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Jimin's pov

Capodanno.
La fine di un anno e contemporaneamente l'inizio di uno nuovo.

Che cosa strana a pensarci bene.

Strano anche come chiunque vivesse in modo differente l'occasione: c'era chi era felice ed eccitato per l'inizio di una nuova vita, o almeno di un capitolo di essa, chi già pensava a cosa avrebbe fatto dopo la mezzanotte, come primo atto ufficiale dell'anno, chi invece al contrario diventava nostalgico, fin troppo perché potesse considerare Capodanno una bella occasione.

La paura di ricominciare da capo, forse quella di non riuscire a farlo.

Di solito ero sempre stato una di queste ultime persone, timore e ansia insomma, ma già dall'ultimo capodanno -passato alle terme con il mio ragazzo e i suoi migliori amici- ammisi che il tutto mi era sembrato decisamente migliore degli anni passati.

Tuttavia era anche vero che quell'anno, giunto quasi al termine, si era rivelato estremamente difficile sotto tanti punti di vista, per prima cosa la morte di Jungkook, al primo posto decisamente come livello di dolore.

Il mio disturbo alimentare, che aveva consumato ogni mia energia per mesi, avendo così anche lo stesso effetto sulle persone a me vicine, per primo Jin forse, che mi era stato dietro come una vera e propria madre, e poi Yoongi, che aveva sacrificato tutto per me, perché stessi bene.

La nostra storia non era stata facile, tra Namjoon, il suo lavoro e semplicemente la situazione in generale, avevamo passato davvero tanto tempo a starci male, come cani anche.

Erano stati dodici mesi intensi, davvero tanto.

Avevo in piano di passare una serata tranquilla, con Yoongi e i nostri amici, al caldo della nostra casa, volevo solo un po' di serenità dopo un periodo così difficile, ma invece ero lì da Kai: nella casa che era di Jungkook.

Dovetti ammettere che faceva male essere lì, e aveva fatto male vedere l'espressione afflitta del beta appena ero entrato: era stanco, davvero tanto stanco.

Tutto era buio nell'appartamento, tranne per la zona vicino al divano di pelle bianca, dove una abat-jour era accesa, per illuminare leggermente l'ambiente.

«Hey... scusa per averti chiamato all'improvviso» mormorò con voce afflitta il castano, girandosi leggermente verso di me col busto, mentre il suo corpo rimase fisso sul tappeto morbido della sala.

«Sai che farei di tutto per te, specialmente considerata la situazione»

Ridacchiò, o meglio, sbuffò una risata «Ogni volta che tuo fratello o tu entrate da quella porta inevitabilmente il pensiero che possa essere Jungkook mi passa per la mente, è il primo istinto che ho, e quando mi rendo conto che non è possibile si tratti di lui mi sento come se il mio corpo stesse venendo buttato in una vasca d'acqua gelida».

Mi sedetti al suo fianco, posando prima a terra la giacca pesante che indossavo fino a pochi minuti prima. Aveva bisogno di affetto, di qualcuno che gli potesse stare vicino, o almeno credevo.

Non ero mai riuscito a comprenderlo troppo affondo ad essere onesti.

«Come ti senti?» domandai, aspettandomi già la risposta però.

«Non lo so, è passato poco più di un mese, eppure non sento meno dolore di prima, anzi, ogni giorno che passa sento sempre di più la sua mancanza: come se mi mancasse l'ossigeno, hai presente?»

Mi vennero in mente quei due mesi che avevo dovuto passare separato da Yoongi, anche se non era la stessa cosa, capivo il dolore della separazione forzata.

𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora