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Jimin's pov



Che mese insulso novembre, fa troppo freddo per poter uscire di casa senza la giaccia ma ancora troppo poco perché nevichi, era sempre così frustrante questa cosa.
D'altro canto anche quando c'era il sole non si percepiva minimamente la sua presenza, se non per la luce che emanava, ma di sicuro non per il calore.

Premisi che non odiavo la pioggia, anzi, la trovavo molto rilassante a modo suo, ma solo quando ero dentro casa, al caldo, magari sotto le coperte e davanti a Netflix.

Da quel giorno avevo imparato che non si usciva mai di casa senza un ombrello, perché anche la pioggia iniziava a scendere a tradimento, proprio come aveva fatto in questi giorni: due giorni prima ero fuori in giardino, per curare le piante, e improvvisamente sentii una goccia d'acqua sui capelli, alche mi sembrava strano, visto che non c'era nemmeno una nuvola fino a pochi minuti prima.

Poi però nell'arco di qualche minuto aveva iniziato a venire giù a secchiate, ed ero dovuto scappare dentro casa, lasciando tutti gli attrezzi come il bagna fiori e l'insetticida sotto il diluvio, bagnandomi tra l'altro.

Appena entrato -come se il tutto non bastasse- Jin, che era stato qui con me per una settimana, aveva iniziato a sclerare per le quattro gocce di pioggia sul mio maglione, perché "Mio Dio, vuoi prenderti una broncopolmonite?".

In conclusione: odiavo Novembre.

Fu però il rumore del campanello della porta d'entrata del bar a risvegliarmi dai miei pensieri, seguita da una testa bionda che si avvicinò a me: «Scusa per il ritardo, ma i miei coinquilini mi hanno chiesto aiuto per una
cosa».

Io gli sorrisi in modo pacato e raggiante, proprio com'era la mia personalità;
«Tranquillo Hyung, sono appena arrivato anche io» gli risposi, una volta che si fu accomodato nel posto di fronte al mio.

«Hai già ordinato?» chiese allora Yoongi togliendosi la giaccia e mettendola sullo schienale. Gli feci segno di no con la testa «No, aspettavo te».

E così ordinammo, lui una cioccolata calda e un pezzo di torta e io un tea verde; «Non mangi nulla?» chiese, una volta che il cameriere ci portò le nostre ordinazioni, su un piccolo vassoio azzurro, che richiamava il colore delle pareti del locale, anch'esse dai toni turchesi.

«Non ho molta fame, grazie» risposi cortese, iniziando a bere il liquido caldo nella tazza bianca, sentendomi un po' in imbarazzo, non sapendo cosa dire, ma a questo pensò lui.

Imparai col tempo che era sempre lui a prendere in mano le redini della situazione.

«Oh, quasi dimenticavo! -disse ingoiando il boccone di torta e prendendo in mano una borsetta di carta, che prima aveva poggiato a terra- Questi sono tuoi, li ho lavati e stirati, cioè- ci ho provato, poi Hoseok mi ha aiutato» ah, l'amico che viveva con lui, giusto.

Io la presi, poggiandola insieme al mio giubbotto, proprio sulla sedia di fianco a me: «Oh giusto, ecco i tuoi, grazie mille ma non dovevi scomodarti tanto!» gli dissi dandogli un'altra borsetta con dei vestiti, quelli che lui aveva prestato a me.

«Sciocchezze, per così poco. Più che altro... l'altra volta non abbiamo avuto modo di parlare molto, dimmi qualcosa in più su di te» esordì a sua volta dopo aver riposto la borsa.

«Okay, Yoongi Hyung, cosa vuoi sapere?» domandai continuando a sorseggiare la mia bevanda; «Quello che vuoi, per esempio... cosa ti piace fare?».

𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora