♡ 106 ♡

367 33 15
                                    

Per la lettura vi consiglio di ascoltare questa canzone in loop, credetemi, l'effetto sarà completamente diverso.


Jungkook's pov


Morire non era rilassante, non era dolce come molti pensavano, era doloroso, come sensazione era paragonabile a un milione di artigli che ti trafiggevano la carne, fino a raggiungere gli organi vitali, graffiarli lentamente, a fondo, infilzarli e stringerli fino al cedimento totale di essi.

Non era una dolce voce che ti diceva di riposare e chiudere gli occhi, era più un urlo lento nel petto, come un eco infinito che cessava di fare rumore solo quando gli artigli finivano il loro lavoro di macello.

Faceva un male cane, faceva davvero male, un dolore mai provato in tutta la mia vita, non solo a livello fisico.

Una parte di me diceva di lasciarsi andare e arrendermi al mio destino inevitabile, un'altra tentava di urlarmi di dare retta a Namjoon, alle sue urla disperate e ai lamenti tristi, i più tristi che avessi mai sentito.

Vederlo mentre mi stringeva tra le sue braccia, sporcandosi del mio stesso sangue senza nemmeno preoccuparsene, vederlo in lacrime e straziato dal dolore: per quanto mi sarebbe piaciuto dire che questo avesse fatto più male che morire, non potevo.

Da un lato era vero che abbandonare questa vita era semplicemente quello che avevo sempre ricercato fin da ragazzo, ci avevo provato, ci ero andato vicino, eppure il dolore provato allora non era nemmeno un decimo di quello provato in quel momento.

Morire faceva schifo.

Pensare a tutto quello che nel tempo non avevo fatto, che avrei potuto fare, a tutte quelle occasioni perse, a tutti quei momenti sprecati, questo non era affatto rassicurante.

Forse solo ora che il mio corpo non poteva più ospitare la mia anima mi rendevo conto dell'importanza delle ultime e delle prime volte, l'importanza degli inizi e delle fini.

Quella volta in cui Namjoon mi trovò morente nel bagno di casa, quella doveva essere una fine, che poi si trasformò in un inizio, l'inizio di un'amicizia, di una storia destinata a finire ora.

Quando per la prima volta parlai a Jimin dei miei problemi, quando mi scusai con lui per ciò che gli feci passare da piccoli, anche quello era un inizio, un magnifico inizio destinato a tramutare in un'arma a doppio taglio per entrambi.

Era stato l'inizio di un'amicizia anche quello, e nonostante il male che ci eravamo procurati a vicenda, tra la questione di Yoongi e quella del corpo, non mi pentii di nulla riguardante lui, nulla di nulla.

L'ultima volta in cui Jin aveva cucinato i suoi favolosi biscotti per me, quello era stato un addio, un addio alla parte dolce della mia vita, un addio all'unica persona che potevo considerare un po' come una madre.

La prima volta in cui tenni in braccio sua figlia, quella sarebbe rimasta sempre nella mia mente, quando una creatura così fragile e indifesa mi sorrise, forse anche quello fu un inizio.

Di cosa precisamente non lo sapevo dire, forse di rendermi conto di non essere poi così una brutta persona. Se una bambina con il massimo della sensibilità come lei mi voleva bene nonostante tutto, forse non ero davvero da buttare come avevo pensato per tutta la mia vita.

Quando conobbi come persone -e non nemici- Hoseok e Taehyung, probabilmente quello fu quando capii cosa vero amore significasse, ancora non riuscivo a capacitarmi di come due persone potessero necessitare l'una dell'altra  così tanto: allo stesso tempo fu una fine, la fine della mia ricerca di un'anima gemella.

Non avrei mai avuto qualcuno di così puro nella mia vita, lo sapevo bene.

E poi ci fu l'inizio, quando incontrai quei due occhi marroni e intriganti come non mai; quando mi resi conto che forse potevo avere una sorta di speranza di essere felice anche io, ossia la fine: quella notte buia nel mio appartamento, mentre con Kai guardavo le luci dei Seoul.

𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora