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Taehyung's pov


Che strana serata, il cielo sembrava più scuro del solito, più buio, più lugubre e meno in pace con se stesso.

Chissà, forse qualche stella stava percependo la tensione in questa città caotica, forse sapevano che qualcosa stesse per accadere, qualcosa di grande, qualcosa di pericoloso e che non sarebbe stato possibile fermare.

Un qualcosa.

Una speranza?

Un desiderio di vittoria?

Un desiderio di speranza?

Forse in quel caso erano la stessa cosa, forse coincidevano per quella strana serata?

«Sei pronto? Stiamo per agire» mi risvegliò una voce che conoscevo fin troppo bene: quella del mio amato, unico e solo che avevo avuto, aveva e avrebbe avuto le chiavi per la mia anima.

«Sì, scusa, mi sono perso nei miei pensieri» risposi scuotendo la testa, mi ritrovai anche costretto a sistemarmi meglio il giubbotto sulle spalle, che tendeva a scendere da un lato per via della pistola che da esso pendeva.

Hoseok sospirò, mi circondò per un momento le spalle, lasciandomi un bacio maldestro sulla fronte «Andrà tutto bene amore mio, ci siamo allenati molto, conosciamo bene il piano, e male che vada semplicemente improvviseremo, siamo bravi a farlo dopotutto, mh?».

Ce la stava mettendo tutta per rassicurarmi, per non lasciarmi scivolare nel mio stesso abisso di insicurezze, paure e ansie, abisso nel quale ero stato buttato a forza fin dalla mia giovane età, per poi riuscire ad uscirne arrampicandomi sulle sue pareti, solo con l'aiuto delle unghie.

Il bacio quella volta arrivò a lui, vicino alla tempia destra: la mia bocca si scontrò con la sua pelle tiepida, facendo sì che per un breve momento anche essa si sentisse meno sola.

«Credimi che ho più paura di ciò che Yoongi-Hyung ci farà appena sveglio che della possibilità di morire: noi non siamo destinati alla morte, ricordalo, non ora almeno»

«Hai ragione, ci strapperà le interiora a morsi, ma piuttosto della possibilità che possa morire preferisco questo, è stata la scelta giusta, Jimin aveva ragione: Yoongi non è qualcuno che potrebbe reggere la situazione nel migliore dei modi, è meglio così»

Totalmente, l'alfa dai capelli biondi era una persona complessa, molto complessa: aveva una corazza di apparente sicurezza che quasi mai smetteva di indossare, ma sotto quel fragile strato c'era qualcosa di molto più spaventato e debole, in qualche modo.

Yoongi non era fatto per questa vita, lui era qualcuno che aveva bisogno di stabilità, una vita con rischi e sfide, ma non così grandi da mettere in gioco la sua stessa vita.

Con Jimin stava pian piano trovando quell'equilibrio cosmico da lui tanto ricercato, ma avevo paura che, se fosse stato lì con noi, se fosse stato lì pronto a combattere al nostro fianco, uno strano meccanismo di autodistruzione si sarebbe innescato.

Un qualcosa di stranamente doloroso per la sua persona.

«È normale che non abbia paura? In una situazione come questa dovrebbe essere l'unica cosa ad occuparmi la testa»

L'alfa continuava con i suoi tocchi dolci sui miei capelli, senza mai accennare a smettere «Forse entrambi siamo stati troppo vicini alla morte per poterne avere paura, ironico da un certo punto di vista».

L'incidente dei suoi genitori, la macchina, lui che per miracolo delle stelle era sopravvissuto; d'altro canto quella casa tanto opprimente e sadica, quello che chiamavo padre e che avrebbe solo dovuto darmi carezze invece che schiaffi e pugni.

𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora