Rimanemmo tutti senza parole, Yoongi compreso, ma poi il rosato sbiadito si calmò, scusandosi per l'irruenza, che tuttavia sembrò essere servita, visto il fatto che Nam non osò più fiatare, ma semplicemente mi affiancò  mentre venivo portato in stanza, per riposare dopo più di tre ore di parto, ma io ero sono affatto stanco, anzi.

𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora