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Jin's pov



La gente pensava che noi persone in dolce attesa fossimo costantemente soggette a sbalzi di umore e che fossimo intrattabili, ma in realtà non era così: non per me.

Ero perfettamente capace di controllare le mie emozioni, così come le mie voglie, non che ne avessi avuto bisogno.

Quel giorno avevo deciso di andare a farmi una bella manicure e pedicure, sarei andato volentieri a fare un pomeriggio alla spa, ma con la gravidanza niente idromassaggio e bagno turco, quindi avrei aspettato fino a dopo la nascita della bimba.

«Devo dire che sei davvero raggiante» mi salutò l'estetista, era una ragazza abbastanza giovane. Mi passò la lima sulle mie unghie delle mani, mentre i piedi erano immersi in una vasca con dei pesciolini, intenti a mangiucchiare le pellicine di troppo.

Io sorrisi «Grazie, effettivamente hai ragione: non mi sono mai sentito così bene in vita mia»

«È per la gravidanza? A che mese sei?» chiese cambiando dito, passando dal pollice all'indice.

«Possibile, sento davvero una connessione con la bambina, boh, spero continuerà ad essere così anche dopo il parto. Ormai sono a metà del quinto, tra due settimane circa ho un'altra ecografia: sono così felice»

La ragazza dai capelli rossi sorrise ancora congratulandosi, cambiando di nuovo dito: «Quanto ti invidio, anche io vorrei un fidanzato e una famiglia» sbuffò emettendo un finto singhiozzo.

«Al momento giusto arriverà, credimi, il mio fidanzato è arrivato per puro caso, ci siamo conosciuti alle superiori, e siamo sempre stati insieme da allora» raccontai pensando alla nostra storia.

Era stata magnifica dal primo giorno, tranne per certe litigate abbastanza accese, ma dopotutto quale coppia non aveva dei battibecchi ogni tanto?

«Beh, io sono qui che aspetto» disse rivolgendosi al soffitto, come a voler parlare con una possibile divinità, in modo che questa le desse una persona che passasse la vita con lei.

Una volta finita la cura delle mie falangi mi asciugai velocemente con uno degli asciugamani datomi in precedenza, per poi rimettermi le scarpe e andare a pagare.

«Spero di vederti ancora prima del parto, ma in caso contrario ti faccio già gli auguri per tutto» mi sorrise dolcemente, salutandomi con la mano.

Poi uscii dall'edificio, andando verso la mia macchina bianca, sulla quale salii, accendendola e dirigendomi verso casa mia; sarei andato a fare un saluto a Jimin, ma aveva dato chiare istruzioni a me e a Nam: "non disturbatemi per nessun motivo al mondo, per questa settimana studierò e basta per il prossimo esame di storia dell'arte".

Quando Jimin si metteva a fare una cosa e si appassionava, si immergeva solo in quella; ma andava bene così, dopotutto era quello che desiderava: laurearsi e andare bene. L'arte era tutta la sua vita, la vedeva in ogni cosa che lo circondava, l'avevo sempre ammirato per questo.

«Sono a casa!» urlai poggiando la borsa nera che avevo in mano prima sulla poltroncina del salotto, aspettandomi una risposta da Namjoon, ma invece la ricevetti da una persona che non sapevo fosse nemmeno in casa.

«Ciao! Stiamo montando dei mobili nella camera della bambina» disse Jungkook, spuntando dal corridoio che dava accesso a tutte tre camere del lussuoso appartamento; «Oh, ciao Kookie, pensavo ci avrebbero pensato lui e Jimin».

𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora