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SMUT ALERT


Jimin's pov

Avevo aspettato che Yoongi tornasse a casa per tutta la giornata, e ora finalmente era lì.

Proprio quella mattina il calore era tornato a colpire il mio corpo, forse in maniera più pesante del solito, poiché la mia testa non riusciva a non pensare a Yoongi, Yoongi e solo Yoongi, mentre il mio basso ventre mi aveva provocato fitte di dolore nonostante i soppressanti assunti.

Forse era perché da quando ero stato marchiato il mio corpo percepiva un alfa legato a me e che quindi era in grado di soddisfare i miei bisogni costantemente, o almeno così diceva Jin, con il quale avevo parlato poco tempo prima riguardo al marchio, e a ciò che esso comportava.

Non avevo resistito quindi alla tentazione di fargli quella piccola e piccante sorpresa: anche se teoricamente quello sarebbe dovuto essere il completo per la nostra notte d'anniversario: ma ciò che era fatto era fatto.

E poi Yoongi si meritava un momento di totale tranquillità, senza pensare a null'altro che non fosse ciò che più gli aggradasse.

E a giudicare dalla sua reazione pensai di aver proprio fatto centro.

«Non vuoi distenderti un po' anche tu?» feci provocante, cercando di sorridere il più innocentemente possibile, nonostante la situazione dimostrasse esattamente il contrario del concetto di "innocenza".

Bei tempi quando ancora non ero a conoscenza delle magie del sesso.

Il biondo sembrò non voler aprire bocca, o meglio, sembrò non voler parlare, perché la sua bocca era già leggermente aperta, solo che da essa non proveniva alcun suono.

Mi stesi sulla schiena, cambiando totalmente posizione e mostrandogli anche il lato davanti di questi succinto completo di pizzo bianco, totalmente adattato al mio corpo, ad un passo dall'essere perfettamente sano per quanto riguardava il peso.

A quel mio gesto finalmente Yoongi parve degnarsi di avere una reazione diversa dallo shock iniziale, e infatti avanzò lentamente, fino ad essermi davanti, ma comunque guardandomi dall'alto, poiché non accennava a volersi abbassare al mio livello.

Così ghignai, leccandomi le labbra con il massimo della sensualità che possedevo e urlandogli con gli occhi di prendermi in qualsiasi posizione lui volesse.

«Jimin, non hai idea di che bestia hai scatenato in questo istante» commentò prendendo un respiro profondo.

«Falla uscire, vedremo come usarla a nostro vantaggio» continuai con le provocazioni, spingendolo a cedere del tutto, non che bisognasse pregarlo.

Quel giorno nessuno dei due aveva intenzione di andare lentamente come il solito, nessuno dei due aveva bisogno di questo: entrambi sentivamo la necessità di sfogarci, lui per tutta la questione di mio fratello e di Lee, io per il fatto di essere causa di esso, o almeno del suo nervosismo, poiché gli stavo nascondendo una cosa che lo avrebbe tranquillizzato enormemente, ma che allo stesso tempo non avrebbe mai e poi mai accettato.

Per amore si faceva di tutto, questo avevo imparato in quell'ultimo anno.

E non parlavo solo dell'amore tra me e Yoongi, che comunque mi aveva portato a gesti che senza di lui non avrei mai fatto -come il farmi ricoverare-, ma intendevo anche quello fraterno che legava me e Namjoon, poiché per lui avevo sempre rinunciato a quella che tutti chiamavano felicità, fin da ragazzo, solo per non farlo sentire uno schifo.

L'amore che legava me e Jin, forse il più particolare di questi: ossia quello materno, benché lui non fosse mia madre per ovvie ragioni,  spesso lo percepivo come tale, e sapevo che fosse lo stesso con Jungkook, forse perché quando entrambi eravamo stati a pezzi, era stato Jin a gettare le basi per rimetterci in piedi, o meglio, a preservarci fino alla nostra rinascita, metaforicamente parlando.

𝘞𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘰 𝘸𝘦 𝘨𝘰? || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora