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Jimin's pov



Non vedevo una giornata così soleggiata dall'anno precedente, come minimo.

Il sole di inizio giugno aveva iniziato a scaldare tutta la città, mentre io potevo dire di aver concluso quel semestre anno di università: avevo avuto infatti quella stessa mattina l'ultimo esame, e non sarei potuto essere più fiero di come il tutto si era concluso.

«Promettimi che durante l'estate usciremo qualche volta, magari organizziamo una specie di ammucchiata artistica!» disse Kai, facendomi ridere.

«"Ammucchiata artistica"?»

«Sì! Tipo gente che dipinge e discute di arte insieme, ovviamente il vino non mancherà, e potesti anche portare il tuo fidanzato» esclamò.

Io storsi il naso «Non è che se ne intenda molto di arte...».

«Voglio conoscere la musa del grande Park Jimin, eddai» insistette il beta, mettendo le mani a mo' di preghiera.

«Va bene, ci proverò, ma quando vorresti farla questa serata?» domandai, dirigendomi verso l'entrata della metropolitana, con lui al mio fianco; «Uhm, io domani torno dai miei genitori fino a metà luglio, mi hanno chiesto di tornare per un po', non ci vediamo da mesi; e poi andiamo con il mio coinquilino ad Amsterdam per due settimane: quindi agosto presumo» spiegò, mentre eravamo fermi nel punto i cui le nostre strade si separavano.

«Cavolo, ti sei preso avanti, io devo ancora pensare a cosa farò domani» risi, tirandomi indietro i capelli che da poco erano diventati di un rosso-rosato particolare, un fucsia quasi, del quale Tae andava molto fiero.

«Lo so lo so, comunque, prima di salutarci definitivamente, ti ricordi il giorno in cui siamo andati alla mostra del professore di pittoriche?»

Annuii.

«Ti ricordi come si chiamava quel signore che ci ha presentato? Quello che era interessato al tuo quadro dell'oceano in tempesta» domandò pensieroso, facendomi riflettere per qualche secondo.

«Uhm, mi pare fosse il signor Lee o qualcosa del genere, da quanto ho capito è un pezzo grosso nella politica, era inquietante comunque, con quello sguardo da maniaco» ridacchiai, ma in realtà io mio corpo venne percosso da una serie di brividi, specialmente la schiena, al pensiero di quell'uomo.

Era davvero spaventoso.

«Già, ho avuto in mente quello sguardo per tutta la sera mentre tornavo a casa, te l'ho chiesto perché ieri pomeriggio è tornato in accademia, io ero lì per riprendere una tela che avevo dimenticato, lui mi ha visto e mi è venuto a parlare, e ha chiesto di te»

«Di me?» domandai confuso.

Kai annuì «Cercava "il ragazzo con i capelli rosa" testuali parole, non mi ha detto perché, ma suppongo sia rimasto davvero colpito dal tuo quadro».

«Non gli hai detto nulla, vero?»

«Ovvio che no, siamo rimasti tutto il giorno dopo la mostra a dire quanto fosse spaventoso, secondo te gli vado a dire di te? Va bene espansivo, ma non sono stupido» rise, insieme a me.

«Hai ragione, sei un amico fedele» sorrisi, sistemandomi meglio sulla spalla la borsa con i libri e i pennelli.

Poi però sentii il classico rumore delle ruote sui binari della metropolitana, così mi girai per vedere se fosse la sua, e quando ricevetti conferma mi girai verso il mio amico per salutarlo con un caloroso abbraccio.

𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora