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Jungkook's pov


Novantasette

Novantotto

Novantanove

Cento.

Bene, ora le flessioni!

Ero in palestra ad allenarmi da ormai qualche ora, più che altro per distrarmi, e dovevo dire che funzionasse alla grande!

In quelle due ore e quarantatré minuti non avevo mai pensato nemmeno per una volta a Jimin, o meglio, a ciò che gli avevo fatto.

Perché era inutile girarci intorno: era stata colpa mia.

Potevo evitare di andare a dire la verità a Nam, avrei evitato all'omega di rientrare in quella brutta malattia che era l'anoressia, malattia che aveva già sconfitto anni prima, o quantomeno accantonato, sembrava stare così bene prima del mio gesto...

In ventun anni della mia vita -ossia anche il tempo che avevo passato con lui- non avevo mai visto i suoi occhi brillare in quel modo, mai una volta. Ma da quanto Suga era entrato nella sua vita aveva assunto questa assurda allegria, che tuttavia faceva stare bene tutti attorno a lui.

Jimin aveva sempre avuto questa potente aura di felicità attorno a sé, nonostante non fosse sempre stato il ritratto di questo sentimento, anzi, spesso aveva decisamente finto di esserlo, forse anche troppo spesso.

Pensavo di conoscerlo abbastanza bene da poter affermare che fosse cambiato in quell'arco di tempo, in quei mesi, da poco prima di Natale, nonostante lo avessi sempre trattato male durante l'infanzia e a volte anche l'adolescenza, Jimin sarebbe sempre stata la mia persona preferita al mondo. 

Ma d'altronde cosa potevo fare con Namjoon? Lo avrebbe scoperto prima o poi, e se avesse saputo che anche io ero a conoscenza della cosa avrebbe completamente perso la sua fiducia verso di me, cosa che mi avrebbe ucciso dentro.

Pensavo di aver scelto il male minore, ma ad ora non ero davvero sicuro se ritrovarmici nella mia decisione oppure no.

Ma almeno Jimin stava meglio, e tutto grazie a lui. Mi sentivo quasi geloso, non di Suga, ma del loro rapporto, della loro favolosa relazione, perché non avevo mai visto due persone tanto innamorate come loro, se non forse i coinquilini del biondo.

Tra visite in ospedale e questioni di lavoro ci eravamo incontrati parecchio ultimamente, e dovevo dire che non mi dispiacesse per nulla la cosa: erano due fuori di testa , specialmente Taehyung, ma erano anche unici.

Tra l'altro -parlando mentre aspettavamo che la visita dell'omega dai capelli rosa finisse- avevamo scoperto di essere compagni di team su Overwatch da un botto di tempo, era stata una bella sorpresa.

Tuttavia tutto questo amore nell'aria mi aveva fatto riflettere, e avevo capito che non avrei mai  trovato il mio o la mia compagna, mai.

In realtà pensavo da tempo a questa cosa, tanto che me l'ero pure messa via, chi mai avrebbe amato un uomo con problemi di rabbia e che per lavoro ammazzava dei figli di puttana? Spoiler: nessuno.

E pensavo davvero che ormai non mi facesse più nessun effetto quella sensazione di vuoto e oscurità, ma l'altro giorno avevo chiaramente percepito la stessa cosa che percepivo anni fa, poco prima del mio tentato suicidio.

Non ero stupido, sapevo perfettamente che non andasse affatto bene la cosa, e infatti in quelle ultime settimane passavo più tempo in palestra che a casa, oppure andavo a correre, davvero molto.

Il mese prima avevo deciso di partire da casa e correre fino all'ospedale, per appunto andare a trovare Jimin, erano circa cinque chilometri e mezzo di strada, più il ritorno, ma non era stato faticoso come immaginavo, anzi.

𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora