Yoongi's povEro entrato poche volte nell'università di Jimin, ovviamente ero sempre andato a ogni mostra organizzata dei suoi corsi, e ciò mi aveva portato più che altro a visitare una determinata ala dell'edificio, oltre che a una o due classi, poiché l'omega doveva passare a prendere delle sue opere lasciate lì.
Tuttavia dovetti ammettere che vedere il mio volto ritratto in tutti quei quadri, alcuni più altri meno colorati, faceva sempre un certo effetto, dopotutto nessuno mi aveva mai usato come musa ispiratrice, se così mi potevo definire.
Amavo vedere Jimin mentre dipingeva o disegnava, era qualcosa di così... calmante in qualche modo, mi faceva sentire così in pace, quando mi chiedeva di mettermi in posa era divertente invece, scoppiavamo a ridere per nessun motivo in particolare e dovevamo fare carte false per ricomporci.
E quando poi si mise a fare cose con l'argilla e si riempiva di questa? Semplicemente arte.
Una volta avevamo provato ad imitare quella scena di quel film romantico famoso, Ghost? Una cosa simile insomma, quella dove i due protagonisti facevano un vaso di argilla insieme, e beh, diciamo che il vaso era venuto molto... uhm... artistico ecco.
Non brutto però! Solo particolare.
«Allora amore, qual'è il tuo preferito?» mi domandò il rosa affiancandomi, con in mano un calice di vino bianco offerto dal catering.
Io gli circondai le spalle con un braccio, scoccandogli un bacio sulla tempia, e facendo scoccare il mio calice col suo, per poi portare la sua attenzione al quadro che avevo davanti, il più bello di tutta la sala a mio parere.
«Questo qui, quel rosso è bellissimo e... non lo so, è particolare, mi piace tanto perché ci sono anche le rose, e mi ricordano di te, è come se fosse un quadro su noi due» spiegai concentrato, mentre l'omega aveva il volto rivolto verso di me.
«Ti svelo un segreto, tutti i quadri parlano di me e te, c'è sempre un elemento -anche piccolo- che riconduce alla nostra relazione, è come se fosse una serie di quadri tutti collegati tra loro, se noti anche in quelli più astratti ci sono dei fiori, piccoli magari, ma ci sono»
«Quindi hai creato tutti questi quadri ispirandoti alla nostra storia d'amore?» domandai per essere sicuro di aver capito.
Il rosa annuì sorridente, con le guance arrossate «In pratica sì, e pensa che il professore di pittoriche mi ha fatto i complimenti per questo» ne indicò poi uno blu, dove il mio viso era messo in secondo piano da una burrasca marina.
Era tutto così bello, vedere le opere esposte di Jimin, e sopratutto la fierezza nei suoi occhi, io non mi meritavo un ragazzo del genere al mio fianco, ma mi piaceva pensare di farlo.
«Jimin!» esclamò poco dopo una voce che ormai conoscevo fin troppo bene, quella di Jin, il quale insieme a Namjoon -sì, ci avevo fatto l'abitudine finalmente- entrò nella grande sala d'allestimento.
«Hey, Jungkook non veniva con voi?»
«Era in palestra, arriverà tra poco comunque, ma ora parliamo di te... Dio, mi sembra impossibile che tu abbia già ventidue anni, mi sembra sia passato un attimo da quando sono venuto a casa vostra la prima volta, e tu stavi potando le rose e me ne hai regalata una» sussurrò Jin, lasciando che una la lacrima scenda sulla sua guancia.
«Eri così tenero e oddio sei cresciuto così in fretta» si fiondò ad abbracciarlo, mentre noi tutti lo guardammo spaesati, sapevo fosse emotivo, ma non così tanto.
Ci pensò il suo compagno a calmarlo, o almeno questo era ciò che voleva fare, ma alla fine finì per commuoversi anche lui, e così toccò al festeggiato il compito di calmarlo.
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𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯
Fanfiction«Sai cosa si dice delle anime gemelle?» chiese, già pronto a sentire la voce dell'altro, che d'altro canto non tardò a farsi sentire: «Che si rincontrano sempre, non importa cosa accada?». «Precisamente, quindi non avere paura: noi ci ritroveremo...