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Namjoon's pov



«Andiamo, abbiamo finito con questo pezzo di merda» ordinai a Jungkook, che caricò il corpo senza vita dell'uomo nel bagagliaio della mia auto, quella che usavo solo ed esclusivamente per quel tipo di cose.

«Quello stronzo mi ha tirato un cazzotto fortissimo, si vede tanto il livido?» domandò il magenta toccandosi la guancia, che aveva assunto un leggero colorito violaceo: scossi la testa, andando al posto del guidatore, mentre lui si sedette di fianco a me.

E così partimmo verso quell'edificio che ormai conoscevamo fin troppo bene «Allora... Seokjin? Come sta?».

«Tutto bene, la pancia ha iniziato a vedersi parecchio ora, la bimba è molto reattiva, a volte si sveglia per i calcetti»

Il più piccolo sorrise leggermente «Se fa così ora che è solo al quarto mese non oso immaginare cosa farà al nono» ridacchiò poi, tenendo lo sguardo fisso sulle strade nelle quali sfrecciammo.

«Spero solo non si sentirà male più avanti, anche se la dottoressa ha detto che va tutto più che bene»

Svoltai; «E Jimin? Non lo vedo da due settimane quasi» mi chiese dopo qualche secondo di silenzio.

«Lo vedo molto impegnato con l'università, ma è anche tanto felice ultimamente, quindi va bene così: nonostante si ostini a voler andare ovunque sempre da solo: e sai che non è il momento adatto»

Jimin adorava essere indipendente, questo era poco ma sicuro, l'unico problema era che detestava la solitudine, e siccome io -ormai da due anni- vivevo insieme al mio fidanzato -quindi non più con lui- avevo come la sensazione che gli mancasse un qualcuno con cui passare le giornate, ma sapevo anche che a quanto pareva aveva fatto amicizia con dei ragazzi dell'Università.

Per quanto mi sarebbe piaciuto indagare su questi e assicurarmi che fosse tutto apposto, avevo promesso a Jin che non avrei più ficcato il naso nella sua vita, non in quel modo almeno.

«Mh, se provassi a parlargli di tutto?» propose lui, guardandomi; «Assolutamente no, conosci Jimin, diventerebbe paranoico dopo, e sappiamo entrambi cosa fa quando si sente in quel modo» sbuffai, per poi vedere finalmente in grande palazzo a qualche centinaio di metri da noi.

Così -una volta mostrato il pass- andammo a parcheggiare in quei sotterranei da brivido, che in realtà conoscevamo come le nostre tasche.

«Andiamo, dobbiamo cercare il governatore Lee»
Uscimmo veloci dal veicolo nero, lasciando tutto lì, cadavere compreso.

Salimmo le scale antincendio, per poi arrivare attraverso una porta secondaria davanti a quell'ascensore che ci avrebbe portati al piano del governatore, con il quale dovevamo parlare.

«Questo posto mi mette sempre i brividi, ogni volta che veniamo ho una strana sensazione, solo a me succede?» chiese l'altro alfa, guardandosi intorno, proprio in quel piano, e no, non aveva tutti i torti.

Scossi la testa mettendogli una mano sulla spalla: «No Kook, non sei tu, queste pareti nere e i soffitti alti mettono in soggezione anche me, ma tranquillo, ci metteremo poco».

Il magenta annuì comprensivo, per poi guardarsi intorno per cercare la solita segretaria che di solito ci "accoglieva", per quanto si potesse dire così.

«Scusate, posso aiutarvi?» domandò una donna giovane, che sembrava respirare a fatica per quanto attillato era quel vestito: sarà stata la nuova segretaria.
Io annuii «Dobbiamo vedere il governatore Lee, ora» si impose Jungkook con tono fermo.

«Mi spiace, ora non è possibile, è in riunione, ma se volete posso fissarvi un app-»

«No, forse non ci siamo spiegati: la nostra non è una domanda, ci porti dal governatore» stavolta sembrò capire, sarà forse stato anche grazie al mio sguardo che non ammetteva repliche, ma finalmente ci disse di seguirla e ci portò verso lo studio.

«Uhm, posso dirgli che siete qu-» non le lasciammo il tempo di dire o fare nulla, che spalancai la porta dell'ufficio, trovandomi davanti una decina di uomini in giacca e cravatta, seduti attorno al tavolo di vetro in centro alla stanza.

«Lee, non abbiamo tutta la sera, o si muove ora o ce ne andiamo» esordii con voce profonda, e di sicuro non mi sfuggirono degli sguardi che erano un misto tra la confusione e il disappunto.

L'uomo assunse quel suo ghigno fastidioso, al quale ormai ero purtroppo abituato.

«Quale onore, RM e la piccola ciliegina che lo segue ovunque» poi fece uscire tutti gli uomini nella stanza, lasciandoci da soli con lui.

«Chiamami ciliegina un'altra volta e giuro che al posto di quel corpo che c'è in quel cazzo di portabagagli la prossima volta ci sarà il tuo» lo prese per il colletto della camicia, ringhiando quasi.
Jungkook aveva un assurdo problema di rabbia, o almeno era solito averlo da adolescente, ormai era riuscito ad incanalare tutto questo sentimento nel lavoro, ossia ammazzare figli di puttana.

Ci avevamo lavorato tanto, e finalmente aveva smesso di prendersela con se stesso o con degli innocenti, ero fieri di lui.

«Tsk, a proposito di corpi, fatemi vedere e poi procederemo al pagamento come sempre»

Ci dirigemmo nuovamente nel sotterraneo, proprio nel posto dedicato a questo tipo di cose, dove la macchina era parcheggiata.

Il più piccolo aprì il bagagliaio, mostrandogli il sacchetto nero con dentro il cadavere dell'ennesimo criminale a piede libero, o che almeno lo era prima che lo prendessimo noi.

«Perfetto, Chester! Portalo via» chiamò la sua guardia del corpo, che prontamente prese
il sacco -come se non pesasse affatto- e sparì dalla nostra visuale.

«Domani avrete già i soldi depositati, non preoccupatevi: e tu ragazzino -si rivolse a Jungkook- riga dritto» disse infine con tono sbruffone, se solo avessi potuto lo avrei preso a ceffoni.

Il magenta ringhiò andando dritto in macchina, senza replicare o altro, probabilmente sarebbe andato a sfogarsi in palestra quella sera, con il sacco da box.

«Irascibile il ragazzo» sbuffò una risata l'uomo di fronte a me, il tutto con ancora quel cazzo di ghigno fastidioso.

«Beh? Abbiamo finito no? Perché non te ne torni nel tuo ufficio?» dissi acido andando verso la macchina.

Ma il governatore -subdolo com'era- non si sarebbe mai sognato di andarsene senza ribattere:
«Non saluti nemmeno tuo padre, Namjoon?».

«Non sei più mio padre dal giorno in cui hai abbandonato mia madre, prima che nascessi»

Avevo davvero bisogno di una serata tranquilla e rilassante con il mio fidanzato e mia figlia, anche se ancora in pancia.

Stavo iniziando ad odiare il mio lavoro.

𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora