♡ 2 ♡

1.4K 88 11
                                    


Jimin's pov



«Amore, la tua cucina è imbattibile» disse Namjoon, addentando un pezzo di carne ben cotta, preparata proprio dal suo fidanzato.

«Lo so! Ieri ho preparato dei biscotti al cioccolato bianco, dopo pranzo ne vuoi un po', Jimin?» gli risponse Jin, per poi rivolgere la sua attenzione verso di me, con fare premuroso.

«Uhm no, sono pieno, magari dopo» spinsi un po' il piatto, con ancora un po' di carne dentro, guadagnandomi degli sguardi apprensivi da parte loro.

Non era cattiva, ero solo davvero tanto in ansia, ma non sapevo il perché, non ancora almeno. Era buffo come il mio corpo conoscesse tutto prima di me, come se avesse voluto avvertirmi.

«Va bene, allora cosa ne dici se stasera viene a trovarci anche Jungkook? Dobbiamo parlare di alcune cose, e magari dopo potreste andare a farvi un giro» mi propose l'alfa, mordicchiandosi il labbro, sperando che io dicessi di sì.

Ma non sarebbe successo, né in quel momento, né mai.

Jeon Jungkook, un membro del branco, un'alfa, uno dei peggiori: lo conoscevo fin da quando era un cucciolo, poiché aveva solo un anno in meno di me.

Non è che io lo odiassi, non odiavo nessuno, era semplicemente che mi stava davvero tanto antipatico.

Non c'era un motivo preciso in realtà, era più un insieme di eventi: una volta, da piccoli, stavamo giocando, e mi aveva tirato in testa una macchinina giocattolo di legno! Di legno!

Poi alle elementari, mentre eravamo nella sala comune, strappò un mio disegno che avevo appena finito, ci avevo messo l'anima nel farlo; alle medie mi aveva chiesto gli appunti di coreano, io da bravo compagno di scuola glieli avevo dati ovviamente, anche se ero più grande, e lui me lo aveva restituiti tutti scarabocchiati dalla sua maledettissima penna.

Per fortuna alle superiori avevamo preso strade differenti: io avevo frequentato una scuola d'arte e lui, beh, non avevo idea di cosa avesse fatto, ma di sicuro non quello che avevo fatto io, per fortuna.

E poi, finita la scuola, aveva preso parte alla vita della gang, diventando lo scagnozzo di mio fratello, uno dei tanti, ma forse quello più fedele. A onor del vero, anche mentre studiava era partecipe alle attività del branco, ma non così assiduamente.

«Beh, preferirei passare, ma grazie per la proposta» gli dissi infine, guardando Seokjin negli occhi, sperando che almeno lui mi capisse.

«Io non ti capisco, Jungkook è un ragazzo molto carino -mi disse, guadagnandosi un'occhiataccia dall'altro omega- in più è un promettente alfa, sai, in un possibile futuro potrebbe diventare il capo del brac-» ma Jin lo interruppe bruscamente.

«Tesoro, ti amo, ma ha detto che non vuole, lascialo stare»
Lui sbuffò, non smettendo però: «Okay, ma il discorso non finisce qui, ormai hai 21 anni, non hai ancora un compagno e-».

«Cazzo! Ti ho detto che non voglio, non mi sembra un concetto così difficile da capire» sbottai, stanco della sua insistenza: non era da me dire parolacce, a mio fratello poi.

Lui assunse un'espressione alquanto scioccata, ma almeno non controbatté più, finendo il cibo che aveva nel piatto; dopodiché Jin iniziò a sparecchiare, caricando la lavastoviglie di piatti e posate, per poi farla partire.

Ci pensò il biondo a risollevare la situazione: «Toglietevi quei musi lunghi, subito, altrimenti tu -disse indicando mio fratello- non avrai più il mio culo per un mese! E tu -si rivolse a me ora- puoi scordarti che io ti difenda ogni volta, quindi adesso alzate le chiappe da quelle sedie e abbracciatevi».

𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora