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Namjoon's pov

Le ferite da arma da taglio facevano molto più male che quelle inflitte da un proiettile, sentire una lama passare per una porzione di pelle e lacerarla era doloroso, molto doloroso.

La mia fortuna era quella di avere un processo di guarigione quasi immediato, per via del mio sangue da alfa puro, e quindi non molto di che preoccuparmi.

Nonostante ciò, sentire il sangue scendere dalla mia pelle lacerata in vari punti non era di certo una sensazione piacevole, la debolezza dopo ore e ore di combattimento si iniziava a sentire, e questo valeva anche per tutti gli altri attorno a me.

Jungkook e Taehyung erano quelli presi meglio in realtà, sembravano stare relativamente bene rispetto a noi tutti, invece Hoseok -al mio fianco insieme al mio compagno- aveva una ferita piuttosto profonda sull'addome, ferita che aveva iniziato a macchiare la sua maglia con il suo sangue.

La cosa che invece mi fece stare, per quanto possibile, meglio, era che Seokjin continuasse imperterrito e senza troppi intoppi a stordire guardie armate, le quali erano il nostro unico ostacolo per arrivare all'ultimo piano, dove appunto ci aspettava il nostro bersaglio principale, unico vero da sconfiggere.

Se pensavo che -biologicamente parlando- fossi suo figlio, mi veniva il vomito, sul serio, il solo pensiero che nel mio sangue ci fosse del suo.

Non lo sopportavo, non lo sopportavo davvero.

E giurai che se solo ci fosse stato un modo per cancellare il suo dna dal mio corpo lo avrei fatto, davvero molto volentieri, ma nonostante ciò la mia paura più grande era di diventare anche solo in parte come lui.

Ma forse la parte peggiore di tutto ciò era che fossi costretto a ricordarmi della sua esistenza ogni santo giorno della mia intera vita, ogni volta che per lavoro dovevo individuare un soggetto da eliminare, ogni volta che con Jungkook dovevamo venire in quel maledetto palazzo.

Ogni stra maledetta volta in cui ero stato costretto vedere il suo viso da bastardo figlio di puttana, un irrefrenabile istinto che mi urlava di strapparmi le vene ed eliminare ogni traccia del sangue che avevamo in comune.

Non ero una persona del genere.

Non lo ero.
Non lo ero.
Non lo ero.
Non lo ero.

E con un po' di fortuna, non lo sarei mai stato.

«RM! Alle tue spalle!» mi urlò una voce che conoscevo ormai da un po', una voce con la quale avevo imparato a fare abitudine; quella di Hoseok.

Grazie al suo avvertimento urlato riuscii a parare un colpo da dietro, assestatomi da una guardia di Lee, proprio qualche piano prima dell'obiettivo finale, ossia lui.

Mancava sempre meno a quello che definirei scontro finale, tre piani circa ormai, e grazie alle nostre abilità di combattimento nessuno era ferito troppo gravemente.

Il mio compagno al mio fianco parò un altro colpo, stavolta proveniente da destra, e poi solo uno sguardo d'intesa ci scambiammo, uno sguardo si di rassicurazione, ma anche di profondo amore, perché, anche mentre combattevamo per la vita di migliaia di persone, quei sentimenti non venivano meno.

«Andiamo! Andiamo!»

Ci muovemmo verso il piano superiore, dove ad attenderci però furono il doppio delle guardie di prima, più assetate di sangue e -al contrario delle precedenti, non umane, e questo lo capii da una semplice cosa: i feromoni che emanavano.

«RM» mi sussurrò JB al mio fianco, estraendo un coltello e lanciandolo davanti a lui, centrando in pieno la fronte di una guardia.

«Sì?»

𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora